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Coronavirus - Bus e metrò, pochi passeggeri e disciplinati

Alla fine la differenza l’ha fatta la paura di salire sui mezzi pubblici, che ha spinto molti cittadini, di rientro al lavoro per l’avvio della Fase 2, a preferire l’auto. Ieri il traffico lungo le tangenziali di Milano e il Grande raccordo anulare di Roma ha visto una crescita del 10% rispetto alle scorse settimane. Il giorno 1 della nuova normalità del trasporto pubblico (bus, tram, metropolitane, treni) è andato in archivio senza i temuti assembramenti, senza maxi code, a eccezione di una lunga fila ordinata e rispettosa del distanziamento che è si è formata ieri mattina alla stazione Centrale di Milano per salire sul Frecciarossa delle ore 7,10 diretto a Napoli (partito con soli 4 minuti di ritardo), senza resse ai tornelli del metrò e senza eccessivi tempi di attesa. Nelle grandi aree urbane del Paese l’afflusso sui mezzi pubblici, in media, è risultato del 25-30% rispetto al periodo pre-Covid. Un dato che ha consentito ovunque di rispettare la capacità di carico imposta dal distaziamento sociale di 1 metro, che equivale a occupare il 25% dei posti disponibili. Gli utenti hanno dimostrato un grande senso di responsabilità, come richiesto dalle istituzioni, indossando tutti la mascherina e osservando il più possibile le distanze di sicurezza.

Andrea Gibelli, presidente di Asstra (l’associazione che rappresenta la gran parte delle aziende italiane del trasporto pubblico locale) parla con Il Sole 24 Ore mentre riceve messaggi da ogni parte d’Italia: «Stanno arrivando i dati di Milano, Bologna, Genova, Torino, Venezia, Verona, Napoli, Cagliari, Bari, Palermo. In pratica parliamo dell’85% delle aree metropolitane e il quadro è comune a tutte le città: pochi passeggeri e disciplinati. Ma è solo il primo giorno della Fase 2 ed è molto probabile che l’effetto psicosi abbia avuto un ruolo decisivo. Vedremo come reggerà il sistema del trasporto locale quando gli utenti aumenteranno. Quindi dobbiamo avere molta cautela e prudenza. Domani (oggi, ndr) ci sarà una nuova riunione in videoconferenza con la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, per valutare i prossimi passi».

Anche a Roma, dove l’Atac ha schierato 1.300 bus, situazione ampiamente sotto controllo con i passeggeri che hanno osservato le prescrizioni di mascherina, distanziamento e contingentamento. A Milano flusso regolare in metrò, dove tra le 7 e le 9 hanno transitato treni ogni due minuti e sui mezzi di superficie. Il sindaco della città, Giuseppe Sala, ha voluto ringraziare pubblicamente tutti i milanesi «perché oggettivamente c’è stata una grandissima collaborazione», soprattutto sui mezzi di trasporto pubblico. Solo qualche brevissima chiusura ai tornelli in alcune stazioni della metropolitana, ma la situazione si è risolta in breve tempo e qualche problema nella stazione ferroviaria di Porta Genova per i treni regionali dei pendolari. Niente disagi a Milano anche nel pomeriggio per il rientro a casa dopo il lavoro. Tutto regolare a Venezia, dove il numero massimo di 55 passeggeri a bordo di vaporetti e battelli è stato rispettato, mentre nelle fasce di punta sono state attivate corse bis per soddisfare l’utenza. «Il sistema ha retto - dice l’assessore ai Trasporti dell’Emilia Romagna, Andrea Corsini - e tutti hanno dimostrato un grande senso di responsabilità».

In fin dei conti, la sola situazione critica si è registrata in Campania sulla ferrovia Cumana, che collega l’hinterland di Napoli con il capoluogo. Secondo una denuncia dei sindacati, centinaia di passeggeri sarebbero stati costretti a viaggiare ammassati a bordo di un treno della mattina. Ma l’Eav, la holding regionale del trasporto pubblico, ha invece giudicato positivo il bilancio della prima giornata di ripresa della Fase 2 («problemi solo su un treno»).

Negli aeroporti, dove nel solo mese di marzo i passeggeri in transito sono risultati 12 milioni in meno rispetto allo stesso mese dell’anno prima (il peggior calo di sempre), l’avvio della Fase 2 ha avuto un impatto quasi nullo. L’emergenza sanitaria ha praticamente azzerato il traffico in tutti gli scali nazionali e a risollevare le sorti del settore non basta certo il ritorno all’attività di Roma Ciampino e Firenze Peretola.

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