Progettazione

Sessa: linee guida ponti, 12-18 mesi di sperimentazione volontaria

Il presidente del Consiglio superiore Massimo Sessa, spiega l'iter applicativo delle procedure per censire e verificare la sicurezza dei ponti. In arrivo le regole sui ponti ferroviari

di Massimo Frontera

(Articolo aggiornato alle ore 13:00)
Gli enti gestori e i concessionari a vario titolo responsabili dei ponti e viadotti hanno finalmente uno strumento unico e omogeneo per valutare il grado di rischio di queste opere d'arte. Non occorre ricordare quanto il tema sia di estrema urgenza. Gli ormai numerosi casi di cronaca - dalla tragedia nazionale di Genova fino alla tragedia sfiorata di Albiano - è chiaro che l'esito di anni di incuria e di non conoscenza delle condizioni statiche dell'opera (ma anche della stessa esistenza dell'opera) è come un'arma pronta a colpire all'improvviso. Dal 17 aprile scorso le linee guida per valutare le strutture di ponti e viadotti stradali di qualsiasi tipo e dimensione sono una realtà. Con una seduta in video conferenza, otto giorni dopo il collasso del ponte di Albiano - il documento tecnico a lungo discusso è stato infine approvato dall'assemblea del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Anche se il testo è stato diffuso solo lo scorso giovedì 7 maggio dalla ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli .

«Per quanto attiene la valutazione della sicurezza - spiega a Edilizia e Territorio il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Massimo Sessa - la base delle linee guida è quella delle Ntc del 2008 e relativo aggiornamento del 2018, capitoli 5 ed 8: noi abbiamo solo procedimentalizzato un percorso, innovativo perché per la prima volta focalizzato sulla gestione dei Ponti Esistenti, in modo da offrire al gestore una procedura codificata univoca e omogenea, utile per valutare la sicurezza e lo stato dell'opera, la classe di rischio, la tempistica delle attività necessarie, le eventuali opzioni per la sua fruibilità».

Le linee guida - ribadisce Sessa - discendono dalle norme tecniche, ma diversamente dalle Ntc al momento non sono inquadrate in una procedura legislativa. Così il Consiglio superiore ha risposto all'esigenza di avere comunque uno strumento univoco e omogeneo e, su input del ministro delle Infrastrutture, lo ha realizzato in tempi rapidi riuscendo anche ad approvarlo in piena emergenza Covid». In altre parole, mentre le Ntc, e relativi aggiornamenti, sono previste da una procedura normativa strutturata che include persino un passaggio europeo e finisce con una approvazione con Dm interministeriale, le linee guida, pur discendendo dalle Ntc non hanno, per così dire, copertura normativa. Pertanto, non saranno pubblicate in Gazzetta e sono su base volontaria.

E ora che le linee guida sono pubblicate e disponibili? «Adesso - risponde Sessa - entriamo in una fase di applicazione che dovrà essere adeguatamente valutata, perché il tema complessivo, operativamente e scientificamente, è innovativo, complesso e non trattato dagli Eurocodici. La valutazione si farà insieme alle università, per circa 12-18 mesi, attraverso un coordinamento che sarà in capo al Consiglio superiore, sentiti, come sempre, anche i gestori, che saranno chiamati ad applicarle».

A gestire questa fase di sperimentazione, sarà un gruppo di lavoro, non ancora nominato, ma che molto probabilmente, includerà i tecnici che hanno già lavorato sulle Ntc. «Ci sarà un gruppo di lavoro - conferma il presidente del Consiglio superiore - che includerà il mondo universitario, per elaborare i dati: non sarà una cosa banale, se si pensa al gran numero, tipologia, variabilità e localizzazione di ponti in Italia. Tutti questi dati dovranno essere elaborati per affinare il percorso indicato nelle Linee guida». Resta invece non chiara e definita la obbligatorietà dell'applicazione delle linee guida, al momento non decisa.

Intanto sul territorio partiranno le verifiche a cura degli enti proprietari e/o gestori: ponti e viadotti saranno "aggrediti" con le azioni previste dalle linee guida, a cominciare dal censimento delle opere, un passaggio che in molti casi non è banale, visto che esiste una vasta banca dati sui ponti "orfani" . Poi sarà la volta dei ponti ferroviari. «Sono in arrivo anche le linee guida sui ponti ferroviari - anticipa Sessa -. In questo caso il lavoro sarà più semplice perché gli interlocutori sono più omogenei, Ferrovie e Ferrovie concesse: il lavoro è iniziato insieme; c'è stata una accelerazione sulle strade perché c'era più urgenza e maggiore eterogeneità e complessità».

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