Progettazione

Ponti e viadotti, al rush finale le linee guida sulle verifiche statiche: ma l'Oice dà battaglia

Il 28 febbraio la norma è attesa per la discussione generale al Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Oice lancia l'allarme: si rischia di demolire ponti sani

di Massimo Frontera

Settimane decisive per la norma tecnica per la verifica delle condizioni statiche dei ponti e viadotti italiani. Il prossimo venerdì 28 febbraio, secondo indiscrezioni, il testo sarà esaminato dall'assemblea generale del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che potrebbe vedere anche la chiusura dell'iter e il successivo licenziamento della norma.
La linea guida, pur non essendo cogente, avrà comunque un forte impatto, vista la forte attenzione sulle condizioni dei ponti, sia da parte dell'opinione pubblica, sia da parte delle Procure. La linea guida non viene condivisa dalle società di ingegneria perché - avverte il consigliere dell'Oice con delega alla normativa tecnica e sismica Giorgio Lupoi - «si rischia di dover demolire e ricostruire in 5 anni migliaia di ponti e viadotti». «Le linee guida - spiega il tecnico dell'Oice - sono uno strumento importante e necessario per fornire indicazioni chiare e dettagliate per colmare la lacuna della ultima revisione delle norme tecniche dove non erano state differenziate le metodologie da applicare per le verifiche di sicurezza per le azioni "non sismiche" delle costruzioni esistenti rispetto a quelle previste per le azioni sismiche. Inoltre, le Ntc 2018 erano incentrate sugli edifici tralasciando i ponti».

Un effetto pratico di questa impostazione - almeno a quanto risulta dalla bozza di lavoro della linea guida in corso di redazione (e non ancora diffusa ufficialmente) - è che «migliaia di ponti e viadotti con luci minori di 30 metri diventerebbero non più "a norma" con la conseguente necessità di introdurre limitazioni al traffico per poi provvedere alla sostituzione entro cinque anni». «Nelle linee guida - aggiunge Lupoi - si parla di come condurre le verifiche per evidenziare le criticità ma non si dice nulla su come intervenire per risolverle. Sarebbe invece utile introdurre un elemento di "terapia", per così dire, nella linea guida che resta tutta sbilanciata sulla "diagnosi"». Non solo. «In alcuni casi - aggiunge Lupoi - il professionista si trova esposto al rischio di valutare situazioni di rischio senza sapere come farlo».

Secondo l'Oice, un altro aspetto critico contenuto nel documento è il fatto di applicare criteri di valutazione in linea con le ultime Ntc a ponti vecchi realizzati con altri standard. Un criterio che rischia appunto di mettere "fuori norma" tutti i ponti più "anziani" del paese e in particolare quelli di luce inferiore a 30 metri.

Si tratta di elementi che l'Oice vorrebbe discutere all'interno del Consiglio dei lavori pubblici ma non ne ha la possibilità in quanto la discussione è aperta ai rappresentanti degli ordini professionali ma non delle società di ingegneria. Non c'è alcuna volontà di escludere le società, replica Massimo Sessa, appena confermato alla presidenza del Consiglio superiore dei lavori pubblici: «C'è la volontà di coinvolgere tutti, nessuno escluso - afferma, interpellata da Edilizia e Territorio - ma nel rispetto dei ruoli e delle procedure istituzionali del Consiglio superiore».

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