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Turismo, da Roma a Jesolo i 500 comuni italiani in cui il Pil è spinto dall’ospitalità

La sola capitale genera 7,6 miliardi di ricchezza grazie all'attività turistica

di Enrico Netti

Città d’arte campioni nella creazione di ricchezza turistica e centinaia di comuni si rivelano dei top performer del Pil grazie all’industria dell’ospitalità. Al primo posto della classifica ecco Roma con circa 7,6 miliardi di euro seguita da Milano con circa 3,5 miliardi, Venezia che supera di poco i 3 miliardi e Firenze con più di 2,8 miliardi. Non mancano poi le sorprese come San Michele al Tagliamento che grazie alla frazione Bibione riesce a battere la rinomata costiera amalfitana, Cavallino-Treporti supera Taormina e Chioggia lascia al tappeto Ischia. Sono questi i sorprendenti comuni campioni del valore aggiunto generato dalle attività turistiche. Quest’anno la ricchezza prodotta dalla attività turistiche a San Michele al Tagliamento sfiora i 1,3 miliardi contro i 832 milioni di euro della costiera amalfitana mentre i quasi 316 milioni di Taormina, celebrata «perla dello Ionio» rinomata in tutto il mondo, sembrano quasi bruscolini contro i 1,2 miliardi di Cavallino-Treporti. È quanto rivela lo studio «La ricchezza dei comuni turistici - Ranking secondo la creazione di valore aggiunto» preparato da Sociometrica elaborando i dati Istat. Il focus dello studio è sui primi 500 comuni per presenze turistiche, dove si concentra l’83% del totale degli ospiti.

«In Italia ci sono 3.390 comuni che producono valore aggiunto, ricchezza generata grazie al turismo - spiega Antonio Preiti, economista e direttore di Sociometrica -. Il turismo contribuisce ad aumentare il reddito del territorio, Nel nostro studio è stato anche stimato il peso delle presenze turistiche nell’economia “non osservata”, cioè le presenze non registrate nelle statistiche ufficiali». Si tratta dei turisti che scelgono la formula degli affitti brevi in una seconda casa o una camera in una residenza privata.

Secondo la classifica Roma con 7,6 miliardi genera l’8,7% della ricchezza turistica di tutta Italia seguita dalle altre città d’arte (si veda la classifica accanto ndr). Dallo studio si evince la forza reddituale che può mettere in campo un distretto turistico. Infatti lo studio evidenzia la ricchezza che resta sul territorio quando fa sistema. Considerate nel loro insieme Jesolo, Caorle, Eraclea insieme a San Michele al Tagliamento e Cavallino-Treporti raggiungono i 4,4 miliardi di valore aggiunto contro i 4,1 di Rimini e Riccione da sempre considerate le capitali delle vacanze estive. La celebre e rinomata costiera amalfitana genera invece un Pil di 832 milioni. Le mete del Mezzogiorno sono nella parte bassa della classifica perché qui il peso delle presenze non ufficiali diventa preponderante di diversi multipli rispetto a quello delle strutture alberghiere ed extra alberghiere. In questa classifica spicca Cortona, dove gli ospiti non ufficiali segnano una presenza massiccia, quasi quattro volte rispetto agli ufficiali. Le altre destinazioni con un rapporto di tre o due volte sono Porto Cesareo, Trapani, Cefalù, Siracusa, Noto e Gallipoli, sono tutte nel Sud. Qui l’offerta di ospitalità in seconde case e appartamenti supera di gran lunga il numero delle camere negli hotel e resort. Ne consegue che qui si registra un impatto minimo sul Pil perché le camere private non hanno bisogno di molti addetti, professionalità e imprese di servizi rispetto al classico hotel. «Il turismo ha la capacità di generare reddito e imprenditorialità nei servizi complementari» continua Preiti.

Gli analisti di Sociometrica hanno stilato una classifica con il maggiore numero di contribuenti con il reddito Irpef oltre i 55mila euro, che secondo le statistiche assicura un buon tenore di vita. Si afferma Corvara, in Val Badia con l’11,5%, seguono Segrate e Milano. Con una percentuale di poco inferiore al 10% spiccano poi Courmayeur, Forte dei Marmi, Padenghe sul Garda, Cortina d’Ampezzo, Selva di Val Gardena e Camogli. Analogamente in questi territori corre il tasso d’imprenditorialità proprio dei comuni a maggiore vocazione turistica.

Per finire Sociometrica ha anche stimato l’andamento del 2022 che vede l’avvicinarsi dei flussi ai livelli del 2019. In termini di presenze complessivamente lo studio stima per quest’anno 389,4 milioni di presenze contro i 436,7 milioni del 2019 con un gap del 10,8%. In termini di valore aggiunto generato dalle presenze turistiche nel 2022 si superano gli 89,1 miliardi di euro contro i 99,9 miliardi del 2019.

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