Appalti, il Parlamento apre a correzioni su qualificazione delle imprese e subappalto
Ok a paletti meno stringenti sulla qualificazione delle imprese, penalizzate dalla crisi dei lavori pubblici degli ultimi anni, e a correzioni sul subappalto ma niente passi indietro sul divieto di appalto integrato e sul tetto al contributo pubblico per le operazioni di project financing che il nuovo codice fissa al 30% rispetto alla vecchia soglia del 50 per cento. La prima tornata di audizioni sull'attuazione del codice degli appalti dà le prime indicazioni sulle modifiche che potrebbero essere introdotte con il decreto correttivo da varare, al massimo entro il prossimo 19 aprile, per correggere le eventuali criticità riscontrate nella prima fase di applicazione del decreto 50/2016. Di fronte alle commissioni lavori pubblici di Camera e Senato si sono seduti prima i rappresentanti di Consip poi quelli dell'Associazione nazionale costruttori (Ance). Ed è da quest'ultima audizione - dove pure nono mancati i botta e risposta tra i rappresentati delle imprese e i parlamentari - che sono arrivate le novità più interessanti.
Qualificazione delle imprese
L'Ance incassa l'apertura del Parlamento su una delle richieste principali delle imprese. Rivedere al rialzo il periodo di riferimento per documentare il possesso dei requisiti di fatturato ai fini della certificazione Soa nelle varie categorie di lavori. Con il vecchio sistema le imprese potevano pescare i migliori cinque anni tra gli ultimi dieci. Metodo che consentiva di tagliare fuori gli anni più penalizzati dalla crisi che dal 2009 in poi ha falcidiato il settore dei contratti pubblici. Il nuovo codice ha abbassato da 10 a cinque anni il periodo di riferimento. Con la conseguenza di mettere a rischio la sopravvivenza di migliaia di piccole imprese. «È giusto intervenire su questo punto», ha detto Raffaella Mariani (Pd) relatrice alla Camera sulla legge delega che ha dato il la all'adozione del codice, aprendo alle modifiche. Disponibilità, anche dai Cinque Stelle, è arrivata anche sull'estensione da tre a cinque anni del periodo di riferimento per documentare il possesso dei requisiti necessari per partecipare agli appalti di importo superiore a 20 milioni di euro.
Subappalto
Anche sul subappalto, dove i costruttori segnalano diverse criticità applicative (dall'obbligo di indicazione di una terna di imprese con l'offerta alla facoltà per le stazioni appaltanti di decidere caso per caso se consentire o meno i subaffidamenti) , sono arrivati segnali di apertura. In particolare su due punti. Chiarire che va sempre consentita alle imprese la possibilità di affidare in subappalto una quota (ora fissata al 30%) dei lavori e ripristinare il cosiddetto "premio di coordinamento", in base al quale l'impresa titolare del contratto principale poteva usare ai fini della propria qualificazione anche una quota dei lavori affidati in subappalto.
Appalto integrato e tetto al Pf
Nessuno spiraglio invece rispetto alle richieste sull'appalto integrato e sull'innalzamento dal 30 al 50% della quota di contributo pubblico sulle operazioni di partenariato pubblico privato. Sull'appalto integrato la richiesta dell'Ance era di consentire alle stazioni appaltanti di smaltire, mandandoli in gara, i progetti definitivi già approvati al momento dell'entrata in vigore del nuovo codice. «La priorità, una cosa da fare anche domani mattina - ha detto il vicepresidente Edoardo Bianchi - , è che le stazioni appaltanti pubblichino tutte le gare fino a 1 milione perché il nuovo Codice Appalti semplifica queste procedure, non le complica e non servono provvedimenti attuativi». «Non si faccia un passo indietro sul massimo ribasso e sul progetto esecutivo: abbiamo imboccato una strada, dobbiamo andare fino in
fondo, l'Ance è completamente d'accordo su questo aspetto», ha concluso.
Per aggirare il divieto di appalto integrato alcune amministrazioni hanno cominciato a pubblicare i bandi di gara su progetto definitivo con la formula del general contractor. Al bando da 2 milioni per la realizzazione di una scuola promosso dal comune molisano di Carovilli (Is) si è appena aggiunta Sogei, che ha ripubblicato con la formula del contraente generale una gara da 20 milioni ritirata all'indomani dell'entrata in vigore delle nuove regole. L'Ance ha annunciato un esposto all'Anac su entrambe le procedure.