Progettazione

Bologna, il Comune dà il via ai lavori per il Tecnopolo nell'ex Manifattura Tabacchi

di Mariagrazia Barletta

Il 2016 sembra essere l'anno decisivo per il Tecnopolo di Bologna. La creazione del nuovo centro per la ricerca applicata e lo sviluppo di attività imprenditoriali, che andrà ad insediarsi nell'area dell'ex Manifattura Tabacchi, è al punto di svolta. Dopo il placet della conferenza di servizi e il via libera al progetto definitivo, approvato in Consiglio comunale lo scorso 14 dicembre, la Regione Emilia Romagna, proprietaria di gran parte dell'area, annuncia ora l'avvio dell'appalto integrato per la realizzazione del primo lotto.

Si tratta di un intervento che coinvolge cinque edifici, per un importo dei lavori stimato in 49,4 milioni di euro e una spesa complessiva di 58 milioni. Il bando di gara è atteso per le prossime settimane, annunciano dalla Regione, e darà il via al recupero dell'ex complesso industriale, secondo il progetto - vincitore nel maggio 2012 di un concorso internazionale - elaborato e sviluppato dallo studio GMP Von Gerkan, Marg & Partner di Amburgo, che ha collaborato con il team italo-tedesco composto da Werner Sobeck, Studio Ti società cooperativa, Aldo Antoniazzi, Marco Baccanti e Carlo Carli.
Nel complesso l'operazione punta sulla rinascita di importanti testimonianze del moderno, prevedendo anche la sostituzione di alcuni edifici considerati privi di pregio. Saranno, dunque, conservate e valorizzate le tante architetture nate dall'ingegno di Pier Luigi Nervi, edificate in più fasi a partire dal 1949. Il polo industriale, definito dalla locale Soprintendenza per i Beni architettonici e il paesaggio come uno dei più significativi della periferia bolognese, ospiterà grandi istituzioni di ricerca, quali: Enea, Istituti ortopedici Rizzoli (Ior) e Università di Bologna. Ma dovrà anche svolgere un ruolo di hub della rete dei tecnopoli regionali. Avrà funzioni, infatti, di coordinamento della rete, grazie alla società consortile Aster, ma anche ad altri soggetti pubblici e privati che svolgono attività di ricerca applicata di rilevanza industriale e territoriale, a partire da Lepida Spa, la società regionale che coordina l'agenda digitale e la realizzazione della banda larga e ultra larga.

Il centro rappresenterà, dunque, un punto di incontro tra la ricerca e la filiera produttiva, e l'obiettivo è anche attrarre imprese di alta tecnologia che vorranno insediarsi nel nuovo polo, a stretto contatto con i laboratori.
Lo Ior vi trasferirà il dipartimento Rit (Rizzoli innovazione tecnologica) con unità di ricerca nei campi della medicina rigenerativa, dei materiali biocompatibili e delle nano-biotecnologie, della bioingegneria e della bioinformatica clinica. L'Enea riunirà le strutture di ricerca presenti in Emilia-Romagna, ad eccezione della sede di Faenza e del Brasimone. Vi porterà quattro laboratori legati alla rete alta tecnologia, riguardanti l'efficienza energetica, l'ambiente, la tracciabilità dei materiali, l'interoperabilità. L'Università di Bologna si insedierà inizialmente con il laboratorio sull'edilizia e con il proprio consorzio di ricerca, realizzato con l'Unione Industriali, T3 Lab, specializzato in informatica, microelettronica e sensoristica.

L'obiettivo è anche migliorare la qualità urbana. Per centrarlo sono varie le strategie messe in campo. Si punta sul rafforzamento del sistema del verde, sulla creazione di uno spazio aperto alla fruizione pubblica ma anche sul collegamento con altre zone limitrofe. Tra queste, le vicine funzioni specialistiche (fiera, centro direzionale, il futuro parco della Creatività), il quartiere in rapida trasformazione della Bolognina e le due aree semi-rurali a est e a ovest. In definitiva si tratta di aprire alla città una grande area per molto tempo rimasta recintata, ricucendo i territori limitrofi, in un'ottica di rigenerazione ad ampio respiro. Tutti i percorsi interni saranno inoltre pedonali, mentre la piazza centrale diventerà un luogo di incontro e scambio. Le aree scoperte, quali percorsi, cortili e margini, saranno ricoperte a verde.

Decisivo per l'avvio dell'ambizioso programma è stato l'ok al progetto definitivo dato dal Consiglio comunale, che ha seguito il procedimento unico semplificato per l'approvazione di progetti di interesse pubblico, disciplinato dalla legge regionale (Lr 20 del 2000), con il contestuale inserimento del Tecnopolo nel Piano operativo comunale (Poc). «Ora possiamo dare il via ai bandi per appaltare i primi lavori per la riconversione degli spazi», ha dichiarato il sindaco Virginio Merola. «Il Tecnopolo di Bologna – ha sottolineato l'assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi - rappresenta un punto chiave per completare il grande ecosistema della ricerca e dell'innovazione a servizio del sistema produttivo emiliano-romagnolo». «In Emilia-Romagna – continua l'assessore - ci sono oltre 26mila addetti in ricerca e sviluppo di cui oltre 16mila nelle imprese. Una grande e crescente comunità che deve trovare luoghi e forme idonee per lavorare assieme e generare innovazione e opportunità di sviluppo».
La Regione ha dunque deciso di procedere per lotti autonomi e funzionali. Il primo, coinvolgerà cinque edifici ed è relativo all'insediamento di enti di ricerca. La sua realizzazione è a cura della amministrazione regionale, che interviene con un finanziamento diretto. Seguirà un secondo limitato lotto, comprendente altri due edifici, con funzione di servizio, da realizzarsi tramite project financing con un investimento di 11 milioni di euro. Infine un'ulteriore e corposa fase per il completamento, che seguirà tempistiche ancora da definire e relazionate alla disponibilità di ulteriori finanziamenti.

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