Fisco e contabilità

I magistrati: «Prendiamo atto ma in gioco la tutela dei cittadini»

Nuova nota dell’Associazione che ribadisce la contrarietà ma evita azioni più dure

di Manuela Perrone e Gianni Trovati

Dopo più di tre ore di un’accesa assemblea straordinaria l’Associazione dei magistrati della Corte dei conti «ribadisce la netta contrarietà» all’intervento governativo, sottolinea che «non sono in gioco le funzioni della magistratura contabile ma la tutela dei cittadini» ma scarta almeno per ora le opzioni più dure. Perché nel corso della discussione erano finite sul tavolo opzioni estreme come un appello al Capo dello Stato, un coinvolgimento diretto della Commissione Ue o uno sciopero delle toghe; ipotesi che però non hanno raccolto l’adesione della maggioranza.

Il doppio colpo assestato dall’emendamento al decreto Pa che esclude dal controllo concomitante gli interventi di Pnrr e Piano nazionale complementare e proroga di un anno lo scudo contro la contestazione di danno erariale per colpa grave fa male ai magistrati. Soprattutto lo scudo erariale finisce al centro delle critiche più aspre perché, spiega sempre la nota diffusa ieri, «impedisce di perseguire i responsabili e di recuperare le risorse distratte, facendo sì che il danno resti a carico della collettività». In questo modo il correttivo voluto dal Governo «riduce di fatto la tutela della finanza pubblica».

I magistrati però, dopo lo «sconcerto» con cui avevano accolto nei giorni scorsi la novità, non si spingono oltre l’annuncio che promuoveranno «ogni iniziativa utile a coniugare celerità e legalità dell’azione amministrativa nel rispetto delle norme nazionali e dei vincoli europei. Anche perché «l’abolizione di controlli in itinere, su attività specificamente volte al rilancio dell’economia, significa indebolire i presidi di legalità, regolarità e correttezza dell'azione amministrativa».

Sullo sfondo resta il «tavolo di confronto» sulla riforma complessiva di cui l’emendamento al decreto Pa offre solo il prologo. Nelle intenzioni dell’Esecutivo infatti la riscrittura in arrivo delle regole sulla giustizia si dovrà occupare anche di quella contabile su tre filoni che investono l’intera attività della Corte, spaziando dalla disciplina della responsabilità erariale al meccanismo del controllo concomitante per sfociare nell’adozione di un nuovo «Codice dei controlli».

Sul punto la Corte ha aperto nei giorni scorsi all’idea di una sede di confronto tecnico con il Governo, anche se fra i magistrati molti guardano con diffidenza e timore a questa prospettiva. Nessuna spaccatura ufficiale appare comunque all’orizzonte, perché anche ieri l’Associazione ha confermato di «sostenere i vertici istituzionali su quanto espresso nella recente audizione parlamentare» del presidente Guido Carlino.

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