Appalti

Dai bonus agli investimenti: tutte le misure del Ddl Stabilità per l'edilizia

di Alessandro Arona, Giuseppe Latour, Mauro Salerno

Depositato finalmente in Senato, nella giornata di lunedì 26 ottobre, il disegno di legge di Stabilità 2016 (si veda il ddl del Governo depositato in Senato, testo del Ddl da pagina 275 del pdf, prima la relazione illustrativa e la relazione tecnica, da pagina 353 le tabelle con le variazioni al bilancio) .

Le norme di più diretto impatto sull'edilizia e il mercato immobiliare restano l'abolizione delle tasse sulla prima casa, la proroga di un anno delle detrazioni al recupero edilizio e al risparmio energetico negli edifici, l'addio del Patto di stabilità nei Comuni che dovrebbe valere uno sblocco di investimenti nel 2016 per circa un miliardo di euro, l'ok a Cassa Depositi e prestiti alla partecipazione del Piano Juncker (banda larga, fondi alle Pmi, infrastrutture in Ppp).

Nelle ultime versioni del Ddl sono poi spuntate le norme che puntano a dare continuità alla spesa dei progetti inseriti nei fondi strutturali 2007-13 ma che al 31 dicembre 2015 non saranno completati; e quella che introduce a regime un nuovo meccanismo per finanziare la ricostruzione privata post-calamità naturali.

Vediamo punto per punto, seguendo l'ordine degli articoli.

ABOLIZIONE TASI (PRIMA CASA) - Articolo 4
Dal 2016 vengono cancellate la Tasi sulla prima casa e l'Imu sui terreni agricoli (posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, più altri due casi specifici). Resta invece l'Imu - a differenza di quanto era stato fatto capire in un primo momento - sulle prime case che siano classificate nelle categorie catastali A/1 (dimore signorili), A/8 (ville) e A/9 (castelli e palazzi di pregio).
Il Ddl Stabilità mantiene inalterata la definizione di abitazione principale contenuta nel decreto salva-Italia (articolo 13, Dl 201/2011): è l'immobile nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Oltre all'auspicato - dal premier Renzi - effetto sui consumi, l'abolizione della Tasi potrebbe avere un effetto di stimolo alla compravendite di case, e di conseguenza all'edilizia.

CASE INVENDUTE DEI COSTRUTTORI, RESTA L'IMU - Art. 4 c.4 lett.c)
Non viene invece cancellata l'Imu sulle case invendute dei costruttori: il Ddl Stabilità stabilisce che l'aliquota Imu è ridotta allo 0,1% (cioè 1 per mille), aliquota che i Comuni possono azzerare o aumentare fino al 2,5%. Il 2,5% massimo è la stessa aliquota del 2015, e dunque rispetto allo zero che si è pagato nel 2014 e rispetto alle richieste di Ance e Confindustria di cancellare questo balzello (anche sui terreni edificabili, peraltro), il bicchiere è mezzo vuoto. Tuttavia a legislazione vigente, senza modifiche normative, l'aliquota massima Imu+Tasi sarebbe potuta salire nel 2016 fino al 10,6% , dunque da questo punto di vista il bicchiere è mezzo pieno (ma non per i terreni edificabili, che possono arrivare al 10,6%).
Niente abolizione, più volte chiesta dagli Iacp o Ater-Aler, anche per l'Imu sulle case popolari di Iacp ed ex-Iacp, e peraltro nel testo finale è scomparsa anche la detrazione fissa di 200 euro per appartamento: non sarebbe stato poco visti i bassi valori catastali delle case popolari.

BONUS EDILIZI, UN ANNO IN PIU' - Art. 6
Le proroghe degli incentivi alle ristrutturazioni arrivano all'articolo 7 della bozza del Ddl Stabilità. Confermato l'allungamento fino al 31 dicembre 2016 sia dell'ecobonus 65% per il miglioramento energetico degli edifici che del 50% per le ristrutturazioni. La proroga riguarda anche il bonus raddoppiato a 96mila euro e il riconoscimento dell'aliquota più altra (65%) anche per gli interventi antisismici nelle zone a più alto rischio terremoto. Un anno in più anche per il bonus sull'acquisto di abitazioni interamente ristrutturate dalle imprese (se vendute entro 18 mesi dalla conclusione dei lavori).
Due le novità: 1) il bonus mobili sarà utilizzabile (dalle coppie sposate o conviventi da tre anni) anche solo per l'acquisto di mobili (fino a 8mila euro di spesa) per arredare le prime case;
2) Ecobonus 65% (per il solo 2016) anche dagli Iacp e ex-Iacp, per gli interventi sulle case popolari («spese sostenute dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2016, per interventi realizzati su immobili di loro proprietà adibiti ad edilizia residenziale pubblica»).

