Appalti

Pronte le regole sul «débat public», Delrio: il 19 aprile presentiamo il decreto

di M.C.V.

A dimostrarne l'importanza - per creare fin dall'inizio il consenso sul territorio - sono state proprio opere come la Torino-Lione e il Terzo Valico. Non è un caso, dunque, che ieri - nel giorno in cui in contemporanea, a Torino, si tenevano rispettivamente nelle stazioni di Porta Susa e di Porta Nuova, due convegni per fare il punto sulle due infrastrutture piemontesi - sia arrivato l'annuncio del ministro Graziano Delrio sull'imminente varo del decreto, che introdurrà in Italia la procedura obbligatoria del débat public.

La misura, annunciata già un anno fa in sede di varo del nuovo codice appalti e inserita all'articolo 22 del testo unico, attende da mesi le regole per la piena operatività. Il decreto - ha spiegato il ministro - sarà presentato subito dopo Pasqua, il 19 aprile prossimo.

Le amministrazioni aggiudicatrici, in caso di lavori pubblici che impattano in modo sensibile sul territorio in termini ambientali e di assetto urbanistico, dovranno preventivamente consultare la comunità di riferimento, oltre a condividere con i cittadini i progetti di fattibilità, che saranno alla base di una consultazione pubblica. Gli esiti dovranno essere inseriti e discussi durante le conferenze dei servizi relative all'opera e nello sviluppo del progetto definitivo. Nel decreto dovranno essere scritte, nero su bianco, le procedure e dovrà anche essere definita nel dettaglio la tipologia di opere nonché la soglia dimensionale che automaticamente renderà necessaria l'attivazione del dibattito.

Partecipazione e trasparenza, del resto, sono i diktat che, oggi, paiono accompagnare anche le infrastrutture già in corso. Che, in passato, proprio per l'assenza di un dialogo con il contesto locale hanno pagato caro il prezzo della protesta dal basso, soprattutto in termini di ritardi. «Il contatto con il territorio - ha sottolineato, ieri, il ministro - è importante per raccogliere suggerimenti nella fase in cui il progetto inizia a muovere i suoi passi. Un tema che, fino a ieri, è stato lasciato a una valutazione volontaria e che, invece, deve diventare un preciso obbligo sistematico e organico».

Proprio la scelta di Iolanda Romano (esperta di politiche pubbliche del territorio e alle spalle una lunga esperienza di processi decisionali inclusivi) come commissario straordinario di Governo sul Terzo Valico s'inserisce nel solco di un cambio di passo, fortemente voluto dal ministro. «Il lavoro svolto nel 2016 e quello in programma nel 2017 deriva da un metodo innovativo, costruito su elementi di partecipazione, dibattito pubblico e trasparenza - spiega la Romano -. Il primo anno di attività, e più in generale il mio mandato rientra nella revisione generale delle politiche per le infrastrutture e i trasporti, che pone al centro delle decisioni la programmazione e la condivisione delle scelte pubbliche».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©