Progettazione

A Bologna la Business School trasparente e «non convenzionale» firmata Cucinella

Si alza il velo sulla nuova addizione al centro per la formazione manageriale sulle colline bolognesi

di Mariagrazia Barletta

Un nuovo campus, trasparente, in collegamento visivo con la cinquecentesca Villa Guastavillani e, soprattutto, con le colline bolognesi. Un luogo con spazi «non convenzionali», pronti ad adattarsi a molteplici funzioni, così come la moderna didattica impone. Appare così la nuova addizione della Bologna Business School, la scuola di formazione manageriale dell'Università di Bologna, firmata dallo studio Mario Cucinella Architects. Il progetto è stato presentato la mattina di mercoledì 16 settembre in una conferenza stampa da remoto, alla quale sono intervenuti, oltre all'architetto, Massimo Bergami, dean della business school, Francesco Ubertini, rettore dell'Ateneo Bolognese e Romano Prodi, in qualità di presidente del collegio di indirizzo della scuola.

Il nuovo campus sorgerà sul crinale della collina, a sud della storica Villa Guastavillani, attuale sede della business school, immersa nel verde. Sarà collegato alla villa attraverso la prosecuzione dell'attuale percorso monumentale di accesso. Il punto di partenza sono alcuni fabbricati già esistenti di cui – ha spiegato Cucinella – sarà «recuperato l'impianto planimetrico», sul quale si ricostruirà «a parità di volumi». Una parte dell'esistente, ossia la casa colonica e l'ex forno, saranno recuperati. Ma il fulcro è un nuovo edificio, trasparente, con una copertura a lamelle su cui crescerà il verde. L'obiettivo dell'intervento è far dialogare, in modo rispettoso, la storia, rappresentata dalla pregevole villa, la natura dei colli e l'architettura che non rinuncia ad essere contemporanea. «L'architettura è il terzo educatore, rappresenta quello che siamo noi in questo momento: l'edificio è la nostra ambizione nel nostro tempo», ha sottolineato Cucinella. «Non abbiamo cercato la stravaganza, l'importante era soprattutto l'intorno», ha aggiunto.

La Bologna Business School progettata dallo studio Mario Cucinella Architects
Visual by Emanuele Fortunati

«Il motivo del nuovo campus è molto semplice: anche provando a ottimizzare tutti gli spazi interni ed esterni, non ci stavamo più nella nostra vecchia sede», ha così esordito Massimo Bergami. «Abbiamo deciso di crescere dove siano nati, quindi abbiamo fatto una selezione competitiva». «Dall'architetto Cucinella e da Mca è arrivata una proposta che, oltre ad essere - dal nostro punto di vista – bella e interessante, crea un ambiente che dovrebbe facilitare l'apprendimento e le relazioni tra le persone, ed ha anche delle caratteristiche di integrazione con il contesto ambientale molto forti», ha aggiunto il preside. Il progetto ha avuto tutte le autorizzazioni necessarie, ha assicurato Bergami. «Anche se non siamo tenuti, avviamo comunque una procedura competitiva», ha poi precisato in riferimento alla scelta dell'impresa (la business school è una fondazione privata).

Le risorse per la realizzazione del nuovo campus – ha spiegato ancora Bergami - «arrivano in parte da un finanziamento della scuola, una parte cospicua arriva dai soci e dai donor: Ima, Unicredit, Automobili Lamborghini, Dallara Automobili, Ferrari, Fondazione Carisbo, Confindustria Emilia Centro, Granarolo, Marchesini, Coesia, Philip Morris. Una parte di finanziamento arriva da un mutuo di lunga durata, ma assolutamente sostenibile». «Quanto all'investimento complessivo – ha aggiunto -, vediamo le offerte di chi si candiderà, siamo nell'ordine dei 15 milioni, compreso l'acquisto degli immobili, la ristrutturazione, le tecnologie, tutto quello che servirà, compresi i parcheggi». C'è poi un contributo dell'Università, ma sulla ripartizione del finanziamento tra Università, school, donor e soci, il preside non si è sbilanciato.

La Bologna Business School progettata dallo studio Mario Cucinella Architects
Visual by Emanuele Fortunati

Quanto all'architettura, la casa colonica ospita gli uffici, le sale riunioni e le aule con spazi molto flessibili che permettono lo svolgimento di attività laboratoriali e di studio, l'ex forno invece diventa una piccola reception al servizio degli studenti. Un tunnel sotterraneo collega in maniera diretta l'interrato della nuova edificazione alla casa colonica; mentre un pergolato crea una piazza che sollecita l'interazione tra gli studenti. La nuova architettura, invece, fulcro dell'intervento, ospita le aule e uno spazio ibrido: al piano interrato è prevista «una mensa, che è anche un'aula magna, è un teatro, un luogo di incontri», ha spiegato Cucinella. «La mensa si utilizza per un certo periodo della giornata, per il tempo restante potrebbe essere utilizzata per eventi. Quindi la mensa è in parte anche il luogo degli incontri, delle conferenze, una sorta di aula magna o di laboratorio. Si va nella direzione della didattica contemporanea, che induce a non definire degli spazi precisi per una funzione, ma a lasciare, invece, una certa flessibilità per organizzare nuove funzioni e nuove attività», ha continuato l'architetto. Accanto alla mensa c'è poi una palestra, altro luogo di socialità, dotata di uno spazio esterno.

Luoghi «non convenzionali» li ha definiti Cucinella. Sono quei luoghi, più formali, in cui si favorisce lo scambio e la socializzazione. A collegare i due piani del nuovo edificio è una scala dalla forma circolare, pensata come una sorta di teatro ligneo. Rispondere alle grandi sfide ambientali, che vanno dalla low carbon roadmap europea ai sustainable development goals delle nazioni unite, proponendo strategie climatiche ed energetiche flessibili e resilienti, è un altro obiettivo del progetto. L'interazione dell'edificio con il proprio contesto è stata pensata per aumentare i livelli di confort dei suoi utenti grazie alle strategie passive, limitando il ricorso a sistemi impiantistici, riducendo così sensibilmente il consumo energetico.

«Questo campus è l'inizio di una nuova avventura che risponde all'esigenza primaria ed empirica: non riuscivamo più ad essere contenuti dentro gli spazi splendidi spazi di villa Guastavillani, ma risponde anche ad un preciso piano di sviluppo, che io ho vissuto da quando mi sono insediato, a fine 2015: un piano di crescita della scuola e anche di ampliamento dal punto di vista logistico e di rafforzamento del suo posizionamento a livello internazionale, oltre che di ulteriore rafforzamento sul territorio», ha affermato il rettore, Francesco Ubertini. Ha concluso Romano Prodi: «Accanto al grande sforzo che si sta compiendo per la preparazione dei tecnici, adeguata alla sfida del nostro tempo, occorre allo stesso modo provvedere alla formazione dei quadri e dirigenti che guideranno le nostre imprese nel futuro: la Bologna Business School è una realtà capace di realizzare questo grande e necessario progetto. Il campus che oggi presentiamo è il simbolo di questo grande compito che Bologna si è assunto».

I crediti del progetto

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