Fisco e contabilità

Via libera a 1,1 miliardi per sconti Tari e aiuti alle famiglie

Due provvedimenti, attuativi del decreto Sostegni-bis, mettono in moto le misure principali per gli enti locali

di Gianni Trovati

Via libera della Stato città alla distribuzione di 1,1 miliardi ai Comuni, divisi nei due capitoli dedicati rispettivamente agli sconti Tari e alla solidarietà alimentare ora estesa al sostegno per le spese di bollette e affitti delle famiglie più in difficoltà.

I due provvedimenti, attuativi del decreto Sostegni-bis, mettono in moto la coppia di misure principali previste per gli enti locali. Agli sconti Tari finiscono 600 milioni, integralmente ripartiti dal decreto esaminato ieri in Conferenza. A differenza di quanto accaduto lo scorso anno, i fondi servono a finanziare le riduzioni tariffarie da riservare alle utenze non domestiche, colpite dai provvedimenti di chiusura o di restrizione delle attività nel nome del contrasto alla diffusione della pandemia.

A ogni Comune il provvedimento assegna una quota pari al 79% circa degli aiuti erogati nel 2020, quando ai Comuni furono assegnati nel complesso 1,02 miliardi per ridurre il carico della Tari anche alle utenze domestiche (265 milioni) oltre che a negozi e imprese (755 milioni). La scelta del legislatore di concentrarsi ora su queste ultime ovviamente non impedisce alle amministrazioni di praticare sconti anche per le famiglie: a patto, però, di riuscire a coprirle con risorse di bilancio, o ripescando i fondi non impiegati lo scorso anno, ma senza spalmare il costo sugli altri contribuenti.

Al bis della solidarietà alimentare sono dedicati 500 milioni. In questo caso i criteri di riparto cambiano drasticamente rispetto all'anno scorso, e puntano decisamente verso le regioni del Mezzogiorno. A determinare la nuova geografia delle assegnazioni è il diverso peso assegnato al parametro del reddito, che misura il contributo da riconoscere a ogni Comune in base alla distanza fra il reddito pro capite registrato nel suo territorio e quello medio nazionale. Questo indicatore pesa per il 50%, mentre era limitato al 20% nella duplice edizione dello scorso anno, e lascia l'altro 50% al parametro demografico, che nel 2020 contava per l'80%. La scelta di modificare i parametri si spiega con l'esigenza di compensare almeno in parte la distribuzione territoriale del fondo per le funzioni fondamentali, che essendo parametrato sul gettito e quindi influenzato dalla capacità fiscale di ogni territorio si è indirizzato prevalentemente a Nord. Oltre che per i buoni alimentari, queste risorse portanno essere impiegate dai Comuni anche per pagare bollette e affitti dei nuclei famigliari più poveri.

Nel pacchetto dei provvedimenti esaminati dalla Conferenza c'è anche il riparto dei 65 milioni sul 2021-23 per le iniziative di sicurezza urbana e i 5 milioni per la manutenzione straordinaria degli immobili da assegnare a Polizia e Carabinieri nei Comuni in dissesto.

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