Amministratori

Decreto bollette, giù di un grado i riscaldamenti negli edifici pubblici fino al 2023

Dal 1° maggio al 31 marzo 2023, «la media ponderata delle temperature dell'aria» non dovrà superare i 19 gradi

di Celestina Dominelli e Marco Mobili

In attesa di un’ulteriore iniezione di semplificazioni, come annunciato ieri dal premier Mario Draghi, che potrebbe arrivare già nel prossimo Consiglio dei ministri («credo che ci sia su questo buon consenso nel governo, si tratta di procedere con rapidità»), in Parlamento giunge a traguardo un pacchetto di correttivi al decreto bollette (il 17 del 2022) che intanto punta a velocizzare ancora gli iter autorizzativi per la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici (inclusi quelli flottanti) e ad agevolare, tra l'altro, la riconversione in chiave green del patrimonio serricolo nazionale. E, con un occhio alla guerra in Ucraina e all’ipotesi di uno stop alle forniture russe, su cui ieri si è registrata una risoluzione di maggioranza del Parlamento europeo che chiede la linea dura contro Mosca «con un embargo totale su gas, petrolio e carbone», arriva come emendamento al Dl anche la riduzione della temperatura negli edifici della pubblica amministrazione e precisi paletti per gli impianti di condizionamento in vista della prossima estate.

Taglio riscaldamento nella Pa

La norma prevede che, dal 1° maggio al 31 marzo 2023, «la media ponderata delle temperature dell'aria, misurate nei singoli ambienti di ciascuna unità immobiliare per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici pubblici non devono superare rispettivamente i 19 gradi (+ 2 di tolleranza) e non deve essere minore dei 27 gradi (-2 di tolleranza)». Dalla misura sono esclusi ospedali, cliniche o case di cura, come le strutture di ricovero o cura di minori o anziani, come pure quelle dedicate all'assistenza e al recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati servizi pubblici sociali.

Giornata del risparmio

Arriva anche la «Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili» per provare ad educare le famiglie e i cittadini. In calendario è stata fissata per il 16 febbraio da un emendamento targato Pd con cui si chiede le istituzioni pubbliche, negli edifici e negli spazi aperti di loro competenza, di adottare iniziative, anche attraverso pratiche di condivisione, incontri, convegni e interventi concreti dedicati alla promozione del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili.

Sprint sulle rinnovabili

Un pacchetto di emendamenti riguarda ulteriori semplificazioni per i nuovi impianti rinnovabili, a cominciare da quelli fotovoltaici inclusi nelle aree idonee identificate dal ministero della Transizione ecologica. In sostanza, sia per la realizzazione di nuove installazioni per il rifacimento di quelle esistenti si procede a un ulteriore snellimento: fino a 1 megawatt (MW), sarà sufficiente al dichiarazione di inizio lavori asseverata per tutte le opere da costruire su aree nella disponibilità del proponente; per impianti di potenza compresa tra 1 e 10 MW, si applicherà invece la procedura abilitativa semplificata, mentre scatterà l’autorizzazione unica per strutture con potenza superiore ai 10 MW. Viene poi semplificata, su input della Lega, anche l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici industriali o su eventuali porzioni di aree industriali (fino al 60% del terreno industriale), in deroga agli strumenti urbanistici comunali e oltre gli indici di copertura già esistenti. Tra i correttivi in pista, poi, anche quello che prevede la predisposizione, da parte del ministero delle Politiche Agricole, di concerto con Mef e Mite, di un piano nazionale per riconvertire il patrimonio serricolo nazionale in siti agroenergetici.

Venture capital

Novità in arrivo anche sul fronte del venture capital. Tra gli emendamenti approvati ieri, è infatti prevista l’apertura di un apposito conto corrente di tesoreria centrale dello Stato intestato al ministero dello Sviluppo Economico su cui far confluire le disponibilità dei fondi sottoscritti dallo stesso Mise (fino a 2 miliardi di euro) come sottoscrittore delle quote di uno o più fondi per il venture capital gestiti da Cdp Venture Capital Sgr.

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