Urbanistica

Ponte, la Ue in aiuto: fondi per la prima fase di fattibilità

La commissaria Valean: «Disponibili a finanziare il progetto di fattibilità»

di Flavia Landolfi

Attende un «progetto solido» la Ue per cofinanziare il Ponte sullo Stretto di Messina. La mano tesa all’Italia arriva a margine del Consiglio dei trasporti europeo, il primo della stagione di Salvini alla guida del ministero di Porta Pia. È la commissaria ai Trasporti Adina Valean a spiegare ai giornalisti l’esito dell’incontro con il ministro italiano consumato in una cena: «Abbiamo discusso dei prossimi passi e ci siamo messi a disposizione - ha detto - . Aspettiamo un progetto solido per finanziare la prima fase di fattibilità e poi il progetto partirà».

La Commissaria europea sembra dunque riferirsi al progetto di fattibilità attualmente nelle mani di Rfi per un aggiornamento dello studio preliminare, uno dei tasselli più delicati di un puzzle che anche attraverso la legge di Bilancio sembra iniziare a ricomporsi e a fare quadrato intorno a un’opera che da più di 50 anni esiste solo sulla carta. Per il ministro Salvini l’apertura europea è «un primo passaggio storico» e non senza ragione: è la prima volta che Bruxelles dichiara di volersi fare carico, anche se parzialmente, dei costi di realizzazione. Del resto l’opera fa parte dei corridoi strategici inseriti nel network europeo, le Ten-t e in particolare in quello scandinavo-mediteraneo che collega Malta al continente e poi via via su fino a Finlandia e Svezia.

Ma non c’è solo il Ponte al centro dell’agenda del ministro volato domenica a Bruxelles. «Nel corso di due incontri odierni con gli omologhi francese e tedesco il titolare del dicastero di Porta Pia da una parte ha rinsaldato l'asse con Parigi in particolare sull’Alta Velocità Torino-Lione (con esplicito riferimento alla necessità di ottenere fondi europei) e sulla vigilanza rispetto all'introduzione degli standard Euro7; dall’altra ha ascoltato parole di sostegno da parte di Berlino per i divieti unilaterali imposti dall’Austria al traffico lungo il Corridoio del Brennero», spiegano fonti vicini al ministro.

Tornando al Ponte inizia così a prendere forma la strategia del governo che su questa opera delinea un orizzonte temporale. «Spero che non ci siano i professionisti del no per bloccare queste e altre opere - chiosa Salvini - se tutto va come mi auguro e come l'Italia si augura, entro due anni partiremo con i lavori». Insieme al battesimo di Bruxelles, la legge di Bilancio si incarica di sbrogliare il nodo più delicato di questa partita. Quello cioè della decadenza della gara e di tutte le pendenze giudiziarie avviate dalle società aggiudicatarie, il General contractor Eurolink e il Project management consultant Parsons Transportation Group. Nell’articolo 82 del decreto-legge, ora all’esame del Parlamento per la conversione, il governo ha inserito una serie di clausole con la rinuncia a proseguire le azioni giudiziarie per molte centinaia di milioni di danni nei confronti della pubblica amministrazione: solo il ricorso di Eurolink vale la bellezza di 700 milioni di euro. Al loro posto si procederà con «uno o più atti transattivi di reciproca integrale rinuncia alle azioni e agli atti dei medesimi giudizi». Il testo della manovra riaccende poi i motori della società per il Ponte sullo Stretto di Messina, nata nel 1981 e in liquidazione dal 2013 e aumenta il capitale della società attraverso un trasferimento di 50 milioni (10 per il 2021, 20 per il 2022 e altri 20 per il 2023) a Rfi e Anas. Infine il progetto: rifarlo ex novo porterebbe via troppo tempo e dunque si punterebbe a quello già elaborato a una campata unica.

Non mancano però le voci dissonanti. «Si stima che la realizzazione del Ponte avrà un costo di 8-10 miliardi di euro - ha detto il coportavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli -. Una spesa ingiustificabile, per un’opera posta su una faglia ad alto rischio sismico, esposta a venti e correnti molto forti».

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