Imprese

Bollette A2A bloccate per tre anni un primo passo per le imprese

L’intervista a Franco Gussalli Beretta, Presidente di Confindustria Brescia

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di Cheo Condina

Il caro-energia? «Vanno trovate in tempi brevi soluzioni a livello di sistema per preservare il tessuto industriale italiano, la manifattura e l’occupazione, l’alternativa è la perdita di competitività unita ad alti costi a livello sociale». La situazione in una provincia “energivora” come Brescia? «La situazione è una vera tragedia visto che abbiamo tanta siderurgia e metallurgia: i conti non tornano più». Una possibile soluzione “di territorio” con A2A? «Ci siamo confrontati con l’ad Renato Mazzoncini e l’idea è quella di bloccare il prezzo dell’energia per 3-4 anni: ci sarà un tavolo tecnico, vedremo se la loro proposta, finora unica a livello nazionale, può dare benefici alle aziende. A mio parere per alcune può essere vantaggiosa ma, in ogni caso, dovrà essere svolta un’attenta analisi prima di prendere un impegno a medio termine».

Franco Gussalli Beretta è presidente di Confindustria Brescia, tra le prime ad avere lanciato l’allarme sull’impatto del caro bollette per le aziende: a dicembre scorso il Centro Studi dell’associazione ha stimato rincari su gas ed elettricità rispettivamente del 231% e del 166% rispetto allo stesso periodo del 2019. Impennate che si aggravano rispettivamente al 325% e al 186% se si esclude quel 25% circa di imprese che, grazie a contratti biennali a tariffa fissa, hanno bollette più leggere rispetto a tre anni fa. Il significato di tutti questi numeri? «A queste condizioni per alcune realtà è a rischio la continuità aziendale, ci stiamo confrontando con l’obiettivo di trovare soluzioni celermente», sottolinea Gussalli Beretta. Del resto, «non si può semplicemente pensare di aspettare la fine dell’inverno, perché per alcune aziende fermare i processi produttivi significa perdere occasioni o, nel peggiore dei casi, la morte. Quando esci dai sistemi delle supply chain rientrare è difficile e se produci in perdita è complesso garantire un servizio all’altezza ai clienti».

A pagare il conto più salato sono le industrie energivore, che peraltro – sottolinea Gussalli Beretta – «essendo aziende di trasformazione, difficilmente vedono riconoscersi aumenti di prezzo». «Se prima per loro l’incidenza del costo dell’energia sui prodotti era del 20-25% oggi supera il 40%, un quadro complicato dal fatto che le loro marginalità non sono enormi, – continua il presidente di Confindustria Brescia – per la mia azienda o, per esempio, per Officine Meccaniche Rezzatesi parliamo di un 2-2,5% che è diventato 5-7%, comunque un raddoppio che ovviamente si sente, soprattutto per la piccola manifattura».

Quali dunque le soluzioni? Una, a livello di territorio bresciano, è l’interlocuzione con A2A che oltre a essere la prima multiutility italiana è controllata con quote paritetiche dal Comune di Brescia e da quello di Milano. «Si è ipotizzata una contrattualistica a medio termine, cioè 3-4 anni, a prezzo fisso, che non sarà ovviamente quello di oggi ma neppure ai livelli, tre volte inferiori, del 2020 e della prima parte del 2021 – spiega il presidente di Confindustria Brescia – Credo che per certi tipi di imprese possa essere una soluzione interessante». L’andamento dei prezzi dell’elettricità – ha previsto l’ad di A2A Mazzoncini - è previsto in discesa graduale con ritorno alla “normalità” nel 2024-2025. L’idea potrebbe essere quella di intercettare la media di questa curva. «Come associazione abbiamo stabilito un contatto con i nostri associati, ci sarà un tavolo tecnico e vedremo se la proposta di A2A può dare benefici alle aziende, specie alle pmi che da sole fanno fatica a trattare con fornitori», spiega Gussalli Beretta. Il prezzo, naturalmente, sarà un punto chiave: «Deve essere svolta un analisi per capire se l’abbassamento rispetto alle quotazioni di oggi sarà sufficiente per accettare un contratto a lungo termine». Questo dal punto di vista prettamente commerciale, mentre dal punto di vista finanziario «le imprese, supportate da banche o assicurazioni, dovranno fornire adeguate garanzie ad A2A».

In ogni caso, secondo Gussalli Beretta, quello con A2A è solo un primo step, perché il problema «va risolto a livello nazionale ed europeo» e per questo «stiamo lavorando con il ministro Cingolani per trovare altre soluzioni». Qualche esempio? «Maggiore indipendenza dell’Italia per creare le proprie fonti energetiche, a partire per esempio dal gas nell’Adriatico”; così come c’è da lavorare sulla «sburocratizzazione delle rinnovabili». «La Francia ha il nucleare, la Spagna più rinnovabili installate grazie alla minor burocrazia e le loro industrie godono di migliori prezzi dell’energia, anche le nostre imprese, in particolare la manifattura, devono avere gli strumenti per restare competitive – conclude Gussalli Beretta - I vantaggi che ne deriverebbero sarebbero per tutto il Paese».

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