Fisco e contabilità

Pnrr, fondi pro capite al top in Molise e Liguria - Record a Benevento

Investimenti tracciati dagli enti sul Regis: il 41,6% al Sud, 11 miliardi solo in Campania. Marcate le differenze nel riparto per missione

di Michela Finizio

In Molise arriveranno fino a 5.650 euro per abitante, in Liguria 3.658, in Campania 1.978. A queste tre regioni è destinato il maggiore investimento pro capite finora “attivato” con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, a fronte di una media per abitante inferiore a mille euro invece in Lombardia e Friuli Venezia Giulia.

Il divario è frutto del riparto territoriale del Recovery Plan, rapportate alla popolazione residente, destinate a finanziare 138.782 interventi. È questo il numero dei progetti identificati al 1° marzo 2023 sul sistema Regis, la piattaforma messa a punto dalla Ragioneria di Stato per monitorare i finanziamenti europei e alimentata dai singoli enti: l’estrazione - disponibile tra gli opendata del portale del Governo ItaliaDomani.gov.it - consente di geolocalizzare questi progetti e le relative risorse finora stanziate attraverso le sei missioni del Pnrr.

Gli open data

Anche se Anac e Ifel hanno segnalato che 18mila progetti, per lo più legati alle piccole opere, sembrano ancora non apparire nel Registro, dall’esame di quelli al momento tracciati sulla piattaforma è possibile scattare una prima fotografia dell’impatto territoriale del Piano. Gli investimenti finora identificati ammontano a 94,5 miliardi di euro, pari al 49,3% del budget di spesa complessivo previsto dal Pnrr. Al netto di eventuali carenze del sistema Regis, risulta marcata la differenza “quantitativa” di iniziative tra le sei missioni: ai 46.158 interventi tracciati per la «Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura» fanno da contraltare i soli 148 delle «Infrastrutture per una mobilità sostenibile» che però assorbono l’82% dei fondi destinati alla missione (circa 21 miliardi di euro rispetto ai 16,8 tracciati per la digitalizzazione). Insomma, molti meno interventi, ma di maggior peso.

Tre gli ambiti di intervento dei progetti mappati: nazionale, regionale o locale. Escludendo 795 progetti nazionali, emerge una distribuzione regionale non scontata: il record indiscusso dei progetti attivati va alla Lombardia (dove se ne contano oltre 21mila, dal Full green per gli autobus elettrici di Milano alla linea ferroviaria ponte tra San Pietro e Montello nel Bergamasco, passando per la riattivazione del borgo di Livemmo in provincia di Brescia), seguita a distanza da oltre 13mila progetti sia in Piemonte che in Campania. Passando alle risorse, però, il primato passa alla Campania con quota 11 miliardi. Confermato, inoltre, il superamento della quota di riserva del 40% prevista dal Pnrr per il Mezzogiorno, a cui vanno il 41,6% dei fondi identificati su Regis.

Risulta molto differenziata, poi, la distribuzione regionale delle risorse alle sei missioni. Basta fare qualche esempio. Al momento alla «Digitalizzazione» va il 42% delle risorse in Molise, il 7,8% in Campania. Il capitolo «Salute» assorbe il 13% delle risorse destinate al Friuli Venezia Giulia, il 7% in Calabria o in Sicilia. Alla «Rivoluzione verde» va il 37% dei fondi in Basilicata, il 36% in Emilia Romagna, solo l’11% in Liguria. In quest’ultima regione il 66% è destinato alle «Infrastrutture per la mobilità sostenibile»: pesano la tratta dell’alta velocità del Terzo valico dei Giovi e gli Assi di Forza per il trasporto pubblico locale di Genova, che insieme valgono più di 3,5 miliardi. Queste differenze riflettono l’esito di tavoli nazionali in cui sono state negoziate le opere “ammesse” ai finanziamenti, i criteri di riparto delle risorse per i bandi territoriali, ma anche la proattività degli enti locali nel presentare le candidature.

L’investimento pro capite, invece, racconta il differente peso dei finanziamenti in arrivo sul territorio. Oltre ai record di Molise, Liguria e Campania, in nove regioni il dato è superiore a quello medio nazionale di 1.605 euro. Più nel dettaglio, analizzando gli investimenti su base provinciale, si arriva al record di Benevento (si veda l’articolo in basso) con 2.909 euro per abitante, seguito da Isernia e Verona che catalizzano rispettivamente 2.886 e 2.792 euro pro capite.

L’avanzamento lavori

Carenti, invece, le informazioni sul Regis relative allo stato di avanzamento dei progetti: a fronte di 27.329 gare bandite tracciate, l’Anac ne rileva già 62.812. «Questi dati ci permettono di avere una prima mappatura dei progetti ammessi ai finanziamenti, per codice identificativo», afferma Luigi Reggi di Monithon, iniziativa di monitoraggio civico della politica di coesione europea. «Anche se Regis non sta funzionando come dovrebbe e gli enti attuatori segnalano diverse problematiche nella condivisione dei dati, esistono vincoli stringenti per l’inserimento iniziale del progetto. C’è meno solerzia, invece, nell’aggiornamento degli stati di avanzamento dei lavori», spiega Reggi. Insomma la mappatura è utile per capire l’impatto del Pnrr sul territorio e la geografia delle opere, ma non quanto è stato speso finora. Tanto che la Ragioneria lo scorso 27 aprile ha pubblicato una circolare volta proprio a superare le carenze del Regis.

Nel frattempo, cresce l’allarme sui ritardi nell’attuazione. Dopo la trattativa per sbloccare la terza rata da 19 miliardi, culminata nel decreto che ha escluso dal Pnrr il Bosco dello sport di Venezia e l’Artemio Franchi di Firenze, l’impegno della nuova governance di Palazzo Chigi si concentrerà sul raggiungimento dei 27 obiettivi di fine giugno. Tra questi l’affidamento del 100% dei lavori per gli asili nido: su Regis sono mappati 2.653 interventi in circa 2mila Comuni, per un importo medio pari a 1,35 milioni ciascuno.

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