Fisco e contabilità

Enti locali, al via la rinegoziazione Cdp: sotto la lente 130mila prestiti

Un’opportunità è importante e attesa per effetto dell’ultimo Milleproroghe

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di Gianni Trovati

I quasi 6.600 enti locali interessati, fra Comuni, Province e Città metropolitane, avranno tempo da oggi fino al 26 aprile per aderire alla nuova tornata di rinegoziazione dei mutui con Cdp. Secondo i calcoli della Cassa, che ieri ha diffuso la circolare 1303 in cui si disciplina l’operazione, i prestiti rinegoziabili sono circa 130mila, e cumulano un debito residuo da 24 miliardi.

L’opportunità è importante, e attesa, per effetto dell’ultimo Milleproroghe (Dl 198/2022), che all’articolo 3-ter ha esteso fino al 2025 la deroga che permette di utilizzare i risparmi da rinegoziazione dei prestiti senza vincoli di destinazione. In pratica, quel che non si spende per le rate può essere girato alla spesa corrente, a partire da quella per le utenze energetiche che nel caso di molti enti locali stanno ancora correndo per effetto dei meccanismi contrattuali. Per le stesse ragioni il Milleproroghe permette anche quest’anno di sospendere le quote capitali dei prestiti e di stoppare i mutui bancari anche senza la verifica di convenienza imposta dalla legge 448/2021.

Cdp però è di gran lunga il primo finanziatore degli enti locali, e questo rende cruciale le istruzioni diffuse ieri. E, secondo più di un amministratore, rende indispensabile un altro rinvio dei termini per chiudere i preventivi, oggi fissato al 30 aprile (quattro giorni dopo la chiusura della finestra Cdp).

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