Appalti

Acquisti fai da te e piattaforme digitali, così la Consip facilita la vita delle Pa

Digitalizzazione spinta, centralizzazione, flessibilità: il lavoro dell’ad Cannarsa

di Giorgio Santilli

La crescita di Consip negli ultimi cinque anni si può raccontare con il valore degli appalti (in prevalenza forniture) fatti per conto delle Pa e delle somme erogate al sistema economico per conto del settore pubblico, passate dagli 8,2 miliardi del 2016 ai 18,6 miliardi del 2021, oltre un punto di Pil e un incremento del 127 per cento. Ma si può anche raccontare con l’allargamento degli strumenti messi a disposizione delle pubbliche amministrazioni per fare i loro acquisti. La gara classica monoaggiudicatario - che resta il centro nel sistema tradizionale degli appalti fuori dei sistemi Consip - è ormai minoritaria nella casistica della grande centrale di committenza pubblica che ha sfornato negli anni mille soluzioni, flessibili, articolate, personalizzate: al centro del sistema Consip c’è ora l’accordo quadro pluriaggiudicatario, formula privilegiata che consente di suddividere fra più imprese vincitrici commesse generalmente di grandi dimensioni, spesso localizzate in vari territori o prolungate nel tempo. Ma l’amministratore delegato che ha guidato l’azienda in questo quinquennio, Cristiano Cannarsa, ci tiene a ricordare l’espansione straordinaria dei sistemi «fai da te», che ormai rappresentano circa la metà degli ordini aggiudicati dalle Pa con gli strumenti e il sostegno forniti da Consip e consentono alle amministrazioni di entrare in procedure pre-strutturate per adeguarle alle esigenze specifiche, variandone una parte.

Il sistema dinamico di acquisizione, per esempio, fa 4 miliardi di ordini ed è stato rilanciato come istituto anche dalla riforma degli appalti e dai decreti per il Pnrr: nella versione Consip mette a disposizione dell’amministrazione pubblica una piattaforma per la gestione della procedura e delle offerte, un bando di gara pre-configurato che viene poi adattato a eventuali specifiche tecniche chieste dall’amministrazione e addirittura la qualificazione delle imprese. «Tre quarti della gara è già fatta e la parte finale della procedura se la fa la Pa sulla propria configurazione», commentano in Consip.

Un altro metodo flessibile e «fai da te» è quello gestito con il Mepa, il Mercato elettronico della pubblica amministrazione. Anche questo sistema, che ha consentito a Consip di entrare nel mercato dei lavori pubblici, fino a qualche anno fa fuori del raggio di azione della centrale di committenza nazionale, offre uno squarcio di futuro, di quello che dovrebbe essere nel giro di qualche anno il mercato degli appalti, con procedure digitalizzate e gestione elettronica.

Il Mepa gestisce ormai ordini per circa sei miliardi ed è anche esso orientato alla massima flessibilità e al più alto grado di libertà possibile per l’amministrazione committente. «Abbiamo lasciato alle amministrazioni - dice Cannarsa - anche la possibilità di scegliere chi invitare alla gara, pescando anche fra le imprese del territorio, con il solo obbligo di invitarne almeno dieci per garantire una competizione adeguata».

In chiave di sostegno alle amministrazioni, massima flessibilità, rafforzamento dei servizi alle Pa e alleggerimento delle procedure c’è anche la «precompilata» per la qualificazione delle imprese «che sarà il futuro». Cannarsa ci tiene davvero molto, considerando che nella sua precedente esperienza alla Sogei aveva gestito il lancio della «precompilata» della dichiarazione dei redditi. Si tratta di una sorta di fascicolo dell’impresa che le facilita la prequalificazione e l’ingresso nelle piattaforme, da non confondere però con il «fascicolo elettronico» gestito da Anac che serve per accertare i requisiti di accesso a un contratto di appalto o ai contributi pubblici.

Un ulteriore salto nell’attività della Consip verso il futuro digitale degli appalti dovrebbe arrivare a giugno con la nuova piattaforma. Mistero, nessuno ne vuole parlare, ma la struttura, con i più importanti fornitori nazionali di Ict, ci lavora da mesi. E proprio l’Ict è il settore merceologico che vede la quota più alta dell’erogato Consip con il 24%, seguito dal generico e residuale segmento dei «beni e servizi» con il 23%, dalla Sanità con il 21%, dal building management con il 19%, dall’Energia con il 13%. Se invece la torta Consip si ripartisce per strumento il 37% va alle convenzioni, il 35% al mercato elettronico della pubblica amministrazione, il 16% al Sistema dinamico di acquisizione. Consip oggi svolge per le amministrazioni pubbliche anche la fase a valle della gara, la gestione del contratto.

Sono lontani i tempi dello scandalo del Fm4, la gara del facility management degli immobili di proprietà pubblica: di 106 lotti bloccati a inizio 2017 ne sono rimasti fermi quattro. E sono lontani i tempi della grande diffidenza di amministrazioni pubbliche e imprese. Forse anche perché i tempi di aggiudicazione anche per le grandi gare sono crollati da 12 a 5 mesi.

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