Riscossione al buio senza proroga dei contratti
La questione è stata sollevata dall'Anci e anche più volte dall'Anacap
É necessario un intervento di sostegno in favore delle aziende preposte alla gestione e alla riscossione delle entrate locali, da effettuare a costo zero per la finanza pubblica. È quanto evidenziato dall'Anci il 1° settembre scorso durante l'audizione in Commissione Bilancio del Senato per la conversione in legge del Dl 104/2020.
Il decreto Agosto non contiene una norma che conceda agli enti locali di rinegoziare i contratti attraverso un allungamento della durata oppure l'ampliamento della gamma di servizi già oggetto di affidamento. La disposizione è stata, infatti, stralciata all'ultimo momento dal decreto Rilancio (Dl 34/2020) con la motivazione che sarebbe stata inclusa in una norma generale sulla semplificazione degli appalti. Rassicurazione tuttavia non più concretizzatasi né in sede di adozione del decreto Semplificazioni (Dl 76/2020) e neppure in sede di conversione in legge del Dl 34/2020, nonostante la presentazione di emendamenti opportunamente riformulati dal ministero dell'Economia e delle finanze e la presentazione di una analoga proposta emendativa da parte di Anci-Ifel.
La questione è stata più volte evidenziata dall'Anacap (associazione nazionale aziende concessionarie servizi entrate enti locali) che, con una nota del 3 settembre scorso, ha chiesto al Presidente del Consiglio e al vertice del ministero dell'Economia e delle finanze una convocazione urgente, esprimendo il proprio disappunto per il totale disinteresse dimostrato nei confronti delle aziende del settore. Eppure le società non hanno chiesto sovvenzioni o contributi a fondo perduto (invece concessi a tutti e anche alla concorrente agenzia delle Entrate-Riscossioni, sostenuta con ben 300 milioni di euro) ma solo la possibilità di una compensazione in termini di durata dei contratti in corso e di affidamento di altri servizi, attraverso la rinegoziazione dei contratti medesimi.
Anche l'Anci chiede ora al Governo un intervento di sostegno per le aziende del settore, evidenziando che non si tratta di un intervento «settoriale» - pur comprensibile in termini economici - ma di un sostegno all'apparato tecnico operativo che caratterizza la gestione delle entrate locali, rappresentato in misura significativa dalle società private affidatarie di tali servizi. È infatti innegabile che ci sia in gioco la tenuta dell'intero sistema della fiscalità locale, dal momento che l'interruzione delle attività esternalizzate avrebbe gravi ripercussioni finanziarie e organizzative sulla stragrande maggioranza dei Comuni, molti dei quali non sono in grado di gestire direttamente il servizio. Il tutto anche a discapito dell'attività di recupero delle entrate locali, tema sul quale il Governo si è finora mostrato sensibile avendo introdotto la riforma della riscossione coattiva locale (legge 160/2019), attesa da oltre un quindicennio, consentendo peraltro ai Comuni di accedere gratuitamente all'archivio dei rapporti finanziari (conversione in legge del Dl 76/2020).
Interventi normativi strutturali e rilevanti che segnano una svolta decisiva nella lotta all'evasione ma che rischiano di essere vanificati dalla mancanza di un importante supporto operativo per i Comuni.