Amministratori

Concorrenza, compromesso sugli ambulanti e iter veloce per il piano Terna sulla rete elettrica

Proroghe per gli attuali concessionari poi le gare per assecondare la Ue

di Carmine Fotina

Il disegno di legge annuale per la concorrenza torna oggi per la terza volta in consiglio dei ministri e stavolta dovrebbe ottenere l’approvazione. Il 28 marzo e il 6 aprile non si era andati oltre un esame parziale. Le divisioni sulla norma per il commercio ambulante, che Fratelli d’Italia ha chiesto di rendere ancora più favorevole agli operatori rispetto alla prima versione, avevano portato a un rinvio, anche per appurare se la nuova formulazione potesse passare il vaglio dell’ufficio giuridico del Quirinale e quello della Commissione Ue.

Ieri Adolfo Urso, titolare delle Imprese e del made in Italy, il ministero che coordina il disegno di legge, ha affermato che il testo può tornare in consiglio dei ministri «dopo un confronto proficuo con la Commissione». Sul commercio ambulante il governo è chiamato a trovare una soluzione visto che Bruxelles ha aperto un caso di pre-infrazione per le mancate gare. Nel Programma nazionale di riforme, che fa parte del Def appena approvato, l’esecutivo parla proprio della necessità di un «adeguamento agli obblighi derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea» affrontando «l’annoso tema delle concessioni di posteggio per l’esercizio del commercio al dettaglio».

Il punto è che dopo una prima versione, curata in particolare dal sottosegretario leghista del Mimit Massimo Bitonci, anche attraverso un lungo dialogo con le principali associazioni di settore, hanno pesato le pressioni di una parte di FdI sensibile alle richieste di alcune sigle minori più intransigenti. Ne è scaturito un testo che per il futuro apre alle gare, rimettendo formalmente il settore sotto l’ombrello della direttiva Bolkestein, con durata decennale dei titoli, ma intanto sancisce una maxi-sanatoria per le concessioni in essere tenendo conto del ritardo di diversi Comuni che non hanno proceduto con i rinnovi secondo le vecchie regole. Secondo l’ultima versione circolata, quindi al netto di modifiche in extremis, le proroghe potranno arrivare fino a 12 anni oltre l’attuale scadenza.

Quanto alle nuove gare, che partiranno dove c’è disponibilità di nuove aree o non c’è titolo al rinnovo, dovranno essere bandite dai Comuni e seguire alcuni criteri di base: clausole per la stabilità occupazionale tenendo conto dell’esperienza nel settore; valorizzazione delle micro-imprese; numero massimo di concessioni per ciascun operatore.

Nel Ddl trovano poi conferma le misure comparse nelle bozze iniziali in materia di energia (si veda l’altro articolo in pagina). Un intervento esplicitamente previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza riguarda Terna, la società che gestisce il sistema di trasmissione nazionale, che dovrà trasmettere ogni biennio il piano di sviluppo della rete con gli investimenti per i dieci anni successivi e potrà contare su procedure di approvazione con tempi certi. Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) dovrà approvare il piano entro 18 mesi, comprensivi dei termini per la Vas (valutazione ambientale strategica), previa acquisizione del parere delle Regioni, che dovrà avvenire entro 60 giorni, e delle valutazioni dell’authority Arera. Trascorso questo termine, il ministero può approvare il piano. La nuova legge conterrà anche una maggiore liberalizzazione per i farmaci galenici e più poteri all’Antitrust su concentrazioni e piattaforme digitali. Sul commercio al dettaglio resta l’articolo in base al quale le imprese che intendono lanciare vendite straordinarie in più Comuni potranno presentare un’unica Pec agli sportelli unici attività produttive delle varie amministrazioni.

Dal testo, coordinato dal ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit), si era invece già deciso di stralciare la liberalizzazione di saldi e vendite promozionali durante tutto l’anno (immediato era arrivato lo stop dei commercianti che temono un assist alle grandi catene e alle piattaforme online). Resta fuori anche l’innalzamento dei limiti elettromagnetici per la telefonia mobile che potrebbe essere rinviato a un altro provvedimento. Quanto al delicato scontro in atto con la Commissione Ue sulle concessioni balneari (oggi è attesa tra l’altro una pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione europea), dovrebbe prevalere l’idea di intervenire per correggere il tiro con decreto legge.

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