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La città dell’aerospazio di Torino attira 1,1 miliardi di investimenti

Leonardo, Politecnico, Regione e Comune accelerano sul progetto

di Filomena Greco

Vale un miliardo e cento milioni di investimenti e potenzialmente attiva ricadute sul territorio per oltre tre miliardi di euro. Torino prova ad accelerare sul dossier della Città dello Spazio, progetto che vede allineati i principali protagonisti, Leonardo con le aree inutilizzate di corso Marche, Politecnico di Torino, Regione e Comune, accanto a Camera di commercio di Torino e Distretto dell’aerospazio, con il sostegno di Api e industriali. Il presidente di Finpiemonte Partecipazioni, Francesco Zambon, mette in fila le cifre di quello che per ora è ancora uno studio di fattibilità e lo fa durante l’evento di apertura di Defence e Aerospace Meetings, l’appuntamento che ogni due anni riunisce a Torino imprese del settore provenienti da tutto il mondo. Il Programma di intervento riguarda un’area da 184mila metri quadri con un mix di attività, dalla produzione ai laboratori, fino alle residenze e agli spazi per start up e incubatore Esa Bic, da poco insediato in città. Per il 50% si tratta di spazi relativi a funzioni pubbliche o di interesse generale. «Guardando al Pnrr – spiega Zambon – i diversi interventi del progetto sono di fatto coerenti con quanto prevedono sette linee di investimento del Piano, per un totale di 13,3 miliardi. Questo vuol dire che sarebbero sufficienti l’8% delle risorse del Pnrr coerenti con il progetto per coprire i costi dell’intervento».

«Qui vogliamo fare sviluppo industriale» sottolinea Marco Zoff, Managing director Divisione Velivoli di Leonardo che indica le principali linee di sviluppo del progetto: ricerca e innovazione, in collaborazione stretta con le Pmi e le start up, formazione di eccellenza, con Politecnico e Its Aerospazio e meccatronica, e infine rigenerazione urbana, con un intervento che punta a restituire alla città un’area ad oggi inaccessibile, integrata lungo la direttrice della metro, con un parco e due aree museali dedicate a tecnologie e all’esplorazione spaziale. «Per Leonardo il Piemonte ha numeri importanti, con 400 fornitori di filiera, 250 dei quali molto qualificati, 1.200 addetti tra diretti e indiretti. Nell’area di corso Marche abbiamo il cuore dei nostri laboratori che avranno il compito di mantenere livelli di eccellenza per i prossimi 30-50 anni». L’obiettivo è accelerare il trasferimento tecnologico e rafforzare il sistema industriale che ruota intorno ai big player, oltre a Leonardo, Thales Alenia Space, Avio Aero, Altec, Collins Aerospace. «Dobbiamo rimanere i migliori e i più competitivi, da soli non possiamo farcela – aggiunge Zoff – serve un ecosistema che metta insieme ricerca applicata, Pmi e fornitori, accademia, un luogo fisico dove poter lavorare insieme». In campo ci sono i fondi assicurati da Regione e Politecnico, ma senza una spinta del Pnrr sarà complicato fare passi avanti. «Dobbiamo convincere il Governo che questa iniziativa non rappresenta una minaccia per il distretto dell’aerospazio lombardo e laziale, l’obiettivo è lavorare in rete» dicono fonti della Regione Piemonte. «Il Piemonte – spiega il presidente Alberto Cirio – vuole continuare a investire e crescere nell’aerospazio, mercoledì avremo un incontro come Regioni su questo tema». La partita politica resta aperta ma intanto il progetto prende corpo e raddoppia gli spazi rispetto all’ipotesi iniziale perché integra nel piano dell’Open hub dedicato all’aerospace la possibilità di rilanciare l’aeroporto Aeritali, a ridosso dell’area, dove poter svolgere attività sperimentali e di testing. «Questo progetto rappresenta un’importante occasione di crescita per la filiera piemontese – sottolinea Fulvia Quagliotti, presidente del Dap, Distretto Aerospaziale Piemonte – che conta 350 aziende con un giro d’affari stimato in 7 miliardi ma nel quale il contributo delle imprese più piccole è ancora limitato, intorno al 15%». Gli industriali insistono sui tempi e chiedono di fare in fretta. Lo sottolinea Dario Gallina, presidente della Cdc di Torino, lo ribadisce Giorgio Marsiaj presidente dell’Unione industriale di Torino: «Consideriamo decisiva questa grande sfida, l’Unione si rende disponibile per incentivare e riorientare i processi che potranno far crescere le imprese in filiali trasversali come aerospace e automotive, ma bisogna cogliere l’occasione e accelerare».

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