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Firenze - Completare linee del tram e nuova rete idrica

di Silvia Pieraccini

Il sindaco di Firenze Dario Nardella, coordinatore Anci delle 14 Città metropolitane, ci spera davvero: «Il Recovery plan sarà uno strumento potentissimo di rigenerazione delle grandi aree metropolitane italiane», annuncia rientrando da Roma, dove ieri ha incontrato il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola per mettere a punto il metodo di lavoro che le 14 aree forti del Paese (rappresentano più di mille Comuni e il 40% della popolazione) seguiranno per presentare al Governo i progetti che puntano ad essere finanziati dall’Europa.

«Abbiamo trovato un accordo col ministro – annuncia Nardella -. I progetti saranno ordinati per cluster, dall’ambiente alle infrastrutture al digitale, e elaboreremo un Piano unico delle Città metropolitane che porteremo a Roma già martedì prossimo». Sarà un piano «pesante», visto che ciascuna Città metropolitana sta predisponendo un pacchetto che prevede da 2 a 5 milioni di investimenti. I progetti dovranno poi “incrociarsi” con le (attese) linee guida del Governo, che ispireranno la selezione delle priorità. La strada dunque è ancora lunga.

Firenze già da settimane ha messo in fila i progetti da inserire nel Recovery plan, in tutto 120, grandi e piccoli, a diversi stadi di avanzamento, che valgono complessivamente 2,5 miliardi. Per adesso è una specie di libro dei sogni. «Abbiamo immaginato il massimo possibile, ora dovremo scegliere i progetti che si coordinano meglio con le altre Città metropolitane», spiega Nardella pensando al Piano unico e evocando le piste ciclabili, l’efficientamento energetico degli edifici e il trasporto pubblico.

La mobilità resta la spina nel fianco del capoluogo toscano, che aspira a completare la rete del tram e a incentivare la mobilità elettrica. Nell«elenco dei progetti un posto di primo piano è riservato ai finanziamenti per le nuove linee del tram (Piazza Libertà-Bagno a Ripoli; Piazza Libertà-Rovezzano; Aeroporto-Sesto Fiorentino; Firenze-Piagge-San Donnino) che finora si ipotizzava di realizzare estendendo il “vecchio” project financing: i soldi del Recovery plan, nelle intenzioni del Comune, potrebbero servire ad azzerare la quota di finanza privata, alleggerendo i costi sul bilancio comunale. Niente più project financing, insomma, ma una completa copertura dell’investimento con soldi pubblici.

«Il tram, l’efficientamento energetico degli edifici e anche l’adeguamento della rete idrica sono i progetti strategici per Firenze e per i Comuni dell’area metropolitana», ripete Nardella sottolineando l’alta percentuale di dispersione idrica e la necessità di investire sulle reti dell’acquedotto. Su questo fronte il progetto fiorentino che guarda al Recovery plan, da realizzare con la società idrica Publiacqua, prevede un “tubone” per collegare Prato col lago di Bilancino, in Mugello, e ha già scatenato dubbi e proteste. Gli altri progetti inseriti nella lista sono parcheggi scambiatori, nuove linee bus, rifacimento di pavimentazioni, sistema di parcheggi sotterranei, un hub per la consegna merci in centro storico nell’area di Sant’Orsola, realizzazione di parchi e delle casse di espansione dell’Ema e del torrente Greve. Nel piano non c’è invece né la nuova pista dell’aeroporto, attesa da anni, né gli impianti di rifiuti. «È un’occasione storica per migliorare ambiente, energia, trasporti – conclude Nardella – anche perché grazie al decreto Semplificazione ora abbiamo gli strumenti giusti».

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