Personale

Terapie salvavita, visite ed esami non tagliano lo stipendio

Estesa la salvaguardia delle giornate di malattia dalle regole anti-assenteismo

di Gianni Trovati

Il nuovo contratto delle Funzioni centrali guarda una platea che va ben oltre i 225mila dipendenti statali direttamente interessati e abbraccia tutto il pubblico impiego. Perché il testo che ieri ha ottenuto la preintesa con i sindacati ripensa le regole del lavoro della Pa in una riforma che viaggia su un inedito protagonismo contrattuale, e che sfocia nella parte ordinamentale dell’accordo destinata a essere replicata, con qualche adattamento, in tutti i comparti.

L’ultima novità, spuntata nella curva finale del negoziato e rivendicata in particolare da Cgs-Flp, è l’estensione a visite specialistiche ed esami diagnostici collegati alle terapie salvavita della tutela che esclude le assenze dal periodo di comporto e dagli effetti sul trattamento economico, che dovrà rimanere integrale. La salvaguardia si applica ai casi di chemioterapia, emodialisi e terapie «ad esse assimilabili», e archivia un effetto collaterale delle regole anti-assenteismo che aveva prodotto più di un caso spiacevole.

Ma nelle sue 104 pagine il contratto innova i fondamenti strutturali del pubblico impiego, come anticipato a più riprese su queste pagine, a partire dall’architettura delle carriere. I nuovi ordinamenti, che entreranno in vigore dopo cinque mesi dall’entrata in vigore dell’accordo, superano la vecchia foresta di posizioni giuridiche per dividere i dipendenti attuali nelle tre aree degli operatori, assistenti e funzionari. Chi è già nella Pa si porterà dietro il trattamento economico attuale, modificato dal contratto come indicato nelle tabelle sopra: per i nuovi ingressi i tabellari saranno fissati rispettivamente a 18.390,84, 19.351,97 e 23.501,93 euro lordi all’anno. Al quarto scalino nasce l’area delle «elevate professionalità», destinata a ospitare gli specialisti reclutati in particolare per il Pnrr e gli attuali funzionari che faranno carriera. La loro retribuzione avrà una struttura analoga a quella dei dirigenti, articolata sul tabellare (35mila euro) e sulle voci dedicate a «posizione» e «risultato», per un valore medio procapite che potrà oscillare fra 50mila e 70mila euro.

Per entrare fra gli «assistenti» servirà il diploma, e la laurea per far parte dei «funzionari». Ma fino al 31 dicembre 2024 gli operatori con 8 anni di anzianità potranno diventare assistenti anche senza diploma, e gli assistenti con 10 anni nel ruolo potranno salire al gradino di funzionari anche senza laurea.

Arriva poi, inedita anche per il mondo privato, la definizione contrattuale del lavoro agile e del telelavoro. Il primo, attivabile quando è possibile definire puntualmente obiettivi e verifiche, si svolgerà senza vincoli di orario, senza una «fascia di operatività» predefinita ma con una «fascia di contattabilità» (non superiore all’orario di lavoro) e il diritto alla disconnesione. Il secondo invece manterrà gli obblighi del lavoro in presenza. Entrambi saranno regolati dall’intesa individuale, con un calendario che alterna presenza e distanza.

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