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Ance contro gli ultimi maxi-bandi Anas: «criteri illegittimi e restrittivi della concorrenza»

L'Associazione scrive all'Anas dopo la pubblicazione dei bandi agostani. Incontro il 7 settembre tra la presidente dei costruttori Brancaccio e l'amministratore delegato Aldo Isi.

di Massimo Frontera

Dopo la battaglia promossa dall'Associazione dei costruttori edili contro il maxi bando Anas per i 4 lotti della Ragusa Catania (impugnato al Tar prima di essere annullato in autotutela e infine ripubblicato il 10 agosto scorso) a causa dei prezzi presi a base del calcolo, è tornata alta la tensione tra la stazione appaltante del gruppo Ferrovie e l'associazione confindustriale. Al centro dello scontro c'è l'ultima tornata dei maxi-bandi pubblicati dall'Anas prima di Ferragosto per circa 1,75 miliardi di euro in totale. Appena usciti in Gazzetta, la presidente dell'Ance, Federica Brancaccio, ha preso carta e penna e ha scritto all'amministratore delegato dell'Anas, Aldo Isi, mettendo in fila alcuni rilievi relativi ad alcuni degli elementi dei bandi che, nell'offerta tecnica, prevedono un punteggio variabile all'interno di una forchetta predeterminata.

Nella lettera del 10 agosto relativa al lotto 3 della Tangenziale di Forlì (quasi 130,5 milioni di euro, bando pubblicato l'8 agosto) si richiama l'attenzione sull'«attribuzione di punteggio, fino a 6 punti, per coloro che dimostrino di aver realizzato una infrastruttura lineare (viabilità, ferrovia, metropolitana) negli ultimi 10 anni, d'importo rilevante, fino ad ottenere il massimo – con un incremento di punti assai marcato, rispetto alla fascia inferiore – in caso di opere sopra i 100 mln». Tale criterio, contesta l'Ance, «non appare pienamente legittimo». «Lo stesso, infatti - si spiega nella lettera - finisce per dar luogo ad una indebita commistione tra requisiti di selezione, afferenti alle caratteristiche soggettive dell'offerente, e criteri di aggiudicazione, relativi invece alle caratteristiche qualitative della prestazione offerta, come tale censurata da numerosi e costanti pronunciamenti». Dopo aver riassunto l'orientamento della giurisprudenza e quello dell'Anac, l'Ance conclude che «risulta quindi violata la ratio del divieto di commistione fra requisiti soggettivi di partecipazione e criteri di aggiudicazione, che risiede, com'è noto, nella difesa del principio di effettiva concorrenzialità, e che impone che la selezione avvenga, per quanto possibile, su basi oggettive, senza creare vantaggi indebiti a singoli operatori economici, a prescindere dal contenuto delle offerte».

Oltre a questo elemento - che viene giudicato illegittimo - l'Ance indica «ulteriori profili che destano perplessità». Il primo di questi riguarda l'utilizzo del Bim in fase costruttiva in precedenti lavori effettuati dall'impresa concorrente, circostanza che il bando premia con massimo 3 punti. «Anche tale elemento - scrive Brancaccio - appare ingiustamente restrittivo della concorrenza, considerato che, negli ultimi anni, il numero di lavori realizzati in Bim in Italia (già di per sé non elevato) va ad assottigliarsi fortemente, stante l'ulteriore richiesta di averli realizzati nella categoria analoga a quella oggetto dell'affidamento. In tal modo, la platea di operatori economici presenti sul mercato in grado di soddisfare il criterio risulta del tutto esigua». Se queste affermazioni sulla scarsa diffusione del Bim tra le imprese edili sono incontestabili, va anche detto che la digitalizzazione è unanimemente - e da qualche anno ormai - considerata un passaggio obbligato verso uno standard internazionale, verso cui il legislatore (anche tecnico) sta da tempo spingendo gli operatori, anche per i benefici che ne derivano per la Pubblica amministrazione e per le stesse imprese. Tale transizione digitale vede al momento in posizione più avanzata solo le società di engineering e gli studi di progettazione.

Il terzo e ultimo profilo contestato dall'Ance è il «consistente punteggio premiale (fino a 5 punti) per i concorrenti che dimostrano di avere attuato politiche di welfare aziendale». Anche se la misura è «condivisibile negli intenti», premette Brancaccio, il punteggio attribuito «ha un peso molto rilevante e può avere, in questo momento, effetti ulteriormente restrittivi della partecipazione». La lettera conclude chiedendo di modificare i bandi prorogando anche il termine di scadenza per la partecipazione. Secondo indiscrezioni, l'Anas avrebbe accolto prontamente, ma solo parzialmente, alcune delle richieste di rivedere i punteggi massimi assegnati per gli elementi di qualità tecnici indicati. Le rettifiche, sempre secondo indiscrezioni, non avrebbero inciso sulla sostanza, lasciando dunque insoddisfatta la richiesta dell'Ance.

L'incontro avvenuto oggi, mercoledì 7 settembre, su questo tema, tra la presidente dell'Ance e l'ad dell'Anas, suona una conferma del fatto che le questioni sollevate prima di Ferragosto dai costruttori attendono ancora una soluzione. In ogni caso dall'Ance trapela ottimismo. L'incontro sarebbe stato molto positivo e avrebbe fatto emergere una grande collaborazione e volontà di risolvere, con novità in arrivo. Si vedrà. Intanto le scadenze dei maxi bandi Anas si avvicinano. La citata gara della Tangenziale di Forlì, per esempio, scade il 20 settembre (stessa data per la "Gallaratese" da 161 milioni). Le altre gare scadono il 16 settembre (Ragusana-bis e Gran San Bernardo), il 28 settembre (Aurelia) e il 5 ottobre (Trasversale Serre). Dal sito dell'Anas, al momento, non risultano proroghe dei termini di presentazione delle offerte.

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