La relazione tecnica stima che l'effetto della proroga delle super-detrazioni, la spesa "indotta", aggiuntiva cioè, che non ci sarebbe stata con il ritorno all'aliquota base del 36% (sia per il recupero che per il risparmio energetico) , sia nel 2016 di 2.775 milioni di euro per il recupero e di 2.400 milioni per gli interventi di risparmio energetico. In tutto, dunque, lavori aggiuntivi per 5.175 milioni di euro stimolati dal mantenimento delle due aliquote maggiorate (questa almeno è la stima del governo)

SUPERAMMORTAMENTI SUI MACCHINARI - Articolo 7
Ai fini delle imposte su redditi, imprese e professionisti che investono in «beni materiali strumentali» nuovi dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016 possono portare in ammortamento, in un solo anno, un valore maggiorato del 40%. Oltre ad avere l'ammortamento immediato il primo anno, dunque, avranno anche una deduzione fiscale extra del 40%.
Nella misura rientrano anche i professionisti, che possono portare in ammortamento mobili, computer e altri macchinari. Per le imprese ci rientrano le macchine da cantiere, i computer, le auto aziendali. Non vi rientrano, in nessun caso, gli «investimenti in fabbricati e costruzioni» (capannoni e sedi aziendali), né i sofware applicativi, ad esempio quelli per il Bim (niente sconto fiscale, dunque, per chi investe nel Bim) né ai «beni materiali strumentali per i quali il Dm Finanze 31/12/1988 stabilisce coefficienti di ammortamento inferiori al 6,5».

DE MINIMIS, MENO TASSE AI PROFESSIONISTI - Art. 8
Sul fronte dei professionisti, la misura più importante è l'innalzamento della soglia per il regime forfettario: fino a 30mila euro (prima erano 15mila) si pagherà un'aliquota unica del 15 per cento. Questo regime di favore sarà potenziato ulteriormente per i piccoli studi in fase di avviamento. Entro i primi cinque anni, l'aliquota per le partite Iva sarà appena del 5 per cento. Questa misure sono inserite nel Ddl Stabilità (clicca qui per approfondire ). Alla manovra, poi, sarà collegato un disegno di legge dedicato alle professioni, un vero e proprio "Jobs act" riservato agli autonomi. Tra le molte misure che conterrà, la più attesa è certamente quella che porta al 100% (dall'attuale 50%) la deducibilità delle spese di formazione, come master, corsi, conferenze entro il tetto di 10mila euro all'anno. La Rete delle professioni tecniche la chiedeva ormai da anni.

ART-BONUS STABILE E PIU' FONDI ALLA CULTURA - Art. 21
Nuove risorse pubbliche ma anche agevolazioni fiscali per indirizzare capitali privati al recupero del patrimonio storico e cultuale italiano.
Nel ddl Stabilità c'è senza dubbio un'attenzione nuova ai beni culturali. La novità più rilevante è la stabilizzazione dell'Art-bonus, la detrazione fiscale sulle erogazioni liberali di imprese e persone fisiche introdotta nel 2014 . L'aspetto determinante è che lo sgravio, introdotto nel 2014, viene reso permanente, senza alcun limiti di importo per le donazioni. Da sottolineare anche l'assenza di complicazioni procedurali per effettuare le donazioni: è sufficiente effettuare il bonifico, a favore di un bene segnalato su un apposito sito, per aver diritto allo sgravio. Finora la misura ha consentito di raccogliere circa 33 milioni. Ma, anche grazie a una massiccia campagna di promozione della misura, si conta di incrementare notevolmente le donazioni. La detrazione, in base alle ultime bozze del ddl, si potrà spalmare in tre rate annuali. Viene anche indicata una copertura (progressivamente crescente dai 1,8 milioni del 2017 fino ai 17,8 milioni dal 2020 in poi). Esiste però un meccanismo di ulteriore copertura che assicura lo sgravio anche in caso di superamento del limite.
Previsti anche consistenti stanziamenti pubblici diretti a favore dei grandi restauri patrocinati in modo speciale dal Mibac (Uffizi, Grande Brera, Pompei e Colosseo), attualmente finanziati solo fino al 2016. Vale la pena di ricordare il programma ha a disposizione già 30 milioni quest'anno e 50 nel 2015. Il ddl Stabilità aggiunge 70 milioni nel 2017 e - soprattutto - prevede un finanziamento permanente di 65 milioni di euro dal 2018 in poi.
Risorse generose sono state concesse anche a Matera (articolo 22) che, come è noto, ha visto premiata la sua candidatura a capitale europea della Cultura 2019. Per prepararsi all'evento, il governo ha dato l'ok a uno stanziamento di 28 milioni in quattro anni: 2 milioni nel 2016, 6 milioni nel 2017, 11 milioni nel 2018 e 9 milioni nel 2019.

