Via libera alla manovra: fondo da 3,6 miliardi per le assunzioni Pa
Ok del Governo alla legge di bilancio: risorse per gli ingressi extra nei ministeri negli anni 2021-2032. Con gli stanziamenti in più il nuovo contratto del pubblico impiego costa 6,7 miliardi
Dopo l’ennesimo fine settimana di lavorio sul testo, la legge di bilancio è arrivata ieri pomeriggio al secondo esame del consiglio dei ministri chiesto dal Quirinale per la lunga sospensione che ha seguito il «salvo intese» del 18 ottobre. Nella sua ultima veste, la legge di bilancio conta 228 articoli, divisi in 20 capitoli a loro volta raggruppati in due parti e chiusa dalle regole sui fondi e dagli stati di previsione dei ministeri. Ma è solo il primo passo dei nuovi interventi che, come ha ribadito ieri il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, presto saranno «potenziati ulteriormente» con altri aiuti a imprese e famiglie colpite dalle nuove restrizioni ristori e altre misure per «il sostegno alla ripresa dell’economia». Tanto che ieri in consiglio dei ministri si è affacciata la discussione sul nuovo scostamento di bilancio, che potrebbe valere fino a 20 miliardi (come anticipato su Enti locali & edilizia di venerdì scorso) e arrivare fra venerdì e l’inizio della prossima settimana per essere votato in Parlamento il 25 novembre.
Quella della legge di bilancio è un’architettura complessa. In linea con l’impostazione di una manovra che distribuisce le sue norme, spesso di dettaglio e microsettoriali, un po’ in tutti i campi, dalla sanità al pubblico impiego, dalle imprese all’occupazione, dalla famiglia, dalla riscossione all’ambiente fino a turismo e cultura.
Un capitolo particolarmente ricco è quello che la nuova manovra dedica al pubblico impiego. Che nel titolo 14 del disegno di legge trova non solo risorse ulteriori per il rinnovo contrattuale. Ma anche un fondo, nuovo anche nel meccanismo, che mette a disposizione 3,63 miliardi dall’anno prossimo al 2033, con una stabilizzazione da 315,4 milioni annui da quell’anno, per le assunzioni che i ministeri e la Pubblica amministrazione centrale in genere potranno portare avanti in deroga alle regole generali che limitano spesa e turn over. Un primo pacchetto di nuovi ingressi viene già dettagliato dal testo della manovra. Che prevede per esempio 3.280 assunzioni nella giustizia, 140 al ministero delle Politiche agricole, 250 al Viminale, 142 al ministero della Salute, 550 alle Ragionerie territoriali dello Stato, 61 all’agenzia nazionale delle erogazioni in agricoltura e così via. Le Pa del Sud potranno poi assumere nei prossimi tre anni 2.800 persone (126 milioni di spesa annua) per la gestione dei fondi europei.
Almeno a leggere il testo della manovra, insomma, il pubblico impiego non sembra toccato dalla crisi occupazionale e di reddito che sta travolgendo quasi tutti i settori del privato. Anzi. Nella manovra ci sono i 400 milioni aggiuntivi promessi qualche settimana fa dal governo che portano a 3,8 miliardi lo stanziamento complessivo per il rinnovo contrattuale relativo al 2019/2021. Il bilancio statale, come sempre, raccoglie i fondi necessari al contratto delle pubbliche amministrazioni centrali. Per quel che riguarda invece regioni, enti locali, università e sanità, invece, saranno i bilanci autonomi territoriali a dover trovare le risorse necessarie a garantire ai dipendenti gli stessi aumenti previsti al centro. Il costo totale per la finanza pubblica sale di conseguenza a quota 6,7 miliardi.
Che non bastano però a fermare l’agitazione sul fronte sindacale. Anzi. Già da settimane è in corso la battaglia sulle cifre, fra i circa 100 euro lordi di aumento stimati dal governo e i calcoli sindacali che invece contestano l’inclusione nei conti dei soldi per la vacanza contrattuale obbligatoria per legge. L’arrivo della manovra ha addirittura alzato la tensione, al punto che ieri i sindacati hanno minacciato lo sciopero se non ci saranno ulteriori novità.
Per il resto, fra le novità va segnalata l’applicazione alle imprese medio-grandi del nuovo contratto di espansione. In sostanza viene ridotto da mille a 500 dipendenti il limite minimo dimensionale per l’introduzione di questo meccanismo che consente alle imprese di introdurre uno scivolo di 5 anni ai dipendenti per favorire il ricambio generazionale del personale. Una via, questa, che permette di dribblare il blocco dei licenziamenti che la stessa legge di bilancio proroga fino a marzo. Dal testo approdato ieri a Palazzo Chigi è invece uscito l’aumento, pari al 25% del prezzo di vendita, per il tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche. Niente da fare, inoltre, per il «comitato per la produttività».
Con l’ok del consiglio dei ministri la manovra, dopo il via libera del Quirinale, è attesa alla Camera fra oggi e domani. La discussione entrerebbe nel vivo con le audizioni da sabato a lunedì potrebbe partire il primo ciclo di audizioni chiuso lunedì pomeriggio dal ministro dell’Economia Gualtieri.
Il ruolo del Fcde nella procedura di salvaguardia degli equilibri di bilancio
di Luciano Fazzi (*) - Rubrica a cura di Ancrel