Progettazione

«Torino fa scuola», completati in un anno i due istituti progettati grazie a un concorso

di Francesca Oddo

In poco più di un anno di cantiere i lavori di ristrutturazione della Scuola Fermi e della Scuola Pascoli a Torino, realizzati su progetto rispettivamente di BDR bureau e Archisbang + Area Progetti, sono stati completati. Esattamente nei tempi previsti, i giovani alunni sono rientrati nei loro spazi scolastici immergendosi in un nuovo scenario di apprendimento che loro stessi hanno contribuito a immaginare. È il risultato di "Torino fa scuola", il programma voluto dalla Fondazione Giovanni Agnelli e dalla Compagnia di San Paolo, in collaborazione con la Città di Torino e la Fondazione per la Scuola, con l'obiettivo di fornire due esempi replicabili di ristrutturazione di edifici scolastici. L'iniziativa è la dimostrazione di una virtuosa interazione fra pubblico e privato, un'"avventura" sociale, architettonica e urbana che, se presa a esempio, potrebbe cambiare in positivo il panorama italiano dell'edilizia scolastica.

Per la Scuola Pascoli l'intervento è stato compiuto dalla Fondazione per la Scuola della Compagnia San Paolo di Torino, proprietaria dell'edificio. Per la Scuola Fermi, di proprietà pubblica, è stata stipulata una convenzione fra la Città di Torino - allora amministrata da Piero Fassino -, la Fondazione Giovanni Agnelli e la Compagnia di San Paolo, secondo la quale le due fondazioni hanno assunto l'impegno di realizzare il progetto con spese a proprio carico. Le opere realizzate sarebbero entrate a far parte del patrimonio della Città di Torino senza costi per la comunità.

Nel complesso "Torino fa scuola" ha visto un investimento di 11 milioni di euro. Gli interventi per le opere e gli arredi della Scuola Fermi sono costati circa 7,7 milioni, finanziati per 4,7 dalla Fondazione Agnelli e per 3 dalla Compagnia di San Paolo. Gli interventi per le opere e gli arredi della Scuola Pascoli sono stati finanziati dalla Fondazione per la Scuola e dalla Compagnia di San Paolo per un costo totale di di 3,5 milioni. «Con la Compagnia di San Paolo e la collaborazione della Città di Torino -ha affermato John Elkann, Presidente di Fondazione Agnelli- abbiamo sperimentato un inedito metodo di lavoro fra pubblico e privato (…). Oggi abbiamo due scuole rinnovate, sicure, belle e sostenibili. Grazie all'impegno di tutti, a partire da quello di docenti e studenti, vorremmo che domani Fermi e Pascoli diventassero anche un modello di innovazione didattica. Perché questo era, fin dall'inizio, l'obiettivo».

Il primo step ha coinvolto la comunità scolastica in un ciclo di seminari sul tema dell'innovazione negli ambienti di apprendimento. Un breve ma significativo viaggio non a caso in Alto Adige, il territorio del nostro Paese con la maggiore densità di edifici scolastici completamente ripensati in funzione delle nuove esigenze didattiche, ha contribuito a sollecitare nuovi immaginari. Il processo è proseguito con il percorso di progettazione condivisa nel quale ciascuna delle due comunità (guidate da due mediatori, un architetto e un pedagogista) ha elaborato il concetto pedagogico, materiale consegnato agli architetti che hanno partecipato al concorso di progettazione bandito nel 2016 (due bandi -uno per scuola-, forma aperta e con procedura anonima in due fasi) .

Dopo il concorso -che fra le due giurie contava, fra gli altri, Cino Zucchi, Mario Cucinella, Luca Molinari, Sandy Attia- e la premiazione dei due raggruppamenti torinesi con 15 (BDR bureau) e 12 mila euro (Archisbang + Area Progetti), ai vincitori sono state affidate le successive fasi di progettazione. Dopo aver individuato le due imprese construttrici -rispettivamente D'Engineering e Quintino Costruzioni, entrambe selezionate tramite gara privata a inviti- sono cominciati i cantieri.

Con una superficie di progetto di 5.096 mq, la Scuola Fermi, risalente agli anni Sessanta, è stata oggetto di un ampliamento che, oltre ad aver tenuto conto delle nuove esigenze didattiche, ha stabilito inedite forme di interazione con la città e con gli spazi all'aperto. Il retro dell'edificio esistente, in particolare, è diventato il nuovo ampio ingresso principale, disegnando uno spazio verde aperto al quartiere. Ai due piani superiori, l'atrio accoglie gli spazi ricreativi e di gruppo, mentre le attività didattiche sono organizzate in cluster, unità spaziali composte da aule, guardaroba e spazi di apprendimento informale. Le aule costituiscono adesso il punto di incontro e cerniera tra interno ed esterno, consentono l'accesso alle terrazze e la connessione visiva con lo spazio comune.
Una struttura modulare a telaio riconfigura sia i volumi di nuova costruzione sia quelli esistenti, diventando la maglia che intreccia il presente e il passato, la memoria alla contemporaneità.

Dal concetto di "didattica continua" prende le mosse l'intervento sulla Scuola Pascoli, risalente alla fine dell'Ottocento. L'idea è che l'esperienza scolastica debba superare i limiti delle aule. Con una superficie lorda di 2700 mq ristrutturati, 250 mq di ampliamento, 180 mq di terrazzo ricavati dalla riplasmazione della copertura, la scuola si fa fluida, dinamica, flessibile, assecondando le esigenze dei gruppi come quelle dell'individuo, in risposta a un modello di formazione che negli anni è diventato meno rigido e più disponibile alle contaminazioni fra le persone e lo spazio, fra gli "attori" e il "teatro" che li accoglie.

Le parti aperte ai cittadini si concentrano al piano terreno e al piano soppalcato. L'elemento forte del progetto è la biblioteca: da contenitore fisicamente introverso adesso si apre alla città attraverso una parte più pubblica e in maniera diffusa alla comunità scolastica. L'organizzazione delle collezioni è pertanto suddivisa in spazi tradizionali (il soppalco) e spazi inattesi (le biblioteche specialistiche), legati ai laboratori localizzati ai diversi piani. Spazi dedicati alle diverse attività degli insegnanti, anche al di fuori delle ore di lezione, un nuovo cortile sul tetto, aule attrezzate con arredi mobili, laboratori in connessione con la biblioteca diffusa, corridoi concepiti come zone lettura sono poi gli altri elementi che contribuiscono ad aggiornare la scuola.

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