RICOSTRUZIONE POST EVENTI SISMICI - Art. 26
Viene introdotto, a regime, un nuovo meccanismo per la fase post calamità naturali, per consentire di finanziare le spese - successive alla prima emergenza - di riparazione dei danni privati (edifici e attività produttive). In pratica, sulla base di una ricognizione del danno fatta dal Dipartrimento Protezione civile, e dopo apposita deliberazione del Consiglio dei Ministri, secondo "contratti tipo definiti con convenzione governo-Abi, i soldi ai privati saranno anticipati dalle banche con finanziamento coperto da garanzia dello Stato. Sarà poi lo Stato, a Sal effettivi nei lavori di ricostruzione, a ripagare la banca, sia per la parte capitale che per la parte interesse. La norma fissa un tetto massimo di oneri annu a carico dello Stato, derivanti da questa norma, pari a 1,5 miliardi di euro all'anno.

TERRA DEI FUOCHI, 300 MILIONI - Art. 27 c. 7
«Nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, è istituito un fondo con una dotazione di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, finalizzato ad interventi di carattere economico, sociale e ambientale nei territori della terra dei fuochi. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sono individuati gli interventi e le amministrazioni competenti cui destinare le predette somme. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio».

PICCOLI COMUNI, APPALTI LIBERI SOTTO 40MILA EURO - Art. 28 comma 7
Anche i Comuni con meno di diecimila abitanti potranno eseguire in autonomia, dunque senza passare da una centrale, da un'unione di comuni o da un soggetto aggregatore, gli appalti di importo inferiore a 40mila euro. Passa dunque la misura richiesta a gran voce dai Comuni che giudicavano quest'obbligo come una camicia di forza suscettibile di ingessare l'attività dei piccoli enti.

MANUTENZIONI CONSIP - Articolo 28 c. 10
Importante novità per la Consip, che non sarà più relegata all'acquisto di beni e servizi. Il Ddl stabilisce infatti che le aste telematiche gestite dalla società controllata dal Mef «potranno avere ad oggetto anche attività di manutenzione». Il riferimento alle «manutenzioni», senza nessun'altra specificazione, appare più chiaro se letto alla luce della formulazione che la norma ha mantenuto fino a poco prima dell'approvazione definitiva. Nelle prime bozze del provvedimento di bilancio si parlava infatti apertamente di «manutenzioni qualificabili come lavori pubblici». Insomma l'intenzione del governo di gettare la Consip nella mischia dei cantieri per provare ad aggredire una delle principali voci di spesa del bilancio pubblico appariva in modo molto più netto. L'intenzione però, sembra rimanere proprio quella.

ACQUISTI PA CON PROGRAMMA BIENNALE - Art. 28 c. 11
Inoltre le amministrazioni saranno costrette a programmare con un orizzonte di almeno due anni gli acquisti di importo superiore al milione di euro. Questo programma dovrà essere comunicato all'Anac. Di conseguenza viene abrogato l'articolo 271 del regolamento appalti (Dpr 207/2010) che consentiva alle Pa di elaborare un programma annuale degli acquisti. Infine si stabilisce che in assenza di convenzione Consip e prezzi standard dell'Anac, sarà la stessa Anac a elaborare l'adeguamento prezzi delle vecchie convenzioni e che questi prezzi costituiranno «prezzo massimo di aggiudicazione per il periodo temporale indicato dall'autorità medesima».

