Urbanistica

Case green, l'accordo sulla direttiva diventa sempre più lontano

Il secondo trilogo sulla Epbd è in programma per il 31 agosto: salta l'ipotesi di un'intesa lampo. A luglio proseguiranno gli incontri tecnici per ridurre le distanze: le norme potrebbero cambiare molto

di Giuseppe Latour

Il trilogo sulla direttiva Case green (European performance of buildings directive, Epbd) va avanti con fatica. A dimostrarlo ci sono le notizie che arrivano da Bruxelles. Il secondo incontro formale tra istituzioni europee andrà in scena la mattina del 31 agosto, a quasi tre mesi di distanza dal precedente appuntamento, che si è svolto il 6 giugno. In quell'occasione per la prima volta Parlamento e Consiglio, con la mediazione della Commissione, si sono seduti attorno a un tavolo. Questo lasso di tempo così lungo dice chiaramente che sono saltati i progetti iniziali di trovare un accordo lampo; a marzo il relatore al Parlamento Ue, l'irlandese Ciaran Cuffe dei Verdi, aveva parlato di chiusura entro la fine della presidenza di turno svedese, che si concluderà a fine giugno. Il dossier è, invece, già finito nelle mani della presidenza spagnola, che si installerà il 1° luglio fino alla fine del 2023. Nel primo incontro - va ricordato - ci si era concentrati su quattro articoli (dal 20 al 24) e un allegato (il VI) che non erano tra i più controversi della nuova direttiva. Si era parlato, tra le altre cose, di ispezioni periodiche degli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento, dei rapporti di ispezione, degli esperti indipendenti, dei sistemi di certificazione dei professionisti dell'edilizia.

Nonostante il terreno di confronto favorevole, però, non era stato raggiunto un accordo totale su questo pacchetto di norme. E, a oggi, non risulta ancora raggiunto neppure informalmente, sebbene si registrino avanzamenti. Per questo motivo, sono in programma almeno quattro incontri tra gli sherpa che proveranno a far avanzare una trattativa che pare complicatissima, anche per effetto delle crescenti perplessità in seno al Partito popolare europeo sulle politiche legate all'efficienza energetica. I tavoli tecnici si svolgeranno il 4 e il 5 luglio e, poi, il 17 e il 19 luglio.La strada, insomma, si conferma in salita, anche se dal gabinetto della commissaria all'Energia, Kadri Simson la chiusura della trattativa viene definita «come una priorità assoluta». Non sarà comunque facile rispettare i tempi, perché le prossime elezioni europee (in programma a inizio giugno 2024) si avvicinano: «I lavori a rilento e i molteplici ostacoli - commenta la relatrice ombra della direttiva, Isabella Tovaglieri (Lega) - non fanno che confermare le notevoli criticità di un provvedimento alquanto debole e divisivo, che noi abbiamo evidenziato fin dal primo giorno». Secondo la deputata, «se davvero la maggioranza vorrà trovare un accordo prima di fine legislatura, sarà necessario cambiare drasticamente la normativa, rendendola più adatta alle esigenze reali».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©