Fisco e contabilità

Pnrr: obiettivi e traguardi 2022, Italia capolista

Report OReP: conseguito il 21% degli obiettivi attesi; dietro Spagna (20%) e Croazia (13%)

di Andrea Carli

La partita per un restyling (o riallineamento) del Pnrr è in corso. E vede in campo anche l’Italia. La scadenza per aggiornare il piano è il 30 aprile. Il conto alla rovescia è iniziato. In attesa che si definisca il nuovo assetto, un’indagine dell’OReP, l’Osservatorio sul Recovery Plan promosso dal Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Roma Tor Vergata e da Promo PA Fondazione fa il punto su quello che abbiamo alle spalle. L’istantanea che ne esce vede il nostro Paese al primo posto della classifica europea dei milestone (traguardi) e dei target (obiettivi) raggiunti fino a dicembre 2022.

Il programma europeo Next Generation EU, ricorda il documento, si articola in sei pilastri di azione (“pillars”) che sono comuni a tutti i paese europei e che, nel caso italiano, sono stati declinati nelle sei Missioni. Partendo da questi ambiti comuni di intervento - Trasformazione digitale, Transizione verde, Crescita smart sostenibile, Coesione sociale e territoriale, Salute e resilienza economica sociale e istituzionale, Politiche per le future generazioni – la Commissione europea ha messo a punto uno strumento, denominato “Recovery and Resilience Scoreboard” (“quadro di valutazione del Pnrr”, ndr) che consente di confrontare le performance dei Paesi destinatari delle risorse del programma, sia dal punto di vista finanziario sia da quello del raggiungimento dei target e milestones.

Dei 446 tra Milestone e Target considerati raggiunti a livello complessivo per il 2022, l’Italia guida la classifica: ha conseguito il 21% degli obiettivi attesi, seguita dalla Spagna con il 20% e dalla Croazia (13%). Le prime due, va detto, sono anche quelle che hanno ottenuto la maggiore quantità di risorse e, dunque, hanno una maggiore quantità di Traguardi e Obiettivi da perseguire.

A dicembre 2022, il 55% del numero di Milestone e Target europei raggiunti corrispondono a due pilastri: il 29% (133) a Transizione verde e il 26% (119) a Salute e resilienza economica sociale e istituzionale. I pilastri più deboli risultano essere Coesione sociale e territoriale e Politiche per le future generazioni, che rappresentano rispettivamente solo lo 0,1% e il 0,2% dei M&T e che confermano una certa fragilità dei recovery plan europei sui temi della coesione territoriale (su cui in effetti esistono gli strumenti dedicati della politica di coesione) e dei giovani, su cui solo la Francia ha una missione dedicata.

Per quanto riguarda invece la erogazioni finanziarie complessive, il pilastro della Crescita smart sostenibile e inclusiva ha ottenuto la maggior parte delle risorse, oltre 22 miliardi di euro, seguito da Salute e resilienza economica sociale e istituzionale con circa 20 miliardi. Transizione verde e Coesione sociale ottengono circa 15 miliardi ciascuno.

E l’Italia? Prima beneficiaria del programma, ha ricevuto fino ad oggi dal programma NGEU circa 40 miliardi di esborsi (prime due rate, escluso il prefinanziamento). Il report mette in evidenza che, anche se il maggior numero di milestone e target sono stati raggiunti per Transizione verde e Trasformazione digitale, il pilastro Crescita smart sostenibile e inclusiva è quello che a oggi ha ottenuto la maggior quantità di risorse tra prestiti e sovvenzioni (11,3 miliardi), grazie al successo dei bandi della Missione 5 dedicati all’inclusione sociale.

Da un confronto tra Italia, Spagna e Francia, si delineano le priorità dei paesi: per la Spagna quasi il 27% degli esborsi sono destinati a Salute e resilienza economica sociale e istituzionale, seguito dal pilastro Crescita smart, sostenibile e inclusiva (25%) mentre Francia e Italia sembrano più equilibrate nella distribuzione delle risorse tra i diversi obiettivi.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©