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Imprese, moratoria sui controlli per chi si dimostra in regola

Oggi la Funzione pubblica presenta il decreto sulla riforma a imprese e artigiani. Nel testo fascicolo elettronico dell’azienda e possibilità di sanare senza sanzioni gli errori formali

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di Gianni Trovati

Intensità dei controlli proporzionale al rischio di violazioni, moratoria temporanea da nuove verifiche per chi supera senza problemi un esame ispettivo, «diritto agli errori» formali che potranno essere sanati senza sanzioni, e interpelli per ricevere un’interpretazione univoca quando gli obblighi sono circondati da un’incertezza oggettiva.

Sono molte le novità contenute nei 17 articoli del decreto legislativo che attua la semplificazione dei controlli sulle attività economiche prevista l’anno scorso dalla legge sulla concorrenza. Il provvedimento sarà oggi al centro del confronto alla Funzione pubblica, che ha guidato il lavoro sul testo, fra il ministro per la Pa Paolo Zangrillo e le parti sociali.

La delega scritta all’articolo 27 di quel provvedimento e preparata dall’allora titolare di Palazzo Vidoni Renato Brunetta offre 24 mesi al governo per riscrivere le regole. Ma il quadro è parecchio articolato, e alla Funzione pubblica hanno deciso di accelerare per aprire poi uno spazio di tempo gestibile in cui definire la nuova normativa specifica per i diversi settori.

La filosofia di partenza comunque è chiara. Il principio guida è quello del «controllo collaborativo», che dovrebbe puntare a guidare le imprese nello svolgimento corretto delle loro attività più che a produrre sanzioni per chi non è in regola. L’impostazione è quella seguita del resto anche nella delega fiscale, con la cooperative compliance per le imprese e il concordato biennale per le partite Iva, ed è quella annunciata la scorsa settimana dal viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto ai commercialisti per quel che riguarda la riscrittura in arrivo delle norme sulle sanzioni penali per le crisi d’impresa. Il concetto è quello del «non disturbare chi produce», rilanciato a più riprese dalla premier Giorgia Meloni.

La sua traduzione pratica deve però mirare a garantire efficacia ai controlli, non a chiudere gli occhi su eventuali problemi.

E al principio di efficacia, secondo un meccanismo ormai praticato largamente proprio nel campo della lotta all’evasione, risponde l’idea di una profilazione del rischio di violazioni, per concentrare le verifiche dove quel rischio è maggiore. Una serie di parametri, che vanno dal settore di attività alle dimensioni dell’impresa, dovranno quindi guidare la programmazione dei controlli, che terranno anche conto del fatto che l’azienda abbia adottato o meno una certificazione del sistema di gestione per la qualità. In questi casi, naturalmente, la presenza del “patentino” varrà come attestazione che il rischio è drasticamente più basso perché le modalità d’azione dell’impresa sono già verificate.

Ma saranno anche i contenuti dei controlli a cambiare pelle, almeno secondo le ambizioni del decreto legislativo. Il ministero per la Pa si impegna infatti a elaborare un censimento aggiornato e trasparente di obblighi e adempimenti oggi previsti come oggetto di controlli da norme o atti amministrativi generali, anche con l’obiettivo di eliminare duplicazioni e sovrapposizioni che vedono diverse amministrazioni bussare più volte alla stessa impresa per chiedere la stessa cosa. La mossa è indispensabile per realizzare davvero il principio del «once only», tanto evocato quanto poco applicato fin qui, che prevede il divieto per le amministrazioni di chiedere documenti e attestazioni già in possesso di qualche altra Pa.

Lo strumento operativo per realizzare tutto ciò sarà il fascicolo informatico d’impresa, che conterrà i dati e i documenti accessibili a imprese e amministrazioni impegnate nei controlli. Nel fascicolo saranno depositati anche i documenti e gli esiti sui controlli già effettuati, anche per poter aggiornare la profilazione del rischio che dovrà guidare i programmi delle verifiche.

La trasparenza sugli adempimenti, negli obiettivi del provvedimento, servirà anche a disegnare i confini delle violazioni solo formali, prive di impatto negativo sugli interessi pubblici, che potranno essere sanate senza sanzioni in base a una sorta di «diritto all’errore»: diritto che ovviamente decade se la violazione viene ripetuta.

Ma questo meccanismo della «fiducia» verificata promette di avere un’implicazione anche più importante: sotto forma di una moratoria da nuovi controlli per le imprese che supereranno con successo un esame ispettivo, e che quindi saranno esentate da nuovi approfondimenti per un periodo di tempo successivo ancora da dettagliare. Proprio come per il «concordato biennale» che dovrebbe arrivare con la riforma del Fisco.

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