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Ponte di Messina, 90 giorni per chiudere il maxi-contenzioso con Eurolink e Parsons Transportation

La norma in legge di bilancio apre la strada alla transazione con il general contractor e il Progect manager vincitori della gara del 2004

di Massimo Frontera

(Articolo aggiornato il 29 novembre con le dichiarazioni del ministro Salvini a favore del vecchio progetto dell'opera)
Riattivazione della società Stretto di Messina, con trasferimento di 50 milioni a Ferrovie e Anas per l'aumento di capitale della società che dall'aprile 2013 è in mano al commissario liquidatore; sospensione dei contenziosi in essere sull'opera per cercare una composizione stragiudiziale alle battaglie legali aperte dagli aggiudicatari della concessione per la realizzazione dell'opera dopo la "caducazione", disposta nel 2012 con decreto legge, degli effetti dell'aggiudicazione della gara lanciata nel 2004. La norma inserita nel disegno di legge di Bilancio che oggi, lunedì 28 è arrivato in Parlamento (alla Camera), non guarda solo alla futura realizzazione della maxi-opera, che resta sullo sfondo. In primo piano c'è invece il dichiarato obiettivo di chiudere il contenzioso sorto dopo la gara aggiudicata nel 2004. Anzi, chiudere i contenziosi, che sono tre. Il primo è quello promosso dalla Spa contro la presidenza del Consiglio; gli altri due sono stati aperti dagli operatori privati che hanno vinto la gara: il consorzio Eurolink (guidato dall'allora Impregilo, oggi Webuild) e il Project manager Parsons Transportation Group Inc.

La relazione illustrativa e la relazione tecnica aiutano a ricostruire la complessa questione. All'indomani della norma con cui il governo Monti ha "staccato la spina" alla procedura riavviata dal precedente governo Berlusconi, la Stretto di Messina Spa ha aperto un contenzioso contro la Presidenza del Consiglio per indennizzi non concessi da Mef e Mit pari a circa 325 milioni di euro per costi sostenuti fino ad allora. La cifra è riportata dettagliatamente dalla relazione tecnica che accompagna il Ddl Bilancio. Da parte loro, anche il consorzio Eurolink e Parsons Transportation hanno avviato due separati ricorsi nei confronti di Stretto di Messina, Presidenza del Consiglio e ministero delle Infrastrutture. Eurolink ha chiesto un risarcimento di 700 milioni di euro e Parsons Transportation ha chiesto un risarcimento di 90 milioni di euro.

La soluzione indicata dalla norma è appunto quella di accordo stragiudiziale con i due operatori privati ricorrenti. La norma dispone innanzitutto la sospensione del giudizio. La sospensione scatta dall'entrata in vigore della Legge di Bilancio - cioè (se la norma sarà confermata nel testo del Ddl) dal 1 gennaio 2023 - e dura 90 giorni. In questo tempo la Spa dovrebbe rinunciare al contenzioso con il governo (in questo caso il tempo concesso è di 30 giorni). Ma - soprattutto - si cercherà di arrivare alla composizione con gli operatori privati: «la Società - recita il comma 4 dell'articolo - è altresì autorizzata a definire la rinuncia alle azioni, alle domande e ai giudizi da parte del contraente generale, degli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera e di tutte le parti in causa nei giudizi pendenti, a definitiva e completa tacitazione di ogni diritto e pretesa, nonché delle ulteriori pretese in futuro azionabili in relazione ai contratti come sottoscritti alla data di entrata in vigore della presente legge. Dalla definizione della rinuncia non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

Sia che si trovi l'accordo, sia che la transazione fallisca, allo scadere dei 90 giorni scatta la revoca dello stato di liquidazione per la Spa, che entro i successivi 30 giorni nomina gli organi sociali con autorizzazione a Rfi e Anas alla ricapitalizzazione fino a massimo 50 milioni complessivi, con fondi appositamente trasferiti dal Mit sull'arco tre anni (10 milioni sul 2021 e 20 milioni per ciascun anno del biennio 2022-2023). I fondi del Mit andranno pro quota ai due maggiori azionisti - Anas (81,8% circa) e Rfi (13%) - oggi inclusi nello stesso perimetro del gruppo FS (gli altri due azionisti della società, per circa il 2,5% ciascuno, sono le Regioni Sicilia e Calabria).

La relazione tecnica informa che «sul giudizio promosso da Eurolink, la sentenza del Tribunale di Roma ha deciso in via definitiva con il rigetto di tutte le domande proposte dal contraente generale di risarcimento danno derivante dalla mancata esecuzione del contratto per la progettazione e realizzazione dell'Opera». Eurolink ha proposto appello contro la sentenza. «Per quanto riguarda il contenzioso promosso da Parsons Transportation Group Inc, la sentenza del 2018 non è definitiva, in quanto ha rigettato la domanda principale riguardante la risoluzione del contratto per inadempimento della parte committente, per la stessa motivazione posta alla base della decisione sul contenzioso Eurolink».

Per quanto riguarda invece il progetto da riattivare, il ministro Salvini ha fatto capire che intende ripescare il progetto proposto dalla cordata vincitrice. Progetto che andrà evidentemente aggiornato e adeguato. «Il progetto c'è, va aggiornato ma se ci mettiamo a rifare il progetto servono quattro legislature, non una», ha detto il ministro intervenendo martedì 29 novembre all'assemblea Alis. «Nell'arco dei prossimi cinque anni non si può finire il ponte, ma si possono avviare i lavori; mi piacerebbe che i primi scavi partissero da qui a due anni», ha aggiunto.

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