RIDUZIONE DELLA SPESA DEI MINISTERI (E ALTRO) - Articolo 33
Previsti 126 milioni di euro di tagli, nel 2016, alla spesa che fa capo al Ministero delle Infrastrutture.
E poi: 1) edilizia giudiziaria, possibile utilizzo flessibile dei mutui CdP agli enti locali per nuovi tribunali, concessi ma non ancora erogati, per progetti di ristrutturazione/ampliamento di edifici a destinazione mista, purché alla fine si risponda all'esigenza giudiziaria, e previo ok del Ministero della Giustizia; 2) revoca di finanziamenti statali per edilizia universitaria per somme non spese al 31/12/2014, fino a un massimo di 30 milioni; 3) più dismissioni di immobili di Difesa e Esteri, 240 milioni in più nel 2016-17.

CICLOVIE TURISTICHE, 38 MILIONI - Articolo 33 c. 35
Arriva il fondo di 38 milioni annunciato nei giorni scorsi dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio per le piste ciclabili. «Per la progettazione e la realizzazione di ciclovie turistiche, di ciclostazioni nonché per la progettazione e la realizzazione di interventi concernenti la sicurezza della ciclabilità cittadina - recita la norma - , è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per l'anno 2016, 13 milioni di euro per l'anno 2017 e 15 milioni di euro per l'anno 2018». Lo stesso comma specifica che i progetti e gli interventi da finanziare saranno individuati con apposito decreto del ministro delle Infrastrutture, e per quanto concerne quelli relativi alle ciclovie turistiche, con Dm Mit di concerto con i Beni culturali.
Le coperture arrivano da tagli in parte al fondo "trasporto per Pmi siciliane" e in parte alle risorse destinate al trattato di amicizia e cooperazione Italia-Libia del 2009, che è congelato.


ABOLIZIONE PATTO DI STABILITA' DEI COMUNI - Articolo 35
Il governo prevede l'abolizione del complesso meccanismo del Patto di stabilità interno, che negli anni passati ha penalizzato in particolare gli investimenti, anche nei casi in cui i Comuni avevano le risorse in cassa. Al suo posto i Comuni «devono conseguire un saldo (di bilancio) non negativo, in termini di competenza, tra le entrate fiscali e le spese finali».
Che significa tutto questo? Lo ha spiegato lo stesso ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: «Il Patto di Stabilità era una vera camicia di forza che impediva anche ai Comuni virtuosi e con i soldi in cassa di spendere per ammodernare scuole, costruire strade, fare manutenzione al territorio, investire. Ora l'abbiamo cancellato. Si tratta di una misura attesa, di buon senso, che consentirà di avviare nuove opere pubbliche, spingendo l'acceleratore sul Pil».
La relazione tecnica spiega che nel 2016 questa misura sbloccherà maggiore spesa nei Comuni per 960 milioni di euro, non è chiaro però se solo in conto capitale o anche per spesa corrente. Sulle Province, però, l'effetto sarà di una contrazione di spesa di 320 milioni, dunque in realtà l'effetto netto sugl enti locali è stimato in 676 milioni di euro di maggiore spesa nel 2016.

ACCELERAZIONE DEGLI INTERVENTI CO-FINANZIATI - Art. 40
Per sfruttare le potenzialità della clausola di flessibilità per gli investimenti (concessa dalla Commissione Ue agli Stati membri nella comunicazione del 13 gennaio scorso) il governo italiano deve accelerare il più possibile la spesa 2016 per interventi co-finanziati dall'Unione. L'esecutivo stima che si possa arrivare a 11,3 miliardi di euro di spesa, di cui 5,1 miliardi di co-finanziamenti, cifra quest'ultima che potrà essere scorporata dal deficit/Pil e che viene già calcolata nelle fonti di finanziamento della manovra complessiva.
Nel Documento di bilancio inviato a Bruxelles il governo presenta una tabella in cu spiega come si arriva a 11,3 miliardi (si veda a pagina 12 del pdf): si tratta di previsioni di spesa al 2016 di programmi Fesr-Fse 2014-20, di opere sulle reti Ten-T, di progetti da finanziare con il piano Juncker. La spesa riguardante infrastrutture dovrebbe essere di 6.070 milioni (di cui 3.100 mln per trasporti e reti infrastrutturali) su 11.300 come valore complessivo, e di 3.060 milioni (di cui 1.850 per i trasporti) su 5.120 per quanto riguarda il co-finanziamento.
In parte si tratta di spesa che sarebbe stata fatta comunque, con la differenza che il governo può non contabilizzare il co-finanziamento ai fini del deficit/Pil, ma in parte il governo vuole accelerare la spesa, anche tramite norme (nel ddl Statbilità, articolo 40) di semplificazione della contabilità regionale per i fondi Ue.

