Palazzo Chigi, ai dirigenti arretrati fino a 9.500 euro
Nel prossimo cedolino l’arretrato accumulato negli 82 mesi passati senza contratto
Per i 106 dirigenti di prima fascia della presidenza del Consiglio il bollino sul nuovo contratto messo lunedì dalla Corte dei conti vale un’una tantum da 9.500 euro nella prossima busta paga, oltre a un aumento sul tabellare da 160 euro lordi al mese. Per i 144 colleghi della seconda fascia l’onda contrattuale è vicina ai 6.800 euro, e l’aumento strutturale sullo stipendio di base è da 125 euro. Ecco un altro dei tanti record di Palazzo Chigi. Nello specifico, il record è negli arretrati. Perché il via libera della Corte chiude una gestazione eterna, e riguarda il contratto del 2016/2018 mentre per il personale di ministeri e agenzie fiscali è stato firmato a gennaio quello del 2019/21. A gonfiare il prossimo cedolino, quindi, è l’arretrato accumulato negli 82 mesi passati senza contratto, mentre i 7 sindacati della mini-area sopravvissuta agli accorpamenti della riforma Brunetta del 2009 ingaggiavano con l’Aran una battaglia senza fine. Come quella, ancora in corso, per i quasi 1.700 dipendenti che non hanno le stellette dirigenziali: il loro contratto porta per ora solo la firma dei sindacati rappresentativi del 50,01% del personale, ma la legge chiede il 50,1%. E gli arretrati si accumulano.