Cam strade, Orsenigo: documento ottimo ed equilibrato, che favorirà l’innovazione
Il commento - positivo - del presidente dell’Associazione italiana per la sostenibilità delle infrastrutture al testo adottato dal ministero dell’Ambiente
«La pubblicazione del Cam Strade, con il quale vengono definiti i criteri minimi ambientali e le indicazioni per le stazioni appaltanti relativamente alla progettazione e alla esecuzione di un comparto infrastrutturale importante colma un vuoto allineando le strade a quanto già esistente da tempo per l’edilizia, in attesa di un documento che affronti l’intera gamma delle infrastrutture». Così Lorenzo Orsenigo, presidente di Ais, l’Associazione italiana per la sostenibilità delle infrastrutture commenta molto positivamente il nuovo provvedimento emesso dal Mase. «Si tratta di un provvedimento molto atteso che dopo una lunga gestazione, grazie ad una accelerazione nell’ultimo anno, fornisce preziose e puntuali indicazioni per la progettazione e la costruzione delle strade secondo gli indirizzi dell’Unione europea e dando concretezza a quanto già previsto dalle Linee guida Pfte e dal recente Codice dei contratti pubblici». Il presidente di Ais sottolinea come si sia di fronte a un documento molto equilibrato e ben strutturato, destinato ad alzare l’attuale livello medio del comparto stradale nell’attuazione degli obiettivi ambientali: «Da parte del ministero è stato fatto un ottimo lavoro sia nel metodo, con la partecipazione alla stesura del documento di oltre 250 esperti tecnici, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, sia nel merito in quanto accanto a una puntuale definizione e indicazione di quali siano i criteri da seguire e come farlo si inseriscono degli elementi di innovazione invitando a fare ricorso alla premialità, come nel caso del ricorso a una catena di fornitura in linea con i criteri Esg».
Orsenigo sottolinea, altresì, l’importanza di aver messo al centro il concetto di Lca facendo propria la scelta dell’Unione europea che vi ha individuato la migliore metodologia disponibile per la valutazione degli impatti ambientali potenziali delle opere e dei prodotti utilizzati. «Questa scelta - segnala - costituisce l’aspetto più rilevante, in grado di favorire un percorso virtuoso dell’intera filiera degli operatori, attivando di fatto un processo ad ampio raggio che riguarda anche lo sviluppo della digitalizzazione, in quanto senza l’utilizzo di modelli digitali risulta impossibile fare qualunque analisi Lca di un’opera. Nasce l’esigenza di fare ricorso a nuove competenze sia sul fronte delle stazioni appaltanti ai fini della corretta valutazione della documentazione presentata, sia da parte delle società di progettazione e delle imprese. Con effetti positivi sia sulla qualità delle opere che sul piano della crescita della domanda occupazionale. Ed è con particolare soddisfazione che riscontriamo come in molte sezioni del decreto vengano riprese e trovino conferma i risultati prodotti dai gruppi di lavoro di Ais con la pubblicazione dei nostri position paper, in particolare quello relativo al “cantiere sostenibile”, in cui molti degli indicatori richiamati nel modello di rating proposto risultano inseriti tra i criteri oggi diventati obbligatori».