Progettazione

Apre a Firenze il nuovo Museo degli Innocenti con il restyling di Ipostudio

di Mariagrazia Barletta

Il suo portico è considerato la prima vera opera rinascimentale. L'autore è Filippo Brunelleschi. Terminati i lavori durati tre anni, oggi 24 giugno apre al pubblico, rinnovato, l'Ospedale degli Innocenti a Firenze, prima istituzione laica al mondo dedicata all'assistenza dei bambini abbandonati. Tra le sue mura, un percorso espositivo che unisce arte, architettura e storia dell'istituzione, la cui attività - nata nel Quattrocento con la costruzione dello "Spedale" - non si è mai fermata. Oggi l'Istituto degli Innocenti è un'azienda pubblica di servizi alla persona, che persegue nella sua storica missione educativa e di accoglienza. La ricca esperienza secolare dedita all'assistenza all'infanzia e il patrimonio storico-artistico dell'ente sono valorizzati e mostrati al pubblico attraverso un percorso museale, il cui progetto architettonico e il relativo allestimento sono firmati dallo studio fiorentino Ipostudio architetti.

Tutto nasce nel 2008 con un concorso internazionale di progettazione bandito dell'Istituto e vinto da Ipostudio in team con gli architetti Pietro Carlo Pellegrini ed Eugenio Vassallo. Nelle fasi progettuali più avanzate e di direzione dei lavori l'intervento è stato seguito solo da Ipostudio, sotto la guida dell'architetto Carlo Terpolilli (co-fondatore dello studio con Lucia Celle, Roberto Di Giulio ed Elisabetta Zanasi Gabrielli), che definisce il progetto «sobrio, razionale ed essenziale». «D'altronde - continua - ci siamo ispirati al Brunelleschi, una personalità che fondava la sua architettura su questioni molto essenziali e razionali. E poi c'è il tema della leggerezza. Tutti gli elementi che abbiamo introdotto sono mobili, leggeri e riconoscibili».

Pochi e puntuali gli interventi: l'apertura di due accessi sulla piazza della Santissima Annunziata, la creazione di una scala in acciaio e pietra di Matraia e un ascensore, che mettono in collegamento tutti e cinque i livelli del monumento, risolvendo così il problema dell'accessibilità. E poi: l'allestimento museale, la riscoperta dei sotterranei e la creazione di un caffè letterario, aperto non solo ai visitatori del museo ma a tutta la città. Il caffè è realizzato sulla grande loggia quattrocentesca (il Verone), storicamente impiegata per stendere il bucato e per lo svago dei bambini. La nuova struttura, in legno e vetro, è molto flessibile, in grado, cioè, di ingrandire e restringere le sue dimensioni a seconda delle condizioni metereologiche.

La parte interrata «è stata una grande scoperta», ci dice l'architetto Terpolilli. «Ci sono - continua - 2mila metri quadri di luoghi in parte già usati ma oggi restituiti alla città e all'Istituto degli Innocenti per convegni e mostre». Si tratta delle antiche fondazioni dove è stato necessario un delicato intervento per l'adeguamento impiantistico. Una questione che i progettisti affrontano anche nella galleria espositiva, dove creano una «grande infrastruttura», così la definisce Carlo Terpolilli. Si tratta di una controparete che ospita gli impianti e allo stesso tempo diventa il supporto per i pannelli mobili su cui sono esposte le preziose opere. «I grandi pannelli di tre metri per tre, sono a sbalzo su questa grande galleria che è sopra la loggia del Brunelleschi», racconta ancora l'architetto. Sono pannelli incernierati, attualmente fissati, ma sono liberi di ruotare e di cambiare conformazione qualora dovessero rispondere a diverse esigenze espositive.

Il movimento «leitmotiv del progetto», aggiunge Terpolilli, caratterizza anche le porte d'ingresso alla struttura. «Si tratta di porte in ottone bronzato e sono dei meccanismi; uno addirittura molto significativamente è legato alla macchina teatrale o leonardiana, cioè è una grande struttura di 4,5 metri per 2,5 che esce nella piazza quando si apre e rientra la sera chiudendosi. Ci sembrava una soluzione originale per sottolineare il tema dell'accoglienza: la porta si apre e si chiude non come una porta comune, ma attraverso un sistema particolare, eccezionale».

Il percorso è tutto incentrato sul tema dell'accoglienza; racconta dell'Istituto e dei suoi seicento anni di attività, unendo il patrimonio archivistico, documentario e artistico. Così, al seminterrato viene raccontata la storia dell'ente attraverso le biografie dei "nocentini" (così erano chiamati i bambini accolti nella struttura). Al piano terra, il percorso d'architettura illustra l'evoluzione del monumento, compresi i diversi interventi di restauro dell'edificio. Al secondo piano, sopra il portico di facciata, si sviluppa la galleria dove sono esposte circa ottanta opere d'arte, che comprendono lavori di Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Bartolomeo di Giovanni, Piero di Cosimo, Luca e Andrea della Robbia. E, tra gli spazi, anche una sala che in tanti cassettini custodisce i segni di riconoscimento che le madri lasciavano tra le fasce dei propri bimbi, con la speranza di un successivo ricongiungimento.
Il valore del progetto ammonta a 12 milioni e 800mila euro, di cui 7,2 milioni derivano da finanziamento regionale e la restante parte da risorse dell'Istituto degli Innocenti.

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