Urbanistica

Covid/Lombardia: slitta il «piano Marshall» da tre miliardi. Guffanti (Ance): edilizia in salute (per ora)

Nella regione "rossa" la domanda privata e quella pubblica alimentano l'ottimismo delle imprese di costruzione

di Massimo Frontera

«Miracolosamente, in una maniera anticiclica, il nostro settore sta tenendo. Ovviamente questo è un equilibrio instabile, perché se questo lockdown "leggero" dovesse durare ancora a lungo per tutte le attività commerciali e ristorazione, poi ci sarebbe una ricaduta innegabile anche sulle costruzioni. Ma il nostro settore - insieme all'arredamento e - inaspettatamente - alle concessionarie auto, sta tenendo, ed è ancora in salute». Luca Guffanti, presidente dell'Ance della Lombardia - tra le prime regioni classificate zona rossa - segnala una situazione tutto sommato favorevole per il settore. E non tanto perché l'attività edilizia è tra quelle non penalizzate dalle ultime restrizioni decise dal governo. Ma soprattutto perché dietro l'attività edilizia, i costruttori sentono la domanda che proviene ancora dal mercato privato, sia come domanda di edilizia tradizionale (anche conto terzi), sia come interesse per gli interventi finanziati dal superbonus. Sul fronte delle opere pubbliche l'ottimismo è alimentato dalle aspettative dell'imponente "piano Marshall" da tre miliardi di euro allestito con risorse della Regione. E appena più in là, c'è l'opportunità dei giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, con un ricco corredo di interventi infrastrutturali per il territorio, anche se ancora non è entrato nel vivo.

«Dopo il primo lockdown - ricorda Guffanti - nel nostro settore c'è stata una ripresa quasi euforica, sia nei lavori conto terzi sia nell'acquisto delle abitazioni: si è creato un po' di ottimismo. Questo ultimo lockdown "leggero" - che diversamente dal precedente non ha fermato i cantieri - devo dire che tutto sommato, nonostante la mia preoccupazione sulla possibile frenata del mercato, ad oggi non fa registrare grandi criticità dal lato della domanda, se non in quei settori che sono particolarmente colpiti». Il riferimento è al commercio e all'attività di ristorazione, oggi penalizzati. Ma anche in ambito industriale c'è stata una battuta d'arresto fisiologica: «le attività produttive stavano per mettere in atto una serie di investimenti, ma probabilmente in questa fase si sono messe un po' in attesa».

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Molte aspettative, come si diceva, sono puntate sul "Piano Marshall" regionale da tre miliardi, con una prima tranche di 400 milioni per opere con progetti pronti che sarebbero dovuti partire entro questo mese di novembre. Purtroppo, la nuova ondata pandemica ha costretto la Regione a un rinvio. «La proroga - commenta Guffanti - in questa situazione è ovviamente comprensibile, per evitare la perdita delle risorse da parte delle amministrazioni locali impegnate a fronteggiare la nuova emergenza; tuttavia posticipa l'apertura dei cantieri». Vale la pena di ricordare che il programma di opere è stato varato dalla Regione, anche accendendo mutui per anticipare le risorse, con una logica anticiclica: contrastare con la domanda pubblica la crisi economica dovuta alla pandemia. Una prima parte di risorse regionali - i 400 milioni della prima tranche - sono state assegnate alle amministrazioni con progetti pronti ma senza soldi per realizzarli. Nel 2021 la regione avrebbe poi individuato le opere di valore strategico cui destinare il grosso delle risorse, cioè i 2,5 miliardi. «Alcune amministrazioni si sono attivate ed erano pronte - aggiunge Guffanti - ma altre, visto il momento di nuova emergenza pandemica, non erano in grado; così hanno chiesto e ottenuto alla Regione Lombardia una proroga: è una iniziativa che rimette in moto l'economia».

Anche sul fronte del dialogo con la pubblica amministrazione, il presidente dei costruttori della Lombardia non segnala una situazione complessiva particolarmente problematica. «Non possiamo fare una generalizzazione, ci sono comuni che riescono a tener fede alle tempistiche e agli impegni presi; ci sono invece altre situazioni in cui lo smartworking di fatto blocca gli inter amministrativi, e quindi non si può procedere e non si può operare». In sintesi, il dialogo con la Pa «resta un tema attuale - peraltro già sollevato dal presidente dell'Ance Gabriele Buia - ma che varia molto da un ente locale all'altro».

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