Riforma fiscale, ai Comuni una quota della Flat Tax
Nuova girandola di incontri per tentare l’accordo, oggi e domani i confronti
Per la Flat Tax nella delega fiscale si prospetta l’ipotesi di uno scivolo biennale, con l’applicazione di «un’imposta opzionale e sostitutiva delle imposte sui redditi», per chi supera la soglia dei 65mila euro di ricavi e compensi. Questi contribuenti con redditi dichiarati in crescita imboccherebbero un percorso di rientro morbido nell’Irpef ordinaria, con un’aliquota unica anche se inevitabilmente più alta del 15% per chi resta sotto i 65mila euro.
Ruotano intorno a questa ipotesi, contenuta nell’ultima bozza dei correttivi discussi ieri nella riunione di maggioranza, le possibilità di un’intesa per sbloccare il cammino della riforma fiscale. Una nuova girandola di incontri si terrà oggi, con i bilaterali fra i partiti da un lato e la delegazione composta da un sottosegretario all’Economia, il presidente della commissione Finanze della Camera Luigi Marattin che è anche il relatore del provvedimento e i tecnici di Finanze e Ragioneria. L’obiettivo è di chiudere tutte le incognite tecniche e politiche per arrivare a un accordo di massima domani, nel nuovo vertice di maggioranza sul tema. Anche in caso di semaforo verde, comunque, si prospetta un altro mini-rinvio per l’arrivo della legge delega in Aula alla Camera, dove approderebbe dal 4 aprile dopo i voti in commissione la prossima settimana.
Il fitto negoziato di questi giorni ha fatto fare alla riforma «passi avanti consistenti», sostiene Marattin; «ma - avverte - c’è ancora un tratto di strada da compiere. Lo faremo, insieme, nelle prossime 48 ore». I toni sono diversi dalle parti della Lega, dove Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli parlano in una nota di «passi indietro» e di «temi ancora divisivi come la mini Flat Tax».
Proprio sulla tassa piatta si studia da giorni la mossa per evitare alla delega una replica dello scontro catastale che rischierebbe di farla deragliare del tutto. La proposta contenuta nell’ultima bozza si avvicina alle indicazioni del Documento unitario con cui le commissioni Finanze di Camera e Senato avevano avviato di fatto la costruzione del testo della delega. E risponde all’obiettivo dichiarato di «favorire l’emersione degli imponibili» ammorbidendo lo scalino che oggi si staglia a quota 65mila euro per gli autonomi. Per arrivare a dama bisogna però coniugare tre fattori non semplici: la soluzione non deve produrre costi aggiuntivi per la finanza pubblica, deve superare i profili di possibile incostituzionalità ipotizzati dai tecnici dell’Economia e ottenere il via libera del centrodestra. Si vedrà.
Un ritocco interessa il cashback fiscale, cioè la trasformazione di detrazioni e deduzioni in accrediti diretti sul conto corrente sponsorizzata soprattutto dai Cinque Stelle che esultano per l’ingresso della proposta nel rettilineo finale. I primi passi, secondo l’ultimo testo che accoglie una proposta di Leu, dovranno riguardare le spese fiscali «di natura socio-sanitaria».
Fra i principi di delega entra poi la tutela dell’autonomia tributaria degli enti locali. Tradotta nella clausola che garantisce ai sindaci gli stessi spazi fiscali riconosciuti oggi dall’addizionale Irpef (NT+ Enti locali & edilizia di ieri) e in una compartecipazione di Comuni e Regioni al gettito della Flat Tax. Una novità arriva poi per il «graduale superamento dell’Irap», che potrebbe guardare prima di tutto società di persone, studi associati e società fra professionisti come chiesto da Forza Italia.
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