Urbanistica

Progetti in zona sismica, ok in 30 giorni con silenzio-assenso «certificato»

Dimezzati i tempi di risposta degli uffici tecnici regionali, poi l'ok. Cardinale (Cni): passo nella direzione giusta

di Mauro Salerno

Ancora un tentativo di accelerare la realizzazione dei progetti in zona sismica, locuzione che individua gran parte del territorio italiano (4.613 comuni, che coprono il 72% della superficie) . Dopo un primo pacchetto di semplificazioni entrate in campo con il decreto Sblocca-cantieri dell'anno scorso, il secondo capitolo è contenuto nel decreto Semplificazioni in vigore da pochi giorni. Prima di procedere con i lavori, questi progetti devono essere vagliati e autorizzati dall'Ufficio tecnico regionale. Ecco allora che nel primo passaggio, con il Dl Sblocca-cantieri, si è tentato di snellire le procedure di presentazione e deposito delle pratiche edilizie (riducendo anche il numero di copie da consegnare) e il contenuto minimo dei progetti previsti dal Testo Unico dell'edilizia, classificando gli interventi in base al rischio (alto, basso o assente) di produrre danni all'incolumità pubblica. Ora, il Dl Semplificazioni interviene con una serie di misure mirate a tagliare i tempi di reazione degli uffici e soprattutto a evitare che una mancata risposta finisca per paralizzare i progetti, recintandoli nella "sala d'attesa delle autorizzazioni" senza altra via d'uscita.

La prima novità è il dimezzamento dei tempi entro i quali l'ufficio tecnico regionale deve esprimersi sul progetto. La vecchia versione dell'articolo 94 del Testo unico edilizia, che

diciplina la procedura, prevedeva che la risposta dovesse arrivare in 60 giorni. Dal 16 settembre, giorno di entrata in vigore del decreto Semplificazioni quel termine è stato ridotto a 30 giorni.

Più che il termine dimezzato, però, conta di più l'altra novità prevista dal decreto per far sì che la velocizzazione dei permessi sia effettiva, senza essere semplicemente affidata alla "buona volontà" dei funzionari degli uffici tecnici regionali.

La norma non lascia più scadere il termine senza conseguenze, come accadeva prima. Trascorsi i 30 giorni previsti per ottenere l'autorizzazione scatta il silenzio-assenso. Con una novità determinante per trasformare quel silenzio - spesso considerato un appiglio troppo debole per far partire un progetto - in una reale approvazione dell'intervento.

Trascorsi i termini ridotti, il richiedente potrà infatti rivolgersi allo Sportello unico edilizia e farsi rilasciare, anche in via telematica, un'attestazione della formazione del silenzio-assenso sul progetto. Quasi un'autorizzazione espressa. In assenza di richieste di integrazione dei documenti o di formalizzazione di un diniego, il rilascio di questa attestazione deve avvenire entro 15 giorni dalla richiesta. Per arginare gli eventuali rischi di un mancato check preventivo, la norma prevede anche che i progetti autorizzati con la formula del silenzio assenso acquisiscano priorità nei controlli a campione dei cantieri.

"È una novità che può avere un impatto importante sulla velocizzaizone del rilascio delle autorizzazioni preventive - commenta Giovanni Cardinale, vice-presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri - . Forse non sarà del tutto risolutiva ma è un passo notevole nella direzione di avere maggiore certezza dei tempi di rilascio dei permessi". Cardinale sottolinea che in alcune aree del Paese l'attesa per l'autorizzazione preventiva necessaria in zona sismica si può fare attendere anche per quattro o cinque mesi. "Si immagini cosa vuol dire dover sottoporre a un'attesa di questo tipo un progetto che magari ambisce al superbonus per il miglioramento energetico e sismico che scade il 31 dicembre 2021". Praticamente, "è come negare la possibilità di accesso agli incentivi nelle aree dove risulta più necessario".

La soluzione definitiva al problema delle attese paralizzanti, secondo Cardinale - che fa anche parte della commissione Mit che ha appena finito di riscrivere il Testo unico dell'edilizia (Dpr 380/2001) - arriverà con il nuovo Testo unico delle costruzioni, dove confluiranno le regole per realizzare ogni tipo di progetto. "Nel testo finale è stato deciso di cancellare la necessità di richiedere l'autorizzazione preventiva - spiega l'ingegnere -. In un progetto sono coinvolti progettisti, direttori dei lavori, collaudatori. È arrivato il momento di responsabilizzare i professionisti che hanno le competenze per valutare nel dettaglio conformità e impatto di un'iniziativa edilizia, piuttosto che affidare questo compito a un ufficio pubblico che spesso non ha né gli strumenti né il background necessario per vagliare i progetti più complessi". "Tutti sanno - conclude Cardinale - che le difficoltà e le incertezze degli uffici rispetto alle responsabilità legate alle autorizzazioni sono forse la causa principale dell'allungamento dei tempi di rilascio dei permessi".

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