Imprese

Imprese edili lanciate sul superbonus ma preoccupa la mancanza di personale specializzato

Studio Fillea Cgil: il 62% degli intervistati teme le troppe norme autorizzative

di Al. Le.

Le imprese edili sono tutte proiettate sul superbonus ma preoccupa la difficoltà a reperire personale specializzato. «Su un campione di oltre 100 aziende intervistate, rappresentative delle varie classi dimensionali e impegnate nell'edilizia privata, al netto dei tempi di uscita graduale dal Covid, il 96% si dice già impegnato in progetti, studi, approfondimenti per accedere al superbonus o ad altri programmi di riqualificazione o di messa in sicurezza anti sismica. Praticamente il 70% ritengono di incrementare i propri fatturati di almeno il 30-35% tra il 2021 e 2022 (il 13% dicono di meno, il 17% addirittura oltre il 35%)». Lo ha detto Alessandro Genovesi, segretario Generale Fillea Cgil, intervendo al convegno online «Formare per il Green Building».

«Solo il 13% delle imprese ritiene che non ha o non avrà problemi a trovare lavoratori specializzati (coibentisti, carpentieri metallici, montatori specializzati, tecnici di cantiere, coordinatori dei lavori, progettisti di bio edilizia), mentre ben l'87% si dice abbastanza (43%) o molto (44%) preoccupato nel trovare lavoratori specializzati, sia operai che tecnici. Il rischio di non trovare lavoratori specializzati è addirittura la seconda preoccupazione in assoluto (erano possibili risposte multiple) dopo la questione burocrazia», ha spiegato il leader degli edili Cgil.

Secondo lo studio Fillea, il 62% degli intervistati si dice infatti preoccupato delle troppe norme autorizzative; il 48% si dice preoccupato nel trovare lavoratori professionalizzati per soddisfare tutta l'eventuale domanda; il 33% sulla durata degli incentivi oltre il 2022; il 27% teme la concorrenza sleale di altri imprenditori; il 18% ha timore dei costi delle materie prime.

«Infine abbiamo un problema di pochi giovani e di sotto inquadramento diffuso, cioè di non riconoscimento professionale dei lavoratori. Un serpente che si morde la coda perché, anche se a fronte di maggiori conoscenze e saperi questi non vengono riconosciuti in termini di livello e salario, noi creiamo un disincentivo per tutti ad investire su competenze ed innovazione», ha avvertito Genovesi. Il 69,9% delle figure operaie è inquadrato tra il primo e secondo livello, solo il 19,7% è inquadrato come operaio di 3° livello (specializzato) e solo il 6,3% dal 4° livello in su (meno cioè di 32 mila persone) (dati 2020). «Se prendiamo la fascia dei lavoratori 18-29 anni innanzi tutto sono poco più del 10% del totale (siamo un settore agé e anche questo frena l'innovazione) e solo il 4,5 % di loro è al 3° livello; solo lo 0,9% degli under 29 è inquadrato dal quarto livello in su», ha concluso Genovesi.

Tra gli obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni, di sostenibilità, sicurezza, di ricorso a circuiti di economia circolare, «cambiano le aziende, le tecniche costruttive, i materiali, i processi (forte digitalizzazione del cantiere, Bim, progettazione dell'intervento con già incorporata la manutenzione e finanche lo smaltimento) e di conseguenza - anche le esigenze professionali e le qualifiche. Su questo ultimo punto siamo, tutti, terribilmente in ritardo» dice Genovesi.
«Vi sono stime che denunciano una carenza di lavoratori professionalizzati di oltre 40/50mila unità di cui 20mila nella fascia alta dei tecnici. Il rischio oggi è quindi quello di non cogliere fino in fondo le potenzialità sia ambientali che occupazionali connesse al super bonus e al Pnrr e comunque, visto che tale tendenza continuerà anche negli anni successivi indipendentemente dagli incentivi, al crescere di un mercato e di una domanda che potrebbero dare lavoro a decine di migliaia di persone, operai specializzati, impiegati e figure tecniche, responsabili di cantiere, responsabili di procedimenti edili (Pubbliche Amministrazioni)», avverte. Fillea, d'accordo con Legambiente, chiede un «piano straordinario». «Un piano che sia coerente con gli stessi obiettivi del Pnrr, -aggiunge Genovesi - relativi investimenti e riforme abilitanti, per riconvertire migliaia di lavoratori del settore e, al contempo, formare migliaia di giovani al green building, consegnando al Paese anche un'immagine diversa del nostro settore che sta già evolvendo, ma che dobbiamo accompagnare con una visione sistemica a partire proprio dalla formazione e dalla qualificazione professionale di tutta la squadra: operai specializzati, tecnici, impiegati, quadri».

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