Imprese

Ucraina, piano Simest da 500 milioni di euro per la ricostruzione

Primo pacchetto di strumenti agevolati per sostenere le imprese italiane

di Celestina Dominelli

La direzione l’ha anticipata, a fine aprile, il vicepremier e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, durante la conferenza voluta dal governo Meloni per discutere la tipologia di sostegno e di collaborazione necessari alla ripresa e alla ricostruzione dell’Ucraina e per rimarcare lo stretto coordinamento tra i due Paesi attraverso un rafforzamento della cooperazione bilaterale. «L’Italia vuole mettere in campo Cdp e Simest per garantire supporto finanziario e credito all’export».

Così la società presieduta da Pasquale Salzano e guidata da Regina Corradini D’Arienzo si è attivata per garantire un piano da 500 milioni articolato in tre mosse. Si tratta di un pacchetto di strumenti agevolati per supportare, da un lato, la competitività delle esportazioni di beni di investimento italiani e rafforzare la solidità patrimoniale degli esportatori, nonché, dall’altro, per investire direttamente in controllate di società italiane costituite in Ucraina.

Il pacchetto di misure poggia sui fondi agevolati che Simest gestisce in convenzione con la Farnesina. L’intervento della società controllata dal gruppo Cassa depositi e prestiti è imperniato, come detto, su tre diversi tasselli. Una prima forma di supporto sarà rappresentata dai contributi a fondo perduto per l’export in Ucraina di beni di investimento. In altri termini, Simest potrà supportare le forniture di macchinari e impianti verso quel territorio consentendo agli esportatori italiani di offrire dilazioni di pagamento a medio o lungo termine agli acquirenti ucraini grazie per l’appunto a un contributo a fondo perduto che consente di minimizzare/azzerare il costo dello sconto dei titoli di pagamento (il contributo export su credito fornitore).

La società sosterrà poi il tessuto produttivo nazionale impegnato nella ricostruzione attraverso la concessione di finanziamenti agevolati a condizioni vantaggiose (zero garanzie e quota di cofinanziamento perduto del 10%) che consentiranno di rafforzare la solidità della filiera di subfornitori italiani coinvolti in quel processo.

Le imprese italiane impegnate in Ucraina potranno infine incassare un ulteriore assist di Simest: la controllata di Cassa potrà infatti supportare la realizzazione di investimenti diretti (per esempio nel settore delle infrastrutture), coinvestendo nel capitale di joint venture o società costituire in territorio ucraino con orizzonte temporale di lungo termine.

Insomma, la “macchina” di Simest è pronta a marciare a pieni giri su questo fronte, come peraltro ha fatto nei primi quattro mesi dell’anno assicurando la massima spinta agli esportatori italiani. Secondo la fotografia scattata dalla stessa società, le operazioni di supporto all’export hanno infatti raggiunto i 5,77 miliardi di euro da gennaio ad aprile, registrando una forte crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando l’asticella si era fermata invece a circa 200 milioni.

Il numero delle imprese esportatrici servite è cresciuto del 40 per cento. Attraverso gli strumenti “contributo export su credito acquirente” e “contributo export su credito fornitore” sono state infatti messe in pista 54 operazioni in favore di circa 30 imprese per esportazioni in 35 Paesi diversi.

Se si guarda ai numeri dei primi quattro mesi del 2022, il cambio di passo è evidente con dati in netto aumento, a conferma del ruolo chiave svolto da Simest nel sostegno della crescita del made in Italy sui mercati internazionali. Un sostegno che si è andato intensificando negli ultimi mesi e che dimostra la capacità della società di intercettare appieno le esigenze degli esportatori italiani attivi sui mercati esteri.

Tornando ai risultati del contributo export, emerge una notevole diversificazione delle geografie destinatarie delle forniture italiane: si va dall’Etiopia all’Usa, da Malta alla Costa d’Avorio. Quanto ai settori merceologici interessati dalle operazioni conseguite nei primi quattro mesi del 2023, a fare da traino sono stati soprattutto i trasporti, i macchinari (in primis, tessili, packaging e utensili) e impianti (dal manifatturiero all’industria meccanica, dall’industria alimentare a quella chimica).

Il supporto di Simest è avvenuto attraverso il contributo export che è uno strumento gestito in convenzione con il ministero degli Affari esteri e che consiste in un contributo in conto interessi, a fondo perduto e totalmente gratuito, a favore della crescita delle esportazioni italiane nel mondo e destinato alla parziale o totale riduzione del costo dello smobilizzo di titoli di pagamento emessi dall’acquirente estero a fronte dei contratti di vendita.

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