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Acqua, mappe digitali anti-inefficienza

Al via i progetti dell’Autorità di bacino dell’Appennino centrale e del Fnc sisma

di Manuela Perrone

Mappe digitali del territorio per gestire al meglio la risorsa idrica. Vanno in questa direzione due progetti appena lanciati dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, assieme a una terza iniziativa per le aree del Centro Italia colpite dal terremoto, che sarà deliberata dalla cabina di coordinamento presieduta dal commissario per la ricostruzione, Guido Castelli.

All’Autorità di bacino fa capo WebGis, il geoportale che ha permesso di ordinare e rendere utilizzabili i dati su rischio idrogeologico, gestione delle acque e condizioni climatiche e idrologiche, per la previsione degli scenari di severità idrica dell’intero distretto. Costato finora circa 300mila euro a valere sul Fondo per la coesione (sul quale insiste il progetto Restart, concluso lo scorso dicembre, che ha fotografato anche il rischio idrogeologico e idraulico del cratere sismico), contiene le informazioni di base, ma è destinato ad arricchirsi rapidamente per diventare «un’enciclopedia del distretto a disposizione di tutti i decisori», come spiega il segretario generale dell’Autorità, Marco Casini.

Proprio a Casini, ingegnere e docente universitario esperto di green building e smart city, si deve l’impulso al secondo progetto, “Digital Twin” (circa 1,5 milioni nell’ambito del Poa), che in partnership con i top player mondiali, da Autodesk a Microsoft, punta a creare un gemello digitale del sistema idrologico del lago di Bolsena e del fiume Marta che, alimentato in tempo reale dai dati provenienti da satelliti, sensori a terra, previsioni metereologiche e altri database, consentirà di prevedere gli estremi idrologici e simulare gli interventi. «Il digitale - dice Casini - ci offre la grande opportunità di una ricognizione accurata e continuamente aggiornata, premessa indispensabile per tenere sotto controllo il territorio».

Non a caso il Pnrr insiste sul «monitoraggio integrato», destinando alle infrastrutture idriche 3,9 miliardi. E non a caso anche nelle zone del terremoto, grazie alle risorse del Fondo complementare sisma (submisura A1 “Innovazione digitale” nella macromisura “Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi”), è alle viste proprio un monitoraggio che interesserà gli 88 Comuni del cratere sismico delle Marche (20 milioni) e dell’Abruzzo (7 milioni). «In un quadro di devastazione che ha interessato un’area di 8mila kmq - spiega il commissario Castelli - un fenomeno particolare ha riguardato le risorse idriche, patrimonio che va tutelato. Per questa ragione avviamo una mappatura della rete idrica, per monitorare la dispersione delle acque e le sue cause e per intervenire».

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