Caro bollette, gli enti locali chiedono ulteriori risorse
Anci e Upi si uniscono all'appello degli ospedali nella richiesta di interventi urgenti contro il rincaro dei prezzi dell'energia
Anci e Upi si uniscono all'appello degli ospedali nella richiesta di interventi urgenti contro il rincaro dei prezzi dell'energia. A fronte delle misure che il governo sta mettendo a punto per famiglie e imprese in sofferenza, a causa del continuo aumento dei suddetti costi, è indispensabile – hanno affermato Decaro e De Pascale – che fra questi sia compreso il sostegno per i Comuni e le Province, in assenza del quale i bilanci degli enti locali sono destinati a saltare. Per compensare l'impennata delle spese energetiche, le associazioni chiedono uno stanziamento straordinario di almeno ulteriori 350 milioni di euro. Facciamo intanto il punto sugli strumenti approvati nei primi otto mesi del 2022.
In primo luogo Comuni, Città metropolitane e Province possono far affidamento sul fondo di 820 milioni di euro (di cui 700 a Comuni e 120 a Province e Città metropolitane), ripartito in relazione alla spesa per utenze di energia elettrica e gas, finalizzato a garantire la continuità dei servizi erogati. Queste risorse sono state assegnate in tre step: il primo di 250 milioni di euro (articolo 27, comma 2 del Dl 17/2022), il secondo di 170 milioni (articolo 40, comma 3, del DL 50 /2022) e il terzo di 400 milioni (articolo 16 del Dl 115/2022). I primi due finanziamenti sono stati ripartiti, ma non ancora versati nelle casse locali. L'ultimo invece sarà ripartito entro il 30 settembre 2022, con decreto del Ministro dell'Interno, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze e il Ministro per gli Affari regionali, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali. Per stimare l'importo, i comuni possono considerare l'aggiunta che va a raddoppiare le risorse assegnate con i decreti del Ministero dell'Interno del 1° giugno e 22 luglio 2022. Province e città metropolitane potranno, invece contare, su risorse aggiuntive pari al 71 per cento.
La spesa per l'energia elettrica e gas può, poi, essere finanziata con gli eventuali avanzi vincolati da Fondone Covid relativi ai contributi assegnati per la pandemia nel 2020-2021 (articolo 1, comma 822, della legge 30 dicembre 2020 n. 178). Non sono, invece, utilizzabili per questo scopo gli avanzi da ristori specifici di spesa, i quali mantengono le proprie finalità originarie. L'articolo 37-ter, comma 1, lettera a), del DL 21/2022, ampliando le previsioni di cui all'articolo 13 del Dl 4/2022, consente infatti per l'anno 2022 l'utilizzo delle risorse Covid a sostegno dei maggiori oneri per energia elettrica e gas, non coperti da specifiche assegnazioni statali, riscontrati dal confronto tra la spesa dell'esercizio 2022 e quella registrata per utenze e periodi omologhi nel 2019. In pratica, l'importo utilizzabile dovrebbe essere calcolato dal confronto tra la spesa impegnata nel 2019 rispetto al medesimo stanziamento del bilancio 2022 (tenendo conto degli incrementi sostenuti nei primi mesi dell'anno).
Ancora, in via eccezionale e derogatoria per il solo anno 2022, Comuni, Unioni, Province e Città metropolitane possono finanziare la spesa per le utenze di energia elettrica e gas. con i proventi delle multe (incassi in base all'articolo 142, commi 12-bis e 12-ter, e all'articolo 208, comma 4, del codice della strada) e dei parcheggi (somme incassate in base all'articolo 7, comma 1, lettera f) del Dlgs 285/1992). Le riscossioni si devono riferire agli accertamenti di competenza dell'esercizio 2022, con esclusione delle eventuali quote arretrate riferite a esercizi precedenti (articolo 40 bis Dl 50/2022).
É poi possibile finanziare la maggiore spese per il caro bollette di energia elettrica e gas, con gli avanzi di amministrazione disponibili (articolo 109 comma 2, del Dl 18/2020). Tali utilizzi sono in deroga alle modalità di impiego della quota libera dell'avanzo di amministrazione di cui all'articolo 187, comma 2, del Tuel, ferme restando le priorità relative alla copertura dei debiti fuori bilancio e alla salvaguardia degli equilibri di bilancio.
Da ultimo, la stessa norma consente anche l'utilizzo dei proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni di cui al Dpr 380/2001 (fatta eccezione per quelle di cui all'articolo 31, comma 4-bis, del medesimo testo unico).
A preoccupare gli enti, infine, è anche la programmazione 2023/2025, sulla quale il peso dei costi energetici potrebbe impedire, anche agli enti più virtuosi, di chiudere i bilanci entro il 31 dicembre 2022.