Appalti

De Micheli lancia #italiaveloce: piano da 196 miliardi con 13 opere ferroviarie e 39 stradali prioritarie

Nella lista spicca al primo posto il tunnel di base della Torino-Lione. Nel programma presentato a Conte non mancano mobilità urbana sostenibile, rinascita urbana e acqua

di Giorgio Santilli

Ecco #italiaveloce, il piano infrastrutturale del governo che la ministra Paola De Micheli ha consegnato al premier Giuseppe Conte per gli Stati generali. Vale 196 miliardi di cui 129 disponibili, come chiar isce il Def Infrastrutture all’esame del Consiglio dei ministri in un paio di settimane. Il sottotitolo del piano è «un’Italia ad Alta velocità ferroviaria, aerea e marittima» ma non mancheranno strade e mobilità urbana sostenibile, «rinascita urbana» e acqua.

Il cuore del documento è l’indicazione delle opere prioritarie da realizzare: 13 tratte ferroviarie e 39 fra strade e autostrade. Quattro le direttrici che completeranno il disegno dell’Alta velocità di rete (Avr): Genova-Roma (con diverse opzioni per La Spezia, Pisa e Livorno), l’Adriatica, i collegamenti da Roma con Ancona e Pescara e quelli con la Calabria, la Basilicata e la Puglia «con un nuovo macro studio di fattibilità» che evidentemente costituirà la base per le scelte definitive. Con il completamento della Avr l’80% della popolazione vivrà a meno di un’ora di distanza da una stazione Avr, la velocità media di trasferimento crescerà del 17%, gli squilibri di oggi in termini di percorrenza fra chi ha l’Alta velocità e chi non ce l’ha saranno ridotti del 38%. «Sarà un Paese più equo», dice De Micheli.

Nella lista delle 13 ferrovie prioritarie spicca al primo posto il tunnel di base della Torino-Lione. Sono lontani i tempi in cui i Cinquestelle facevano barricate su quest’opera. Seguono le connessioni con i valichi svizzeri (Gallarate-Rho e raddoppio della Vignale-Oleggio-Arona), la velocizzazione della Torino-Milano-Genova (con il quadruplicamento della Milano-Pavia, l’Avr Milano-Tortona-Genova, l’Avr Torino-Alessandria-Genova, il nodo di Genova e il Terzo Valico dei Giovi), la Brescia-Verona-Padova, ilpotenziamento Venezia-Trieste (con l’upgrading Trieste-Divaca e il raddoppio Udine-Cervignano), la tratta di valico Fortezza-P.te Gardena, adeguamento e velocizzazione della Bologna-Lecce, raddoppio della Termoli-Lesina, l’intero asse Napoli-Bari-Lecce/Taranto, la variante di Agropoli, raddoppio e velocizzazione della Messina-Catania-Siracusa, il nuovo collegamento Palermo-Catania.

Nel pacchetto stradale e autostradale ci sono tutti i principali collegamenti attesi: il potenziamento della A22, la Campagalliano-Sassuolo, le Pedemontane lombarda e veneta, la tratta dalla val d’Astico alla A31, la messa in sicurezza della Ss 34 del Lago maggiore, il raccordo Tibre, l’Autostrada regionale Cispadana in project financing, il potenziamento della A4, la Orte-Civitavecchia, l’ammodernamento della E45, vari lotti della Fano-Grosseto-Siena, il nodo di Arezzo, il corridoio tirrenico meridionale, la Salerno-Potenza-Bari, la Melfi-Potenza, la Matera-Bari, il completamento della Ss106 Jonica, la Ss 131 Carlo Felice, la riqualificazione della A19 Palermo-Catania, il potenziamento della Ss 640 Agrigento-Caltanissetta, l’autostrada Ragusa-Catania in project financing.

Per i porti priorità adigitalizzazione di logistica e Ict, un piano per l’ultimo e penultimo miglio ferroviario, l’ultimo miglio stradale, le attività industriali nei porti, l’aumento selettivo della capacità portuale.

Per gli aeroporti il nuovo Piano generale con priorità ai collegamenti ferroviari veloci, allo sviluppo del cargo aereo con la dotazione di capacità in cargo city, spazi logistici e piazzali, il potenziamento delle infrastrutture di volo in asservimento alle piste, la realizzazione e l’espansione di terminal passeggeri nei tre aeroporti intercontinentali di Fimicino, Malpensa e Venezia, l’adeguamento per tutti i terminal ai nuovi standard di sicurity e passengers experience dopo il Covid. C’è la nuova pista a Fiumicino.

Per la mobilità urbana sostenibile già ripartiti 2,6 dei 3,4 miliardi disponibili. Vanno a bus elettrici e a metano per il Tpl e a nuovi metrò. Ci sono anche 147 milioni per il rinnovo del parco veicoli dell’autotrasporto. Per la «rinascita urbana» che punta a nuova offerta e riqualificazione di case popolari si spenderanno gli 854 milioni stanziati dalla legge di bilancio mentre il Piano nazionale idrico conterà su 1.578 milioni (590 già finanziati) sui 4 miliardi di fabbisogno. Ci sono poi 473 milioni per il piano operativo dighe.

L’obiezione che sarà fatta agli Stati generali è l’urgenza di trasformare in cantieri questi 196 miliardi con un cronoprogramma vincolante. La ricetta su come fare si attende da Conte e finirà nel Dl semplificazioni. Se gli Stati generali non saranno tradotti subito in provvedimenti non serviranno . È utile, a questo proposito, ricordare che lo stesso Def Infrastrutture prevede un interessante sottopiano di 95,6 miliardi (77,4 disponibili) destinati a spese attivabili subito: manutenzioni e sicurezza per 20,6 miliardi, accelerazione di investimenti in corso per 40 miliardi, innovazione e tecnologie per 15,4 miliardi. Ribadita la volontà politica di connettere l’Italia all’Alta velocità, sarà questo il piano del “fare” da attivare subito.

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