Amministratori

Certificazioni antimafia, risorse ai prefetti dal Dl Pnrr2

Assunzioni di nuove unità per non mettere a rischio i fondi del Pnrr

di Ivan Cimmarusti

Negli ultimi cinque anni i provvedimenti antimafia delle prefetture sono aumentati del 344%. Un impegno che ha prodotto nel solo 2021 ben 506.203 certificazioni. Ma con l’imminente avvio dei controlli in chiave Pnrr è scattato l’alert: tante competenze, pensionamenti previsti per il prossimo triennio e una scopertura di organico dirigenziale del 33% e del 70% per quello civile di alcune sedi, mettono a rischio le nuove verifiche antimafia.

Risolvere il deficit di personale prefettizio è un passo fondamentale per «proteggere i fondi del Pnrr dalle mafie», come ha ricordato il premier Mario Draghi al convegno “Il ruolo della finanza nella lotta alla mafia” a Milano. Per questo con un emendamento al decreto Pnrr 2 si vuole autorizzare il ministero dell’Interno a utilizzare, per un periodo non superiore a diciotto mesi, prestazioni di lavoro a contratto a termine. Una iniezione di personale specializzato a tempo determinato, con il compito di svolgere le verifiche previste dal Codice antimafia, legate proprio alla realizzazione dei progetti del Pnrr.

In ballo ci sono 18,4 milioni di euro per il 2022 e 36,9 milioni per il 2023, da utilizzare per «garantire risorse adeguate alle prefetture, che scontano tutte gravi carenze d’organico». Si vuole assicurare, dunque, «che gli stanziamenti» del Recovery found «vengano distribuiti nel pieno rispetto della legalità, senza che ciò vada ad inficiare la rapidità e l’efficacia dei dovuti controlli», è annotato nella relazione illustrativa.

Si tratta di un emendamento condiviso da tutte le forze politiche, consapevoli che le scoperture lamentate dal viceprefetto Antonio Giannelli, presidente del Sinpref - il sindacato dei prefetti – sono concrete e attuali. «Accogliamo con grande soddisfazione quanto affermato dal presidente del Consiglio Mario Draghi», ha detto Giannelli, ma «per farvi fronte, però, oltre a nuove modalità di intervento, avremo bisogno di urgente immissione di personale, anche a tempo determinato»

Il tema è bollente. Le informative investigative delle forze dell’ordine stanno evidenziano la fibrillazione della criminalità organizzata verso il maxi-stanziamento Pnrr. Il rischio che una grossa fetta della torta sia sottratta a tutte quelle imprese che invece operano nella legalità è concreto. L’Uif, l’ente antiriciclaggio della Banca d’Italia, ha alzato il livello di guardia, dopo che a novembre 2020 gli analisti hanno individuato un potenziale rischio di infiltrazione mafiosa nel tessuto imprenditoriale. A ciò si aggiungano gli alert del ministero dell’Interno. Secondo l’Organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso del Viminale, tra il 2020 e il 2021 c’è stato un incremento del 7% di Sos e un aumento del 9,7% del numero di società colpite dai provvedimenti interdittivi antimafia.

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