Il CommentoFisco e contabilità

Caro energia, partecipate alle prese con i maggiori costi sopraggiunti

di Ettore Jorio

Roberto Garofoli, intervenendo il 22 agosto al Meeting di Rimini, ha assicurato per dicembre il conseguimento dei 55 obiettivi Pnrr e l'impegno del Governo a intervenire energicamente per l'energia (si veda Nt+ Enti locali & edilizia del 23 agosto). Sul successo dell'iniziativa sono però in pochi a scommettere.
Il tema del prezzo del gas alle stelle sta generando una diffusa preoccupazione. Per molti versi è presago di un forte disagio sia delle condizioni di vita delle persone che, più in generale, dell'andamento dell'economia. La conta delle generali difficoltà presenta saldi esistenziali ed economici da paura. Difficoltà di riscaldamento di case e uffici, somministrazione di servizi carenti ovvero, alternativamente, sopportazione di tariffe dei servizi fondamentali per molti insostenibili, luoghi di ricovero e di ospitalità per anziani e disabili con temperature verosimilmente al freddo, sono questi una piccola parte di ciò che accadrà il prossimo autunno. Non solo. Autotrasporti e autotrazione su gomma con carburanti a prezzi inaccessibili determineranno una rapida caduta della mobilità pendolare e un aumento dei prezzi di trasferimento delle merci alla luna. Sempre che non cessi la guerra in Ucraina ovvero che Vladimir Putin ritorni tra i ragionevoli della Terra, rompendo i sigilli che interdicono l'erogazione del gas nella quantità utile al genere umano dell'Occidente. Un problema serio, del quale tutti si augurano il venir meno con un "cessate il fuoco" o quantomeno l'apertura del rubinetto vitale. Un obiettivo, il primo, sul quale hanno invero lavorato poco e male le diplomazie europee. Un desiderio, il secondo, preteso dalle comuni ragioni di vita.

Anche la Pa nei guai
A questo dramma sociale ne va aggiunto un altro. Le bollette della luce elettrica e gas, esplose oramai a valori sino a ieri inimmaginabili e destinate ancora a crescere, costituiranno il tema bollente della politica e un problema serio per la pubblica amministrazione territoriale e non solo. Meglio, per la sostenibilità dei bilanci delle società in house e partecipate da enti locali e Regioni che producono, per loro conto, servizi pubblici essenziali. Sarà per la Pa il medesimo guaio di quello che obbligherà tante aziende a chiudere i battenti con i valori di energia arrivati alla insostenibilità assoluta per effettuare la produzione. Il tutto, in mancanza di un mercato che non sosterrebbe un sensibile aumento dell'offerta adeguata al costo sopravvenuto del gas e suoi derivati.
Un problema, questo, del quale dovranno tenere conto anche i Comuni con popolazione superiore a 5mila abitanti che, entro il 30 settembre, dovranno approvare il bilancio consolidato 2021 (si veda NT+ Enti locali & Edilizia del 5 agosto). Ciò con la conseguenza di dovere: adottare lo schema basato sul sistema del patrimonio netto e, dunque, del risultato di esercizio, per l'appunto, consolidato; rivedere anche quello di previsione consolidato, che dovrà tenere conto di un diligente pronostico economico al lordo dei consistenti aumenti dei prezzi delle materie prime energetiche che costituiscono l'essenza della produzione dei loro servizi.

Un soluzione come l'isola che non c'è
Tanta attenzione, quindi, al risultato economico e al prodotto patrimoniale rapportato, ovviamente, alle quote possedute nelle partecipate riferibili alla titolarità pubblica, indipendentemente se controllate al 100%. Si rischia il disastro dei conti economici delle società pubbliche, con pesanti aggravi per il risanamento dei conti annuali sugli enti territoriali titolari di quote partecipative.
Pertanto, se ne vedranno delle brutte, che genereranno spiacevoli sorprese. Ci sarà preoccupazione per i bilanci delle istituzioni territoriali con conseguenti grandi dispiaceri per le tasche della cittadinanza amministrata da enti locali e Regioni, tenuta a sopportarne i costi. Sarà triste, infatti, constatare i nuovi progetti industriali delle società a partecipazione pubblica in difficoltà, quasi impossibili da risanare nella oramai svanita condizione di normalità economico-finanziaria. Saranno ingestibili e quantomeno non credibili i loro bilanci di previsione elaborati senza tenere conto dei maggiori costi sopraggiunti. Tutto questo metterà in difficoltà sia l'ente autonomo territoriale "capogruppo" che la gente comune che dovrà pagarne le tristi conseguenze. Ciò si avvertirà soprattutto per quelle partecipate impegnate nei trasporti pubblici, nella gestione ed erogazione dell'acqua, nella produzione di energia e nella raccolta e smaltimento dei rifiuti. Tutte impegnate nei loro cicli produttivi ove le fonti energetiche rappresentano l'elemento fondamentale per portare a buon fine il loro core business.

La ciliegina sulla torta
Tenuto conto dei rilievi rappresentati nel Rapporto della Sezione delle Autonomie della Corte dei conti sulla gestione finanziaria degli enti locali 2019-2021 (NT+ Enti locali & Edilizia del 22 agosto) c'è da preoccuparsi e non poco per l'anzidetto aumento dei costi energetici. Essi sono infatti riferibili direttamente ai bilanci dei Comuni e delle Città metropolitane per le loro gestioni dirette.
Il nuovo Governo, quello che uscirà dalle urne il prossimo 25 settembre, avrà una bella gatta da pelare, per l'occasione armata di affilati artigli impositivi dei nuovi aumenti per la produzione dei servizi essenziali. Senza un serio piano di recupero del "Paese locale" (un "Recupera Italia") - da perfezionare senza ricorrere ai soliti mutui strumentali all'indebitamento intergenerazionale - sviluppato e portato avanti con una severa regia statale, non si farà altro che aggravare il problema.
Ecco una buona occasione per trovare posto nell'addendum al Pnrr a misure realisticamente risolutive, unitariamente gestite dal Governo, magari con un sottosegretariato ad hoc e con poteri non delegabili a chicchessia. Così potrà rigenerarsi la fiducia dell'essere Paese a servizio della Nazione, attraverso le migliori tecnologie utili alla vita, con il massimo delle cautele per la salute (esempio impianti produttivi di energia nucleare di ultima generazione, rigassificatori e desalinatori ove occorrenti, termovalorizzatori). Concludendo. O riforma e ricerca fonti di approvvigionamento energetico o è la fine del sistema delle società in house e partecipate!