Appalti

Ponte di Genova, la consegna confermata il 27 luglio (ma resta il nodo concessionario)

In teoria il concessionario dovrebbe essere Aspi ma il governo potrebbe scegliere l'Anas

di Raoul de Forcade

Il calcestruzzo con cui è costruito il nuovo ponte di Genova, «ha una durabilità che supera i 150 anni». Ad assicurarlo è Giuseppe Marchese, consigliere delegato della Calcestruzzi (gruppo Italcementi), l'azienda che, in questi giorni, sta posando la soletta (da 8mila metri cubi) del viadotto sul Polcevera e ha già fornito il prodotto (complessivamente 67mila metri cubi) per la realizzazione dei piloni del ponte. La data ipotizzata per l'inaugurazione dell'infrastruttura, il 27 luglio, intanto si avvicina; con un'incognita, però. Per quel giorno, infatti, i costruttori, cioè Webuild (Salini) e Fincantieri, salvo imprevisti (sempre possibili) dovrebbero consegnare il viadotto pronto per essere aperto al traffico. L'apertura ai privati, tuttavia, non potrà avvenire finché non sarà sciolto il nodo del concessionario del ponte, che in teoria dovrebbe essere Autostrade per l'Italia, la quale, finora, non ha avuto alcuna revoca della concessione.

Il Governo però potrebbe anche decidere diversamente, visti i rapporti a dir poco tesi con Aspi, e scegliere un concessionario diverso, ad esempio Anas. Una simile operazione, però, può generare (o provocare, a fronte di ricorsi) un'impasse che rischierebbe di far slittare i tempi dell'apertura al traffico del ponte. Una situazione che sarebbe inaccettabile per le istituzioni genovesi (con in testa il sindaco-commissario Marco Bucci) e per la Regione Liguria, che vorrebbero vedere il ponte praticabile al più presto, e comunque entro il 14 agosto 2020, data del secondo anniversario del crollo del viadotto Morandi (che causò 43 vittime).Mentre si paventa, dunque, uno stallo relativo al reale utilizzo della struttura, i lavori per terminarla proseguono a tappe forzate e con un occhio anche ai desiderata di Renzo Piano, che l'ha ideata.Per i lavori di realizzazione della soletta e quelli già terminati dei piloni, Calcestruzzi, che sta lavorando, spiega Marchese, in team con Webuild e Fincantieri, «ha messo in campo, in loco, una squadra di 35 persone che hanno lavorato indefessamente e alle quali si aggiungono 10 tecnici della direzione tecnologia e qualità di Italcementi.

Questi ultimi hanno messo a punto il "mix design" del calcestruzzo, ossia la ricetta che dosa cemento, acqua ed altri elementi e che consente di avere a disposizione un materiale con determinate caratteristiche, anche alla vista e al tatto, capaci di soddisfare le richieste del progettista.Richieste non banali, perché «Piano ha voluto – dice Marchese – che i piloni del ponte (intorno ai quali dovrebbe sorgere un parco urbano, ndr) fossero "da abbracciare", cioè belli da vedere e da toccare. E noi li abbiamo fatti con un cemento che viene da Novi Ligure e ha un colore particolarmente chiaro. Inoltre hanno la forma che lui ha voluto: quella di una deriva di una barca, visto che sono posti sotto impalcati d'acciaio che hanno la sembianza di una chiglia».

Il calcestruzzo utilizzato sul ponte, ha un ciclo di lavorazione particolare: «Si parte – racconta Marchese - dalla Italcementi di Calusco d'Adda, da dove proviene il semilavorato (un impianto che ha conseguito il certificato del Concrete sustainability council, il più importante organismo di certificazione internazionale di sostenibilità nel settore dei materiali da costruzione, ndr). Entra in gioco, poi, l'impianto Italcementi di Novi, dove viene macinato il cemento, che si caratterizza per l'elevata sostenibilità, grazie al materiale proveniente dal ciclo produttivo dell'acciaio (circa 40%) e al basso livello di emissioni di Co2 (circa il 30% in meno di un cemento tradizionale). Si arriva, infine, agli impianti genovesi di Calcestruzzi a Chiaravagna, Molassana, San Quirico, Polcevera e porto».

Marchese sottolinea che è stata messa in campo "la certificazione di tutta la filiera del prodotto". E aggiunge: «Mentre normalmente una struttura in Italia deve garantire una durabilità del calcestruzzo di 50 anni, che salgono a 100 per opere come ospedali o caserme, il prodotto utilizzato per il ponte di Genova è concepito per durare più di 150 anni. Anche perché il nuovo viadotto sul Polcevera rappresenta un punto di svolta nelle costruzioni in Italia ed è realizzato anche con l'intento di essere un esempio a livello internazionale».

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