Superbonus 110% verso tetti di spesa più alti per gli interventi di miglioramento sismico
Tra gli emendamenti al Dl Rilancio anche le proposte dei Cinque Stelle mirate a incentivare i progetti di adeguamento strutturale degli edifici
Non c'è solo il progetto di includere tutte le seconde case e magari provare ad allargarsi oltre il 2021 tra i progetti di potenziamento del Supebonus 110% allo studio del Parlamento. Tra gli emendamenti al decreto legge Rilancio di cui si parla in questi giorni spunta anche la volontà del Movimento Cinque Stelle di incentivare gli interventi pesanti sugli interi edifici, puntando sull'aumento dei tetti di spesa previsti per le operazione di miglioramento sismico dei fabbricati.
L'annuncio degli emendamenti mirati a innalzare i tetti di spesa ancora ancorati allo soglia - ritenuta piuttosto bassa - di 96mila euro è arrivata da due deputati del Movimento (Patrizia Terzoni, vicepresidente della commissione Ambiente della Camera e Luca Sut, capogruppo in commissione Attività produttive). «Stiamo lavorando per migliorare ulteriormente la portata e i meccanismi applicativi del provvedimento», hanno scritto i due parlamentari sul blog M5S.
Per quanto suggestiva va detto che l'idea rischia però di cozzare con le poche risorse ancora a disposizione per implementare le misure della maxi-manovra di maggio e con il monitoraggio sicuramente occhiuto che i custodi del bilancio dello Stato riserveranno nei confronti dei tentativi di allargare le maglie del decreto da parte del Parlamento. Al momento l'ipotesi sarebbe quella di alzare da 96mila a 130mila euro il tetto di spesa per gli interventi anti-sismici per ogni unità abitativa, a condizione che il progetto permetta il passaggio a due classi di rischio sismico inferiori. Ci sarebbe poi anche l'intenzione di un focus particolare per le aree già colpite dal terremoto «Nelle aree terremotate dell'Italia centrale, Molise, Sicilia, Campania ed Emilia Romagna - aggiungono i due deputati - proponiamo di aumentare la soglia del sisma bonus fino a 130mila euro per unità immobiliare così da dare un incentivo ad accelerare la ricostruzione».
Alla Camera sicuramente parecchia attenzione dovrà essere destinata a oliare al massimo le procedure di cessione del credito alle imprese e ancora meglio dalle imprese alle banche. È ormai chiaro che è qui che si giocherà la vera partita destinata decretare il successo o il flop del superbonus. Senza procedure semplici - quasi automatiche verrebbe da dire - per permettere lo sconto di tutte le spese in carico ai proprietari è molto probabile che il meccanismo finirà per incepparsi, facendo la fine dei tentativi già realizzati negli anni precedenti, con esiti non proprio brillanti se si escludono il bonus del 50% per le ristrutturazioni e l'utilizzo dell'ecobonus 65% per la sostituzione degli infissi.
L'altro punto dolente rischia di essere l'obbligo di seguire i Criteri ambientali minimi (i famigerati Cam) definiti dal ministero dell'Ambiente per la scelta dei materiali da utilizzare negli interventi da agevolare tramite Superbonus 110 per cento. Dopo le segnalazioni - anche su questo punto fatte per prima proprio dalle pagine di questo giornale - ora la misura è entrata anche nel mirino die costruttori che ne hanno chiesto la rimozione in Parlamento.
Altro elemento chiave sarà il provvedimento dell'Agenzia delle Entrate destinato a calare dalla pagine della Gazzetta Ufficiale alla realtà il meccanismo concreto di attuazione dell'inventivo provando a delineare le prime soluzioni per le decine di questioni applicative che il nuovo meccanismo dovrà sicuramente affrontare. Ancora prima del via sono già molte le questioni aperte come testimoniano le decine di richieste di chiarimento spedite dai proprietari interessati al bonus al servizio di risposta a quesiti offerto agli abbonati di questo giornale.