Appalti

Qualificazione delle stazioni appaltanti, strutture stabili per la gestione delle gare con un significativo livello di professionalizzazione

Il quadro della relazione sull'analisi dei dati inviati dalle amministrazioni aggiudicatrici all'Anac

di Alberto Barbiero

Le stazioni appaltanti hanno in misura prevalente strutture stabili per la gestione delle gare, con un significativo livello di professionalizzazione, nelle quali meno del 50% dei dipendenti impegnati è formato da funzionari e dirigenti.

La relazione sull'analisi dei dati inviati dalle amministrazioni aggiudicatrici all'Anac in base alle linee-guida adottate nel marzo di quest'anno, pubblicata sul sito dell'Autorità il 30 giugno, fornisce una rappresentazione molto dettagliata degli modelli organizzativi che amministrazioni centrali e locali, amministrazioni funzionali, aziende sanitarie locali e società partecipate hanno adottato per la gestione delle attività di procurement.

Il documento prende in esame le informazioni rese da poco più di 1400 stazioni appaltanti (di cui circa un terzo operanti come centrali di committenza o secondo soluzioni aggregative simili) rilevando anzitutto un'ampia serie di osservazioni rispetto al testo delle linee-guida posto in consultazione che porteranno probabilmente a una revisione di alcuni aspetti (come ad esempio l'obbligatorietà della personalità giuridica per i soggetti qualificati, rilevata da molte amministrazioni locali in contrasto con i modelli di gestione associata definiti dal tuel).

L'elaborazione dei dati effettuata dall'Anac pone in luce come scelta prevalente delle amministrazioni l'individuazione di una struttura dedicata alla gestione delle procedure di affidamento, nella quale viene a essere impegnato un numero di dipendenti tra il 5% e il 9% del totale delle risorse umane degli enti.

In questo novero, circa il 70% vanta esperienze professionalizzanti nel settore degli appalti e in misura pari al 50% si ha suddivisione tra figure direttive (dirigenti e funzionari) e operative (impiegati).

La formazione di base delle risorse umane dedicate agli appalti ha un medio livello di realizzazione (interessando poco meno del 40% dei dipendenti addetti), mentre quella specialistica e quella avanzata risultano molto limitata (rispettivamente interessando il 12% e il 5% dei dipendenti).

La relazione, anche grazie ai dati acquisiti, propone la metodologia sperimentale per l'attuazione del sistema di qualificazione, per i due ambiti relativi alla capacità di progettazione delle gare e di affidamento, nonché alla capacità di verifica sull'esecuzione e controllo dell'intera procedura, con specificazione degli indicatori e dei parametri di calcolo.

Il sistema conferma la natura di requisito vincolante della presenza di una struttura dedicata alla gestione delle procedure, nonché la pesatura prevalente dedicata all'esperienza dei dipendenti addetti e al sistema formativo.

La gestione di procedure maturata nei vari livelli di qualificazione nel quinquennio assume rilievo decisivo, posto che nel sistema risulta quella con il maggior peso ponderale tra i requisiti.

In tale quadro, anche la disponibilità delle piattaforme telematiche risulta come indicatore vincolante e su tale aspetto l'Anac focalizza l'importanza dell'utilizzo di tali strumenti, aldilà dell'obbligo previsto dal codice dei contratti pubblici.

Il documento presenta molte implicazioni operative, che le stazioni appaltanti possono sin da ora prendere in considerazione per attivare processi di rafforzamento o di revisione organizzativa adeguati, tenendo conto anche dell'attenzione posta alla qualificazione nella legge 78/2022, ossia la legge delega per la riforma complessiva del quadro normativo di riferimento per appalti e concessioni.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©