CONTINUITA' AI PROGRAMMI 2007-13 - Art. 40 c. 13
Nel Ddl anche l'impegno del governo a dare continuità, finaziandoli a inizio 2016 con fondi Fsc, ai progetti Fesr 2007-13 che a fine anno non avranno completato la spesa. «Sentita l'Agenzia per la Coesione Territoriale, la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per la coesione territoriale, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, previa ricognizione delle esigenze di finanziamento presso le Amministrazioni titolari dei progetti stessi, presenta al CIPE, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, una proposta di utilizzo delle risorse previste dalla delibera CIPE 28 gennaio 2015, n. 10 per l'attuazione dei programmi di azione e coesione, complementari alla programmazione europea». In pratica i progetti che dovranno uscire da Por e Pon 2007-13, il cui limite ultimo per la spesa è il 31/12/2015 - sostituiti da "progetti "retrospettivi", o "sponda" - saranno inseriti in una lista a parte e rifinanziati con fondi nazionali Fsc, per dar loro continuità.

CASSA DEPOSITI, VIA LIBERA AL PIANO JUNCKER - Art. 41
Via libera alla partecipazione di Cassa Depositi e prestiti al piano Juncker per gli investimenti, con l'obiettivo di aggiungere circa 8 miliardi di euro di prestiti ai 10-11 che probabilmente la Bei riserverà ai progetti italiani, e alla fine finanziare investimenti complessivi per 30-35 miliardi di euro (banda larga, autostrade al Nord in Ppp, opere comunali in project financing, finanziamenti agevolati alle Pmi).
La partecipazione di CdP al Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis) era già stata annunciata nei mesi scorsi dal governo italiano, ma per renderla operativa serve una norma di legge, che è arrivata puntuale nel Ddl di Stabilità (in vigore dal 1° gennaio prossimo).
Clicca qui per approfondire

FONDI PER GLI AUTOBUS - Art. 43
Un fondo da 150 milioni di euro, affidato al ministero delle Infrastrutture di Graziano Delrio, e non più alle Regioni. E' l'ingrediente chiave del piano per il rinnovo del parco automezzi, inserito nella manovra. Servirà a risolvere l'emergenza che affligge molte società di trasporto pubblico locale, a partire dall'Atac di Roma. Qui, secondo le stime dell'ex assessore ai Trasporti Stefano Esposito, per tornare a una gestione ordinata della mobilità servirebbero 100 milioni di euro, da usare per l'acquisto di 400 nuovi autobus.
L'obiettivo, fissato dalla legge di Stabilità, è raggiungere gli "standard europei del parco mezzi destinato al trasporto pubblico locale e regionale". Quindi, si pensa a un massiccio ricambio dei veicoli. Per realizzarlo sarà creato un fondo presso il Mit, "finalizzato all'acquisto diretto, ovvero per il tramite di società specializzate, degli automezzi".
La prima novità è, quindi, che la partita degli acquisti sarà strappata alle Regioni e passerà direttamente nelle mani di Delrio e dei suoi tecnici, che vorrebbero rendere più fluida la spesa delle risorse già a disposizione. Il plafond, infatti, sarà alimentato pescando quello che è rimasto del fondo costituito nel 2006 proprio per l'acquisto di veicoli dedicati al Tpl: il residuo, da 600 milioni (frutto di diversi rifinanziamenti), è al momento pari a circa 150 milioni di euro.

TABELLE, GLI INVESTIMENTI
Meno fondi alle ferrovie e più all'Anas. Si veda il servizio

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©