Trasporto locale, per i bus una vita media di 10 anni
In Molise il record negativo con autobus in attività per 16,8 anni in media
Ci sarebbero almeno 3mila autobus da sostituire entro il 2023, ma procede troppo lentamente il rinnovo dei veicoli per il trasporto pubblico locale e a ostacolare il processo sono le norme stilate in un periodo di attesa ripresa economica mentre oggi società e amministrazioni locali affrontano tutti i problemi di una economia quasi di guerra.
Questo il fil rouge del primo Forum nazionale della nuova mobilità sostenibile e collettiva che si è tenuto ieri a Rimini durante IBE Intermobility and Bus Expo. Si dovrebbe parlare di emergenza sostenibilità perché in Italia l’età media degli autobus per il trasporto pubblico locale è di 10,3 anni con il record negativo del Molise dove si arriva a 16,8 anni. Questi i dati presentati da Giuseppe Catalano, coordinatore della Struttura tecnica di missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’alta sorveglianza del Mims e presidente del Comitato tecnico scientifico IBE. In termini di classi di inquinamento Toscana, Umbria, Veneto, Abruzzo, Calabria, Basilicata, Sicilia e Molise sono le regioni con la maggiore percentuale di bus Euro 2 e Euro 3: oltre il 40% secondo i dati del Mims aggiornati alla fine di settembre. «Nell’ultimo triennio il rinnovo delle flotte del Tpl è stato sicuramente centrale nell’azione del ministero – continua Catalano – avendo completato la ripartizione delle risorse previste dal Piano strategico nazionale con oltre 3 miliardi dal 2019 al 2033, i finanziamenti ulteriori di 2,5 miliardi di euro previsti dal Pnrr e dal Piano nazionale complementare, e da ultimo, 175 milioni nell’ambito del Fondo React-Eu».
«Risorse importanti, ma decise prima della guerra» ricorda Andrea Gibelli, presidente di Asstra Confindustria, l’associazione nazionale delle aziende di trasporto pubblico locale in Italia che chiede il riconoscimento dei ristori per i mancati ricavi per il 2021 e il 2022 e di sbloccare i pagamenti alle aziende. Una partita da almeno 1,2 miliardi di euro necessari per garantire l’equilibrio economico-finanziario delle aziende del Tpl. Senza ristori «Asstra non pagherà ai lavoratori la 2 tranche dell’una tantum prevista con l’accordo del contratto del 10 maggio 2022» aggiunge il presidente.
Il traguardo da raggiungere è quello di una mobilità come un servizio, integrata e sostenibile.