Urbanistica

Pnrr: a porti, aree industriali e strade 630 milioni nelle Zone economiche speciali del Sud

Rfi è attuatore per 95,7 milioni, Anas per 17, le Autorità di sistema portuale per 216 e le Regioni per 300 milioni

immagine non disponibile

di Carmine Fotina

È pronto il riparto per singola opera della dote di 630 milioni che il Piano nazionale per la ripresa e resilienza (Pnrr) destina alle Zone economiche speciali del Sud. Il decreto del ministero per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili di concerto con il ministero per il Sud arriverà il 2 dicembre sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni ed è uno degli obiettivi del Pnrr che il governo deve raggiungere entro il 31 dicembre 2021.

La ripartizione riguarda nel complesso 33 interventi tra completamenti e adeguamento di infrastrutture di collegamento alle Zone. Dei 630 milioni 600 sono coperti con le risorse del Fondo nazionale sviluppo e coesione che il governo ha agganciato a quelle europee nell’ambito del Pnrr.

Risorse che sbloccano diverse opere di raccordo con i porti attese da tempo, ma serviranno a poco se non si sbloccherà rapidamente anche la partita dei commissari straordinari delle Zes chiamati a concretizzare le misure di semplificazione adottate con il primo decreto Pnrr-semplificazioni di maggio e poi con il più recente decreto sull’attuazione del Piano. Su otto Zone, si è partiti a maggio con la nomina di Mauro Miccio per l’Abruzzo e si è appena concluso anche l’iter per Giosy Romano in Campania. Si attendono ancora le altre sei nomine.

I 630 milioni del Pnrr vedono per poco più di 300 milioni le Regioni come soggetto attuatore. Rfi (Rete ferroviaria italiana) è attuatore per 95,7 milioni, Anas per 17 milioni e le Autorità di sistema portuale per 216.

La quota più consistente è destinata alla Zes Campania con 136 milioni seguita dalla Calabria con 111,7 milioni. Alla Zona interregionale Ionica Puglia-Basilicata vanno interventi per 108,1 milioni, alla Adriatica Puglia-Molise 90,3 milioni, all’Abruzzo 62,9 milioni, alla Sicilia occidentale 56,8 e alla Sicilia orientale 54,2. Alla Zona prevista in Sardegna, l’unica delle otto che non è stata ancora istituita, sono assegnati 10 milioni.

In Campania si finanziano tra l’altro le infrastrutture di accesso all’area industriale di Marcianise-Maddaloni, a Salerno la sistemazione della viabilità per il porto e la nuova stazione metropolitana “Zona industriale”, operazioni di reindustrializzazione e recupero ambientale nell’area industriale di Nola. Altri interventi riguardano le aree industriali Fisciano-San Severino, Battipaglia e Valle Ufita. In Calabria cinque interventi riguardano l’accessibilità al porto di Gioia Tauro, per complessivi 101 milioni di cui 57,7 per gli impianti ferroviari di Sibari, San Pietro a Maida, Nocera Terinese e Rosarno, uno il porto di Reggio Calabria e uno il porto di Villa San Giovanni. Per la Zona Adriatica 41 milioni vanno al porto di Manfredonia e ulteriori interventi sono previsti per le aree industriali di Termoli, Brindisi e Lecce. Nella Ionica sono interessate l’area industriale di Taranto (8,1 milioni per implementazione impiantistica e predisposizione del centro servizi di trasporto dell’area retroportuale) e quelle di Potenza (20 milioni) e Matera (30 milioni). In Abruzzo finanziamenti per i collegamenti con il porto di Ortona, per il potenziamento del porto di Vasto e per le aree industriali di Saletti e Manoppello. Per la Zes Sicilia orientale interventi di accessibilità ai porti di Riposto, Sant’Agata di Militello e Gela e per l’interporto di Catania, in Sicilia orientale si finanzia il potenziamento del collegamento tra il porto e l’area industriale di Trapani. I 10 milioni per la Sardegna andranno alle strade di collegamento con il porto di Cagliari.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©