Personale

Piano anticorruzione e rotazione del personale, Anac mette alle strette i piccoli Comuni

L'Authority non fa sconti agli enti di ridotte dimensioni impossibilitati per carenza di personale o per la presenza di vincoli soggettivi o oggettivi

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di Michele Nico

A seguito del quesito posto da un Comune sardo di 25mila abitanti, l'Anac, con la delibera n. 480/2022, ha sollecitato l'ente locale ad applicare la misura della rotazione ordinaria del personale, obbligatoria per legge, nei confronti dei tutti gli addetti al Corpo di Polizia Locale.
In particolare, con riferimento alla mancata istituzione della figura del comandante e all'affidamento della direzione del Corpo a due coordinatori a far tempo dal 2013, l'Autorità ha evidenziato che una siffatta fattispecie è in aperta violazione della legge 190/2012 e delle indicazioni fornite dal Pna. Di qui la raccomandazione formulata al Comune:
a) di recepire, ai fini della corretta implementazione della misura della rotazione ordinaria del personale, le indicazioni fornite dal Pna, descrivendo i criteri e le fonti di disciplina, nonché adottando un'adeguata programmazione pluriennale della misura stessa;
b) di integrare il Ptpct 2022-2024 indicando i criteri di rotazione adottati, ovvero le misure alternative alla rotazione che non siano meramente riproduttive del Pna, ma che indichino puntualmente gli accorgimenti posti in essere dalla Pa per evitare la concentrazione in capo ai medesimi dipendenti dei processi decisionali e per attivare le occorrenti verifiche sull'efficacia degli strumenti volti a ridurre i rischi di corruzione.

La realtà dei piccoli Comuni
La delibera in esame evoca un caso significativo ed emblematico a livello locale, dacché l'organizzazione territoriale della nostra penisola è in prevalenza costituita da Comuni di ridotte dimensioni. Secondo i dati Istat aggiornati al 1° gennaio 2022, i Comuni italiani sono 7904, dei quali 7395 hanno una popolazione al di sotto dei 20 mila abitanti, mentre solo 509 superano tale soglia demografica. A fronte di ciò, si rileva che il Pna reca spesso misure "pensate" per i Comuni di grandi dimensioni, e che risultano sostanzialmente inapplicabili nelle realtà degli enti minori. D'altra parte, il caso in esame mostra che l'Anac non fa sconti ai piccoli Comuni, posto che nel caso di impossibilità per l'ente di attivare la rotazione per carenza di personale o per la presenza di vincoli soggettivi o oggettivi, l'Autorità si limita a un mero rimando alle misure previste dal Pna.

Le misure alternative alla rotazione
L'allegato 2 del Piano anticorruzione prevede che nel caso degli enti di dimensioni minori «le amministrazioni sono comunque tenute ad adottare misure per evitare che il soggetto non sottoposto a rotazione abbia il controllo esclusivo dei processi, specie di quelli più esposti al rischio di corruzione. In particolare dovrebbero essere sviluppate altre misure organizzative di prevenzione che sortiscano un effetto analogo a quello della rotazione», come per esempio:
• favorire una maggiore compartecipazione del personale all'attività degli uffici;
• evitare la concentrazione in capo a un solo soggetto di compiti e competenze;
• promuovere il lavoro in team;
• prevedere la «doppia sottoscrizione» degli atti da parte del soggetto cui compete l'istruttoria e di quello titolare del potere di adozione del provvedimento finale.
Si tratta, com'è evidente, di misure flebili e scarsamente incisive, che denotano la sostanziale incapacità del legislatore da un lato di garantire un efficiente funzionamento della macchina amministrativa a livello locale, e dall'altro di pianificare una reale azione di contrasto e di prevenzione dei reati nelle aree maggiormente esposte a fenomeni corruttivi.

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