Fisco e contabilità

Per i concessionari della riscossione contratti rinegoziabili su istanza

Le aziende premono per la revisione dei contratti anche se manca la norma

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di Giuseppe Debenedetto

Anche dopo l’esame parlamentare del decreto Agosto, destinato a concludersi nei prossimi giorni con la ratifica della Camera, resta ancora irrisolta la questione della rinegoziazione dei contratti tra i Comuni e le società che svolgono l’accertamento e la riscossione delle entrate locali.

Più volte si è tentato di inserire una norma che consenta ai Comuni di allungare la durata dei contratti o di ampliare la gamma di servizi già oggetto di affidamento, per compensare le perdite di ricavi delle aziende concessionarie causate dalla crisi da Covid-19. Non c’è dubbio, infatti, che l’esonero del pagamento dell'occupazione di suolo pubblico da maggio fino a dicembre 2020, il mancato gettito dell’imposta di soggiorno, l’esenzione dell'Imu per il settore turistico, la sospensione dei pagamenti e delle azioni esecutive fino al 15 ottobre abbiano prodotti effetti devastanti sui contratti con i quali i Comuni hanno affidato alle società private iscritte all’albo i servizi di accertamento e riscossione delle entrate.

Per queste ragioni era stato chiesto un intervento di sostegno per le aziende del settore, che costituiscono un apparato tecnico operativo per la gestione delle entrate locali, indispensabile per la tenuta dell’intero sistema della fiscalità locale.

Peraltro le società non hanno chiesto sovvenzioni o contributi a fondo perduto (invece concessi alla concorrente Agenzia delle Entrate-Riscossioni, sostenuta con ben 300 milioni di euro) ma solo la possibilità di una compensazione in termini di durata dei contratti in corso e di affidamento di altri servizi, attraverso la rinegoziazione dei contratti medesimi.

L'Anacap (associazione nazionale aziende concessionarie servizi entrate enti locali), che ha più volte segnalato la questione richiedendo un intervento da parte del Governo, con una nota del 30 settembre scorso ha fornito a tutte le aziende iscritte alcune indicazioni per fare ricorso alla revisione delle condizioni contrattuali utilizzando gli strumenti operativi apprestati dal vigente ordinamento. In particolare, l’articolo 106 del codice dei contratti prevede la possibilità di introdurre varianti modificative dei contratti in corso di esecuzione, subordinandola all'esistenza di condizioni generalmente riferite ai caratteri di imprevedibilità della variante (che può derivare dal verificarsi di un evento straordinario, come la pandemia) e di non sostanzialità della stessa. Deve quindi trattarsi di una modifica che non introduca condizioni che, se previste dall'originario bando di gara, avrebbero consentito un allargamento della platea dei partecipanti.

L’Anacap invita quindi tutte le società associate ad avanzare un’istanza ai Comuni in gestione affinché si avvii il procedimento di revisione del contratto da concludere in tempi brevi.

È comunque auspicabile l'adozione di una norma che ampli i margini operativi, dando agli enti locali la possibilità di operare anche in deroga (parziale) al Codice dei contratti pubblici.

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