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Venezia agli ultimi investimenti per completare l'opera del Mose

Da un impianto fotovoltaico l'energia per azionare le 78 barriere galleggianti. Previsti 63 milioni l'anno per il funzionamento. Costi di gestione più alti

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di Jacopo Giliberto

Forse è la volta buona, il rettilineo finale da cui si vede lo striscione del traguardo. Il traguardo in questo caso viene chiamato dagli esperti con la locuzione "assunzione in consistenza", cioè quando lo Stato, committente dell'opera, rileverà dal Consorzio Venezia Nuova il Mose, e le colossali barriere mobili per salvare Venezia dall'alta marea diventeranno bene indisponibile dello Stato. Quando? In teoria il Mose sarà finito e consegnato il 31 dicembre 2023, fra un anno e mezzo. Con due anni di ritardo rispetto alla previsione. Nella fase finale il Mose aggiungerà un tono di colore verde al giallo-segnalamento: il verde, in questo caso, è l'energia pulita fotovoltaica con cui verranno azionate le 78 barriere galleggianti delle quattro dighe a scomparsa.Il cantiere era stato aperto in favor di telecamere il 14 maggio 2003 dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi; la chiusura dell'opera, dopo lo stop per il processo sulle bustarelle e sugli sprechi babilonesi, era prevista per il 31 dicembre scorso. Data rinviata al 31 dicembre dell'anno venturo.Dissipazioni comprese, è costato 6 miliardi, per i più pignoli 5.493 milioni, cui vanno aggiunti circa 63 milioni l'anno per i costi di gestione, per gli stipendi del personale che dipenderà dall'ipotetica Agenzia per Venezia, per la manutenzione.(Previsione facile: i 63 milioni l'anno non basteranno). In febbraio è stato firmato l'accordo tra lo Stato e il Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico, accordo che ha chiuso le pendenze, ha ristrutturato i debiti e ha disciplinato il futuro: il completamento delle opere, la prosecuzione delle attività di avviamento e il primo ciclo di manutenzione delle barriere.

Controlli in corso
Ieri è stata condotta un'ispezione alle barriere. «Ispezioni e video-ispezioni fatte da esperti non hanno rinvenuto corrosioni su barriere e cerniere», ha la commissaria straordinaria per il Mose, Elisabetta Spitz, illustrando i risultati del lavoro svolto dall'Istituto francese della corrosione diretto da Nicolas Larché. «Il Mose funziona e gode di ottima salute. Questo lo abbiamo visto negli ultimi 33 sollevamenti e in seguito alle ispezioni», ha aggiunto Ilaria Bramezza, capo dipartimento per le opere pubbliche del ministero delle Infrastrutture.

Un periodo meno tormentato
La marea astronomica è entrata in un ciclo molto basso e, fatte salve le imprevedibilità del meteo, il Mose in completamento non dovrebbe essere sottoposto agli stress pazzeschi degli anni passati, quando le squadre lavoravano senza dormire la notte per tagliar fuori da Venezia le acqua alte più disastrose. «Quando arriverà l'autunno dovremo comunque stare molto attenti. Il presidio dei tecnici della struttura d'emergenza è presente e attivo anche in questi mesi estivi», dice Spitz.

Progetto decarbonizzare
Tra i progetti per il gran finale spicca la decarbonizzazione. È terribilmente energivora la colossale macchina di 4 dighe mobili con 78 elementi a scomparsa. Compressori, servomeccanismi, attuatori aprono e chiudono l'enormità di un bacino di 550 chilometri quadri al quale l'Ispra ha appena riconosciuto lo status di laguna a tutti gli effetti dopo anni in cui stava trasformandosi in un lago salato. Così la commissaria Spitz ha affidato all'Eni un progetto rinnovabile. «Il presupposto è consegnare un'opera che sia efficiente dal punto di vista tecnologico e a basso impatto ambientale, trovando un modo per abbattere i consumi energivori», dice Spitz. Le aree ampie del Mose — sponde, piazzali, terrapieni, dighe, barriere e così via — potrebbero essere tappezzate con pannelli fotovoltaici, «in modo da assorbire l'energia prodotta soprattutto durante i sollevamenti e restituire quella in eccedenza».

Che cosa manca ancora
Si stanno completando i collegamenti di fibra ottica per sostituire i ponti radio dell'esercito che hanno assicurato comunicazioni e automatisimi; la sicurezza, sia security e sia safety. Gli arredi, alcuni lavori di servizio e alcuni lavori architettonici per nascondere alla vista gli impianti. Vanno completate le conche di navigazione (nel settembre 2023 saranno finiti i lavori per la conca sbagliata di Malamocco ed è stato sbloccato il lavoro per quella di Chioggia). Il Cipes con una delibera ha messo a disposizione i 538 milioni di risparmi conseguiti negli anni, di cui circa 300 andranno a finire il Mose e le conche di navigazione e il resto è destinato alle altre azioni di salvaguardia di Venezia e della laguna diverse dal Mose, come l'isolamento di San Marco dalle acque alte.

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